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Film da Vedere

Oci Ciornie, il capolavoro di Michalkov con un indimenticabile Mastroianni, in home video in versione lunga e restaurata

A distanza di trent’anni dalla sua uscita, Ripley’ Home Video pubblica e distribuisce la versione lunga e restaurata di Oci Ciornie di Nikita Michalkov, con un indimenticabile Marcello Mastroianni

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Marcello, Marcello, Marcello: Marcello danza alla russa, mosso da un improvviso motto di spirito che gli consente di superare, seppur con un colpo di spugna discutibile, le vicissitudini di una vita leggera, forse troppo; Marcello alle terme di Montecatini che, facendo un po’ il verso allo Snaporatz de La città delle donne (1980) di Federico Fellini, scende le scale di un sontuoso edificio, immerso in un bianco lattiginoso che sa di purezza infantile, scandendo ad ogni gradino un sardonico e fumettistico “Ein, svein!”; Marcello su una carrozza che saluta gli zingari saltimbanchi della Russia prerivoluzionaria; Marcello piange, Marcello ride.

Miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes del 1987, David di Donatello al miglior attore protagonista (1988), un Nastro d’Argento, nonchè una candidatura all’Oscar: Marcello Mastroianni era, come lo stesso Nikita Michalkov soleva sottolineare, una carta bianca su cui scrivere i personaggi, si lasciava plasmare, aggiungendo quel guizzo tipico del fuori classe che solo lui poteva fornire. È un piacere non quantificabile vederlo muoversi da una situazione all’altra con una disinvoltura e una fluidità apparentemente istintive, ma che in realtà erano dovute a un’incredibile esperienza e maestria.

Quando venne contattato dalla produzione italiana, che faceva capo alla lungimirante Silvia D’amico, il regista russo, prima incredulo, accolse la proposta di girare un film con il celebre attore con enorme entusiasmo, arrivando, per tale motivo, a scontrarsi violentemente con i dirigenti dell’allora Unione Sovietica, pur di ottenere i permessi per recarsi in Italia, dove era ambientata una parte consistente dell’azione. E noi spettatori non possiamo che ringraziare la tenacia di Michalkov, grazie alla quale, oggi, possiamo fruire di un capolavoro che, muovendosi lungo le atmosfere dei racconti di Anton Čechov (in particolare La signora col cagnolino), mette in scena la figura di un uomo senza spina dorsale, inerte, privo di passioni e ideali, incapace di prendere in mano la propria vita: eppure chi guarda non riesce a emettere una sentenza definitiva di condanna nei confronti di Romano Patroni, il quale, conscio del proprio eclatante fallimento esistenziale, dopo aver rinunciato anche all’amore dell’unica donna che era stata in grado di ridestarlo dal torpore di anni pigri, si ritira su un battello per lavorare come cameriere del ristorante. Ed è proprio lì che comincia la narrazione dell’emblematica storia del protagonista di Oci Ciornie (Occhi Neri), snocciolata in un dialogo tra lo stesso Romano, ormai anziano, attempato e fatalmente sfiduciato (sebbene non privo di un resistente buon umore), e Pavel (il bravo Vsevolod Larionov), un commerciante russo che, reduce da un recentissimo matrimonio, fornisce l’ideale contrappunto alla sua ignavia. E poi la splendida Silvana Mangano, nei panni di Elisa, la rassegnata moglie, mite ma forte, che tiene le redini dell’amministrazione della casa, degli affari, lasciando al marito il ruolo di farfallone, cialtrone e immaturo: un uomo inutile, che si è adagiato in una condizione insostenibile, sfruttando parassitariamente l’opulenza ottenuta dal matrimonio.

Ma il destino, certe volte, è più forte della nostra capacità di sfuggirgli e, quando tutto ormai sembra definitivamente volto al termine, un’apparizione improvvisa, davvero inaspettata, costringe a fare i conti con una vita che si vorrebbe a tutti i costi dimenticare, minimizzare.

Di chi sono gli occhi neri del titolo? Senza dubbio quelli di Marcello/Romano, un uomo dolce ma debole, simpatico ma fragile, tenero ma inconsistente. Non si può, tuttavia, non avere pietà di lui, non assolverlo o, quanto meno, riconoscergli tutte le attenuanti possibili: questo, in ultima analisi, sembra lo sguardo benevolo che gli sceneggiatori (Michalckov, Alexandre Adabascian e la veterana Suso Cecchi D’Amico) mantengono nei confronti del loro scapestrato personaggio e che noi spettatori non possiamo che condividere.

A distanza di trent’anni dalla sua uscita, Ripley’ Home Video pubblica e distribuisce la versione lunga (e restaurata) di Oci Ciornie, quella che corrisponde al montaggio rivisto dalla produzione in accordo con il regista, prima che intervenissero quei tagli ritenuti opportuni per la presentazione del film al Festival di Cannes del 1987. All’interno della confezione è presente anche un secondo disco, ricco di magnifici contenuti speciali (45 minuti): un’intervista a Nikita Michalkov, a Suso Cecchi D’Amico e a Silvia D’amico; inoltre, il commovente filmato della premiazione di Marcello Mastroianni al Festival di Cannes e un interessantissimo backstage.

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  • Anno: 1987
  • Durata: 143'
  • Distribuzione: Ripley's Home Video
  • Genere: Commedia, Drammatico
  • Nazionalita: Italia, URSS
  • Regia: Nikita Mikhalkov