In sala a partire dal 30 ottobre – The Ugly Stepsister, la trasposizione cinematografica dai toni horror di una delle fiabe più amate di sempre – Cenerentola. Diretto dalla regista emergente Emilie Blichfeldt e distribuito da I Wonder Pictures, il film è una riflessione sulla tendenza alla perfezione corporea ossessiva e irraggiungibile.
The Ugly Stepsister una rilettura gore e horror di Cenerentola
The Ugly Stepsister Dieta e chirurgia nella nuova versione della Cenerentola
In Swedlandia, il regno immaginario dall’atmosfera ottocentesca, Rebekka, una donna aristocratica sul lastrico e mamma di due figlie, Elvira e Alma, tenta di risollevare la propria condizione economica sposando Otto, padre della giovane e bella Agnes. Le tre ragazze si trovano costrette a convivere sotto lo stesso tetto con non poche difficoltà, soprattutto, dopo la morte improvvisa di Otto che fa crollare il rapporto già fragile tra Agnes e la matrigna. Con l’annuncio del ballo in cui il principe Julian sceglierà la futura sposa, Rebekka spinge la figlia Elvira a cambiare il proprio aspetto fisico sottoponendosi a numerose chirurgie, diete e mutilazioni corporee pur di arrivare alla perfezione. La Cenerentola per eccellenza, si concentra, in questo caso, sui lati nascosti della fiaba in cui la progressiva discesa di Elvira in un inferno folle e doloroso ci restituisce una visione deformata, ma sorprendentemente attuale della storia.

The Ugly Stepsister diretto da Emilie Blichfeldt.
Sangue e pastello
Con The Ugly Stepsister, Emilie Blichfeldt si afferma come una delle voci più promettenti dell’industria cinematografica internazionale. La cura straordinaria della regia e della fotografia definisce un’impronta stilistica forte e personale, sospesa tra l’immaginario fiabesco e il gore grottesco e tragicomico. Le luci pastello che raccontano i sogni di Elvira contrastano con i colori aspri e freddi della realtà. È un continuo conflitto tra visioni patinate e cruda violenza, tra il suo mondo interiore e la brutalità dei gesti che infligge al proprio corpo. Il tutto è ampiamente sottolineato dagli zoom improvvisi che accompagnano Elvira nella discesa psicologica mascherata da continue illusioni. È straordinaria la recitazione di Lea Myren che si è prestata ai cambiamenti del corpo e al lavoro con temi di una sensibilità unica interpretando un personaggio molto complesso. La sua visione di Elvira è ingenua e vulnerabile, ma allo stesso tempo determinata e disposta al sacrificio nonostante la sofferenza fisica e mentale. Un ruolo che mette di fronte al dolore, alla disabilità e alla tortura regalando una performance eccellente.

The Ugly Stepsister diretto da Emilie Blichfeldt.
L’estetica del dolore
The Ugly Stepsister è una fiaba cruda, viscerale, ma estremamente attuale, nonostante la sua ambientazione ottocentesca. È un’opera che riflette sulla tirannia dell’estetica, sulla mercificazione del corpo femminile e sull’angoscia di chi cerca di corrispondere a un ideale irraggiungibile. Non è un film per tutti: ci sono diverse sequenze di autolesionismo ed effetti collaterali delle cure dimagranti estreme che lo rendono sconsigliato a chi soffre di disturbi alimentari, ma la sua bellezza visiva è innegabile. Proiettato nella sezione Panorama del 75º Festival Internazionale del Cinema di Berlino, The Ugly Stepsister è una delle sorprese più potenti dell’anno da recuperare assolutamente.