‘Ciao casa mia’, il documentario animalista di Andrea Morabito
Al 28° Festival CinemAmbiente, Morabito presenta 'Ciao casa mia', un corto dedicato agli animali abbandonati di Scampia e al lavoro di un gruppo di volontari per salvarli
Alla 28esima edizione del Festival CinemAmbiente di Torino, Ciao casa mia è il corto di Andrea Morabito presentato nell’ambito di L’uomo e la bestia, format nato con l’intento di stimolare giovani cineasti a realizzare un loro film documentario nell’ottica di un cinema ecologico e partecipato. Un documentario, prodotto da LAV in collaborazione con Marechiarofilm e con il contributo del MIC, dedicato alle Vele di Scampia e agli animali che, in seguito allo sgombero dei residenti, ancora le popolano.
Un viaggio tra le macerie di un’opera (e di un intero mondo) in abbandono assieme a un gruppo di volontari e al loro sforzo quotidiano per dare a quegli ospiti indesiderati una nuova casa o, almeno, una nuova speranza.
Ciao casa mia – I volontari delle Vele di Scampia
Beatrice e Vincenzo sono volontari che fanno parte di associazioni animaliste. Dopo il progressivo sgombero dei residenti del complesso di edilizia popolare delle Vele di Scampia, destinato a essere abbattuto, vengono chiamati per occuparsi di tutti quegli animali domestici lasciati indietro, abbandonati o che, nel tempo, si sono inselvatichiti. Un lavoro complesso e persino frustrante, ma fondamentale per poter davvero costruire una nuova alternativa.
Tra le macerie di un mondo
A dispetto di un tema apparentemente marginale, sicuramente non in testa alle priorità dell’agenda ecologista e animalista attuale, dopo aver visto un documentario come Ciao casa mia (il titolo riprende una scritta comparsa sui muri delle Vele alla vigilia dello sgombero) viene quasi da rimpiangere il fatto che il regista Andrea Morabito non abbia adottato il formato del lungo per la sua storia.
Perché negli appena venti minuti che compongono questo corto presentato al Festival CinemAmbiente di Torino, c’è un intero mondo. Una realtà che scorre parallela a quella raccontata da tanta fiction degli ultimi anni e che ne rappresenta, di fatto, quasi un controcanto marginale, uno sguardo sulle sue macerie e su chi, volente o nolente, si ritrova ad abitarle.
Resistere all’abbandono
Nelle storie di Beatrice e Vincenzo, volontari LAV e ANPANAFMC impegnati a salvare cani e gatti abbandonati (a volte non per negligenza ma per drammatica necessità) tra ciò che resta delle Vele di Scampia, ci sono infatti tutte le storie di chi, quotidianamente, si adopera in situazioni apparentemente piccole e periferiche, ma capaci di fare davvero la differenza per chi ne è coinvolto.
Con sguardo diretto e partecipe, che non arretra nemmeno davanti alle immagini più desolanti, inseguendo ora un gatto zoppo e diffidente ora una pitbull e la sua cucciolata, Andrea Morabito confeziona così una piccola storia di resilienza e speranza quotidiane. Un film che risponde al degrado e all’abbandono con la tenacia di donne e uomini capaci di fare della cura la propria arma più forte. Consapevoli, finalmente, di essere nel posto giusto al momento giusto.