Il documentario La montagna magica è un documentario diretto da Micol Roubini in programma al 28°Festival CinemAmbiente di Torino presentato nella sezione Made in Italy.
Il documentario tra cronaca e cinema
L’ex miniera di amianto di Balangero a nord-ovest di Torino, dal 1918 al 1990, fu la più grande cava a cielo aperto d’Europa. Oggi è centro di un esteso progetto di bonifica ma i segni legati all’attività estrattiva sono ancora ben visibili. In un ambiente prezioso, costituito da un ecosistema che fortunatamente si sta rigenerando, si mettono insieme testimonianze di vita vissuta, storie, studi e ricordi che hanno animato la vita e il territorio di chi ha “respirato” la vecchia miniera.
La regista, già vincitrice del Premio Innovazione Cinematografica Gabbiano, al Bellaria Film Festival, prende spunto dalla vicenda reale della chiusura di Balangero per costruire un viaggio in cui racconto, cronaca e testimonianza si uniscono.
Al centro rimane sempre la montagna con i suoi paesaggi e con la sua natura ma a fare da cornice alle riprese, emergono le voci di chi racconta memorie e storie vissute sul territorio. A ricostruire la realtà o meglio la cronaca del luogo, ci pensa la voce fuori campo che, quasi come se fosse un diario, appunta ciò che di importante è giusto ricordare. In un flusso di coscienza corale fatto di voci, immagini, materiale d’archivio ed indagine, la regista realizza un documentario che unisce riflessione, denuncia e memoria.
La montagna, svuotata e poi abbandonata, luogo di lavoro e di vita vissuta è l’espediente grazie al quale si vuole focalizzare l’attenzione sul potere evocativo di certi luoghi che si trasforma in riflessione legandosi al rapporto tra essere umano e territorio.
La montagna magica mostra una drammaturgia nuova
Il documentario è allora un’insieme di suoni e immagini che diventa cinema senza seguire una linea ben precisa. Lo fa nel trattare le tematiche ( rapporto uomo- natura, memoria, potere evocativo dei luoghi) e nel veicolare i messaggi (denuncia ecologista).
Si assiste ad una forma drammaturgica nuova, che unendo racconto del reale e perfomance, costituisce una novità nel panorama documentaristico. In questo lavoro infatti la dimensione del sogno e quella della realtà si mischiano costantemente ma trovano la forza di non sovrapporsi determinando l’autenticità di questo lavoro.
Un lavoro interessante sia nella forma che nei contenuti da cui poter, senz’altro, provare a prendere spunto.
La regista
Micol Roubini realizza film, video e installazioni che espone in Italia e all’estero. Il primo lungometraggio La strada per le montagne (2019), in concorso a Cinéma du Réel e in altri festival europei, vince il Premio Corso Salani al 31° Trieste Film Festival. Co-fondatrice de L’Altauro, per lo sviluppo di arte e cinema d’autore, firma la sceneggiatura di diversi progetti cinematografici tra cui L’apprendistato di Davide Maldi, presentato al 72° Festival di Locarno e al Doc Fortnight presso il MoMA di New York.