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Korea Film Festival

‘In our day’ di Hong Sang-soo, sulle schiavitù dei nostri tempi

Presentato al Florence Korea Film Fest nella sezione Orizzonti Coreani l’ultima opera del 2023 del regista asiatico

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In our day di Hong Sang-soo (A traveler’s need, La collina della libertà) è un’ode un po’ malinconica che il veterano regista offre alle dipendenze della vita, senza mai abbandonare il suo approccio poetico.

In our day di Hong Sang-soo, la trama

Questa opera si divide per capitoli, e sono due le microstorie presentate, il cui filo conduttore è la “dipendenza” da qualcuno o qualcosa. Si rifletta su come l’essere umano dipenda, più o meno volontariamente o serenamente. C’è il poeta schiavo del fumo e dell’alcool che deve scendere a patti con la propria salute; c’è la sorella che vive sulle spalle dell’altra, la quale a sua volta ha un legame strettissimo con il proprio animale domestico. Ma c’è anche il giovane ammiratore che (di)pende dalle labbra del maestro e quasi distorce i suoi precetti.

Sono situazioni piccole da cui si scatenano grandi conseguenze.

Poetry has to be written when you are young,

It is not something you write when you’re old.

Hong Sang-soo

Una conferma d’autore

Hong Sang-soo è famoso per le chiacchierate, lo small talk, e quelle scene piano sequenza che procedono lente con punti macchina generalmente laterali. Non si smentisce neppure in questa sua nuova produzione, che segue a pochissima distanza il precedente In water, a dimostrare come la snellezza della sua narrativa è snellezza produttiva. E gli consente di portare rapidamente in immagine le sceneggiature, che sforna con assiduità.

In our day, malgrado la brusca frenata che si avverte una volta che ci si siede in sala, ha una sua velocità narrativa. Una sua cadenza che è per lo più dettata dalla vita quotidiana, da quello che succederebbe se in quelle situazioni fossimo stati davvero presenti.

Ma la peculiarità filmica di Hong Sang-soo è ormai una missione: nella società più rapida dell’Asia, che ha fatto del pali-pali (veloce veloce), il suo leitmotiv di vita, il regista Hong opera la sua protesta pacifica e rallenta, modera, dilata e appesantisce. Per ricordare che esiste tutto un mondo dietro alla lentezza, che si apprezza solo progredendo a quello specifico ritmo.

In our day

Il profumo della narrativa asiatica

Nel terzo episodio, il regista si concede una riflessione che ricorda così da vicino le opere di esordio di Ryusuke Hamaguchi e la sua indagine/interrogazione meta-teatrale: attori che recitano e discorrono della recitazione come di un territorio di confine tra falsità e creazione. È molto interessante assistere alla critica del personaggio di Jisoo di In our day nei confronti delle rigide convenzioni della professione che le impediscono “l’onestà”: quando la peculiarità dell’attore sta proprio nella dissimulazione.

C’è un elemento che accomuna le storie ed è la gochujang, questa salsa piccante che viene usata per insaporire i cibi coreani e di cui evidentemente i protagonisti abusano nei loro ramen, per restituire un po’ di verve alla vita disillusa.

La conclusione del regista è che per quanto uno tenti di fuggire, le proprie dipendenze lo riprendono comunque. Con fare nostalgico e rassegnato si chiude così l’ennesimo capitolo del regista/one-man-show coreano. Un altro film che si potrebbe leggere o ascoltare, anche senza guardare, per ottenere l’essenza della sua ricerca sulla natura umana, a cui si assiste più come se fosse uno spettacolo a teatro.

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In our day

  • Anno: 2023
  • Durata: 84 minuti
  • Distribuzione: FineCut Co. Ltd
  • Nazionalita: Corea del Sud
  • Regia: Hong Sang-soo