Prodotto da Brad Pitt (e da esso interpretato) e diretto da un buon regista, quale Marc Foster (Monster’s Ball, Neverland – Un sogno per la vita, Il cacciatore di aquiloni), World War Z è la trasposizione cinematografica del romanzo World War Z. La guerra mondiale degli zombi di Max Brooks del 2006, di cui la Plan B Entertainment (di Brad Pitt) riuscì a ottenere i diritti, in concorrenza contro la Appian Way di Leonardo DiCaprio. Non era semplice rimettere le mani su un genere abusato come quello degli zombi, che, evidentemente, nulla ha più da aggiungere (anche e soprattutto in chiave metaforica), senza ricadere in un’iconografia esautorata, stantia. Grazie a una messa in scena a tratti maestosa, imponente, mai vista prima (ci si riferisce in particolare all’indimenticabile sequenza della catena di ‘non morti’ che, forsennatamente, tenta, riuscendoci, di varcare il muro di cinta eretto da Israele per isolarsi dal contagio), però, questo nuovo capitolo risulta quanto mai gradevole, se non altro proprio per la rivitalizzazione visiva cui dà corpo, intrattenendo piacevolmente chi guarda. Gli zombi di World War Z – e questa è la variante più significativa – non strascinano il passo, ma sono veloci, velocissimi, per cui scampare a un loro improvviso attacco è davvero un’impresa ardua (chiederei, però, soccorso, al collega Francesco Lomuscio, noto esperto del genere, per avere conferma sull’effettiva originalità di questa caratteristica, che forse, se chi scrive non erra, si era già vista in 28 giorni dopo di Danny Boyle).
E poi, manco a dirlo, il sotto testo (che a rigore sotto testo non è, in quanto viene esplicitamente dichiarato all’inizio del film): stavolta l’ondata di contagi è dovuta al disdicevole comportamento umano in riferimento alla cura e al rispetto dell’ambiente. La Terra è ridotta al collasso e, allora, genera mostri, quasi per impedire agli esseri umani di proseguire con l’insostenibile scempio causato dal massiccio sfruttamento delle risorse del pianeta, con tutti gli effettivi disastrosi provocati. Eppure, anche la più grande minaccia ordita dalla Natura per preservarsi ha un punto debole, da tenere presente per escogitare, in tempi relativamente brevi, una strategia atta a contenere la diffusione dell’epidemia, e, semmai, per creare un vaccino che elimini il problema alla radice.
Gerry Lane (Pitt) vaga celermente da una parte all’altra del mondo alla ricerca di una traccia dell’origine dell’infezione, per cercare di risalire alla causa scatenante e mettere in atto alcune, efficaci, contromisure. Il tempo stringe, le città di quasi tutte le nazioni sono in balia degli zombi, la cui avanzata è inarrestabile. Alla connotazione squisitamente horror si aggiunge, dunque, anche quella dell’azione più sfrenata; il sangue c’è, ma non se ne abusa, piuttosto si è molto puntato sull’effetto-spavento prodotto dalle improvvise, fulminee, apparizioni dei rapidissimi mangiatori di carne, i quali, se destati da qualche rumore, passano immediatamente dalla fase dormiente (durante la quale camminano lentamente senza meta) a quella della caccia senza sosta.
Comunque, detto per inciso, World War Z è un film che va visto: tentare di descriverlo comporterebbe solo un appiattimento della sua forza iconografica, la quale, invece, necessita di un accurata visione che permetta di giudicarne fino in fondo il valore. Che aggiungere, dunque? In attesa del secondo capitolo, che dovrebbe essere diretto niente meno da David Fincher, non esitate, acquistate l’edizione esclusiva steelbook (2 blu ray+dvd) e godetevi lo spettacolo.
Pubblicato e distribuito da Universal Pictures, World War Z è disponibile in home video, in formato 2.40:1 con audio (DTS-HD Master Audio 7.1 e DD 5.1) in varie lingue e sottotitoli opzionabili. Ricca è anche la sezione extra: Le origini; La scienza; WWZ: la produzione.