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Apocalypse of the dead riporta gli zombi in alta definizione

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Il suo titolo originale è Zone of the dead, ma nelle nostre sale cinematografiche non lo si è mai visto ufficialmente, anche se qualche rassegna tricolore ha avuto modo di ospitarlo all’interno del proprio programma.

Co-produzione tra Serbia, Spagna e Italia che, girata in digitale, ha segnato nel 2009 l’esordio dietro la camera di ripresa per Milan Konjevic e Milan Todorovic, è finalmente disponibile nel mercato dell’home video italiano grazie a Pulp Video, che lo ha però ribattezzato Apocalypse of the dead, lanciandolo anche su supporto blu-ray.

Uno zombie movie destinato a prendere il via dal momento in cui, richiamando in un certo senso alla memoria la sequenza iniziale del Planet terror diretto due anni prima da Robert Rodriguez, un gas tossico viene disperso in maniera accidentale nell’aria, rivelandosi portatore di un pericoloso virus batteriologico.

Virus stavolta derivato addirittura dalla peste e che, capace di trasformare i comuni mortali di Pancevo e dintorni in ributtanti esseri affamati di carne umana, non può fare a maeno di suggerire l’allegoria relativa al fatto che la città più tossica d’Europa si trovi a fare da scenario al nuovo scontro tra infetti antropofagi ed immancabile manipolo di eroici combattenti.

Manipolo di eroici combattenti che, oltre al pericoloso criminale incarnato dal bostoniano Emilio Rosso, include due agenti dell’Interpol costretti ad unirsi a lui per la sopravvivenza e interpretati dalla Kristina Klebe di Halloween: The beginning e dal Ken Foree noto al pubblico degli appassionati di orrori su celluloide in quanto protagonista dell’intramontabile Zombi di George A. Romero.

Apocalypse of the dead1

Del resto, man mano che apprendiamo che quest’ultimo vanta un passato al servizio della CIA e che una certa economia di fondo traspare sia dall’abbondanza di inquadrature caratterizzate da stretti campi di ripresa che dai pochi “morti viventi” immortalati durante i vari attacchi, la circa ora e quaranta di visione non manifesta altro che i connotati di un appassionato campionario di citazioni ed omaggi ai classici e ai maestri del genere.

Perché, se già l’idea dei poliziotti uniti al pregiudicato rimanda inevitabilmente a Distretto 13 – Le brigate della morte di John Carpenter, non mancano personaggi che si chiamano Savini e Bottin come i due famosissimi tecnici degli effetti speciali nel corso dell’operazione, impreziosita da una riuscita atmosfera notturna ulteriormente condita di toni cupi e fumi nebbiosi.

Atmosfera sfruttata per immergervi le mostruose creature che, a volte lente e dinoccolate alla vecchia maniera, altre veloci e scattanti come vuole la tradizione su celluloide dei living dead d’inizio terzo millennio, accompagnano lo spettatore verso la riuscita fase conclusiva del movimentato insieme… in questo caso proposto con una sezione extra spaziante da un making of di oltre mezz’ora a cinque spot televisivi, passando per due trailer, un video musicale e otto minuti di sguardo alla realizzazione del trucco dei cadaveri passeggianti.

Francesco Lomuscio

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