Water Sports di Whammy Alcazaren è una meravigliosa visione che mescola gli stili visivi e cinematografici più diversi: dal surrealismo di Salvador Dalí alle riviste gay, dalle ombre espressioniste alla videoarte, fino ai linguaggi più moderni delle storie dei nuovi social. Water Sport racconta l’amore e il buonumore anche di fronte alla vicina apocalisse climatica, in cui il sol dell’avvenire sarà il calore dell’astro che ci brucerà.
Per sapere di più di questo cortometraggio dal linguaggio così originale, abbiamo intervistato il suo regista, il filippino Whammy Alcazaren.
Com’è nata l’idea di Water Sports?
Water Sports è il mio secondo cortometraggio, il mio primo è stato Bold Eagle, del 2022. Ho iniziato come scenografo molti anni fa e volevo tornare alla regia. Bold Eagle ha uno stile simile a Water Sports. È anch’esso un film LGBTQ+. Volevo realizzare un altro cortometraggio, che fosse molto personale, mettendo in luce l’amore queer. Volevo che ne fosse la radice. E volevo ambientarlo nel mondo in cui viviamo ora, pensando al futuro, considerando tutto quello che sta succedendo, i disastri, i problemi e, più immediatamente, quello che sta flagellando le stesse Filippine: il cambiamento climatico. Water Sports desideravo fosse, allo stesso tempo, molto personale e molto sociale, qualcosa in cui tutti potessero identificarsi. È un film speciale per me.

Water Sports
Water Sports mette insieme stili e ispirazioni molto diverse. Come si tiene tutto questo in soli 20 minuti?
Ho una formazione non solo nella regia cinematografica, ma anche nella scenografia e nelle arti visive. Traggo molta ispirazione da queste ultime. Il mio lavoro come scenografo è soprattutto per spot pubblicitari. In quel mondo, ciò che c’influenza davvero sono i social media. Water Sports è plasmato da quel nuovo stile visivo, il modo in cui si vedono le storie su Instagram o si raccontano su TikTok. Tutto questo mi ha ispirato per creare Water Sports. Sento che, al giorno d’oggi, come si racconta una storia attraverso le immagini, il video storytelling, è totalmente permeato da questo nuovo tipo di narrazione frenetica, frutto di una nuova cultura pop.
Il cambiamento climatico è la scintilla narrativa di Water Sports. Quanto ti spaventa?
Quello che mi spaventa di più del cambiamento climatico è che molte persone non lo prendano abbastanza sul serio. È per questo che Water Sports lo tratta come una commedia. Mostra davvero quanto siamo ciechi di fronte alla realtà delle cose. Eppure, nelle Filippine, soffriamo quotidianamente del cambiamento climatico: pioggia costante, alluvioni e, allo stesso tempo, molto molto caldo. Quindi lo viviamo ogni giorno, ma nessuno lo prende sul serio. Pensiamo ad altro. Ci distraiamo. Cerco di mostrare questo in Water Sports. Il modo in cui percepiamo la fine del mondo è svagato e, per questo, così spaventoso.

Water Sports
Che cos’è per te la forma del cortometraggio?
Io ho iniziato girando lungometraggi. Ne avevo realizzati tre prima di esordire con il cortometraggio, tre anni fa. Credo sia un genere a sé stante. La gente continua a dire che è solo un trampolino di lancio per il lungometraggio, ma credo che, con il formato del corto, si possano creare storie nuove e uniche, proprio per la sua lunghezza. E mi fa sentire più libero di fare ciò che voglio, c’è meno pressione e più spazio per sperimentare.
Che atmosfera si respira qui a Sedicicorto?
Adoro Sedicicorto. Ho sempre desiderato venire in Italia, sin da giovanissimo, quando studiavo cinema: quello italiano è sempre stato uno dei miei preferiti. E amavo l’Italia non solo per il cinema, ma anche per la gente e il cibo. È un sogno essere qui, è un posto molto accogliente. L’atmosfera a Sedicicorto è diversa rispetto agli altri Festival in cui sono stato, perché crea una vera comunità, oltre a essere molto stimolante intellettualmente.

Water Sports
Qui a Sedicicorto, Water Sports ha ricevuto il Premio speciale Crazy Short: ti ritrovi in questa definizione crazy e quanto ti piace?
È molto divertente. Adoro quando la gente non si chiede a che genere appartenga Water Sports. È molto confortante che qualcuno dica semplicemente: ci piace e lo accettiamo per quello che è. Lo apprezziamo per quanto sia folle, perché sento che questo è il cinema che m’interessa creare. Non voglio realizzare quello che fanno tutti gli altri. Voglio essere me stesso attraverso i film. Io sono abbastanza convinto che è la follia che ci porta a fare cinema oggi. Sono stato definito pazzo molte volte, lo trovo un termine perfetto, io faccio un cinema pazzo e sono orgoglioso che sia così. Quando il direttore di Sedicicorto, Gianluca Castellini, mi ha contattato, è stata una sorpresa. Ho dovuto chiedere al nostro distributore: chi è? È vero? Sembrava uno scherzo per quanti complimenti mi ha fatto.
Il cinema filippino si vede poco in Italia, ma ha una sua tradizione e identità. Verso dove credi stia andando oggi?
Oggi il cinema filippino più noto all’estero è legato a nomi di registi come Brillante Mendoza e Lav Diaz, con i loro film social-realisti. C’era anche una parte significativa della nostra cultura cinematografica fatta di film horror. Non più così importante, ora. Si è un po’ spenta in favore di commedie romantiche, ma sta tornando in auge grazie ad alcuni registi. Riguardo Brillante Mendoza e Lav Diaz, sono oggi i maestri del cinema filippino. Eppure il loro stile narrativo, molto lento, è l’opposto del mio. Ne sono consapevole, faccio qualcosa di completamente diverso. Comunque, le Filippine non sono solo quel tipo di cinema, abbiamo anche film più sperimentali e divertenti, una gamma davvero ampia da mostrare al mondo. Se dovessi dare delle percentuali, direi che il cinema filippino è composto al 60% da commedie romantiche, al 30% da film horror e il 10% da tutto il resto.
Che progetti stai sviluppando di cui ci vuoi parlare?
Water Sports non rimarrà solo un cortometraggio. È stata anche una prova di fattibilità per una versione cinematografica lunga, che abbiamo sviluppato negli ultimi due anni. Si chiamerà Noodles. Un progetto che sto amando da tempo. Si parlerà anche di bambini in un’epoca di cambiamenti climatici futuri, ma questa volta ci saranno pure gli alieni.

Whammy Alcazaren