Scelto come film di apertura, presentato tra gli eventi speciali della 40esima edizione della Settimana della Critica, Stereo Girls è un’opera piccola ma sorprendente, dal sapore nostalgico e dai sentimenti travolgenti. E ci tiene a precisarlo subito la voce fuori campo della protagonista, perfettamente incarnata da Léna Garrel, che mette in guardia coloro che non credono alla vera amicizia.
Miglior film alla 46esima edizione del Festival di Cinema e Donne.
In cabina di regia, la francese Caroline Deruas Peano mette anima e cuore e realizza un vero e proprio gioiello, affidandosi probabilmente ai ricordi della sua infanzia, dei quali rimane una traccia profonda che tocca indistintamente tutti.
Stereo Girls | La trama
Charlotte (Garrel) e Liza (Louiza Aura) hanno diciassette anni e un’amicizia che le lega da sempre. Niente e nessuno può intrommettersi tra loro, nemmeno le prime infatuazioni con tanto di figuracce che scatenano piccoli litigi. Sebbene diverse, anche come provenienza sociale, condividono un sogno: sfondare come duo musicale dall’improbabile nome a Parigi. La realtà della cittadina in cui vivono, nel Sud della Francia, va loro un po’ stretta, ma devono aspettare ancora un po’ per tentare il grande passo. Nel frattempo, le loro giornate trascorrono a casa dell’una o dell’altra, a fare prove con microfono, tastiera e quaderno alla mano.

Dopo aver trascorso l’ennesima estate insieme, Charlotte e Liza riprendono le lezioni a scuola, dove ritrovano il gruppo di amici e, soprattutto, il professore di educazione fisica (Aymeric Lompret), per cui Liza ha una cotta. Proprio durante una delle sue lezioni, la giovane ha un malore e sviene improvvisamente. L’esistenza di Charlotte e di chi le gravita intorno viene sconvolta per sempre dalla perdita dell’amica.
Sopraffatti dalla narrazione
Ambientato negli anni Novanta, di cui si arriva a respirare lo spirito, la musicalità, l’energia, il film ha qualcosa di speciale, che ha a che fare con la comprensione vera di un sentimento come l’amicizia. Liza e Charlotte hanno un rapporto particolare, che somiglia alla sorellanza ma che in realtà è molto di più. Il senso di vuoto che si trova a vivere Charlotte nel momento in cui resta sola appare spaventoso, una voragine che la risucchia senza possibilità di replica. E non dipende dal fatto che abbia solo 17 anni, perché con Liza sparisce un pezzo di se stessa. Stereo Girls rende in maniera così intensa e tangibile quella sensazione da sentirsene, tutto a un tratto, sopraffatti.

Eppure la bellezza della pellicola è nel saper dare importanza ai ricordi, alla memoria, al desiderio di continuare per portare avanti un progetto iniziato insieme. La sceneggiatura, scritta dalla Deruas Peano, insieme a Jihane Chouaib, Maud Ameline e Victoria Kaario, abbraccia tutta una gamma di emozioni che fanno parte della vita, sebbene ne venga raccontato solo un piccolo spaccato. Una scomparsa lascia sempre dietro di sè una scia di dolore, che accomuna persone anche sconosciute tra loro, unite da un bisogno atavico di trovare un senso. Con un finale che dà un bel segnale di speranza, Stereo Girls vanta inoltre splendide prove attoriali e una colonna sonora con le musiche di Calypso Valois.
Stereo Girls intervista al cast e alla regista Caroline Deruas Peano