Con Portobello torna in cabina di regia Marco Bellocchio, impegnato questa volta a raccontare una delle figure più popolari e amate del nostro Belpaese, Enzo Tortora. Prima produzione originale italiana annunciata da Warner Bros. Discovery per la nuova piattaforma streaming HBO Max (in arrivo nel 2026), la serie viene presentata Fuori Concorso all’82esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. A dare vita al protagonista, un eccezionale Fabrizio Gifuni, contornato da fuori classe come Lino Musella – fulcro indiscusso del primo episodio – e Romana Maggiora Vergana.
Sviluppata in 6 episodi, Portobello è una produzione OUR FILMS, società del gruppo Mediawan, e KAVAC FILM, in coproduzione con ARTE France ed in collaborazione con Rai Fiction e The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle. È prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Our Films e da Simone Gattoni per Kavac Film.
Portobello | La trama della nuova serie di Marco Bellocchio
Tra gli anni Settanta e Ottanta, l’Italia è in uno dei suoi periodi più floridi, sebbene il traffico di stupefacenti causi non pochi problemi alle forze dell’ordine, impegnate come sono a sgominare criminali e a impedire che si ammazzino tra loro. Mentre il boss della NCO (Nuova Camorra Organizzata), Raffaele Cutolo (Gianfranco Gallo) detto O’Professore, si trova nel carcere di Poggioreale, insieme al suo insostituibile e affezionato scribacchino, Giovanni Pandico (Musella), Enzo Tortora (Gifuni) riscuote un successo starbiliante con il suo programma televisivo Portobello, che riunisce tutto il paese, senza distinzione di età, appartenenza o situazione, davanti al piccolo schermo.
Mi sembra che non sappiamo più distinguere le cose importanti.
Convinto di poter comunicare telepaticamente con il presentatore e deciso a farsi ascoltare, Pandico gli spedisce un pacco di centrini fatti a mano da lui. Il plico non arriverà mai a destinazione, ma Tortora comincia a preoccuparsi delle attenzioni di questi malavitosi, che conoscono sinanche il suo indirizzo di casa. Alla soglia del rinnovo del programma e qualche anno dopo il terribile terremoto dell’Irpinia del 1980, il presentatore finisce infatti invischiato in quello che si rivelerà uno dei più grandi errori del sistema giudiziario italiano.
Un errore giudiziario di cui ricordarsi
Se il titolo già suggerisce di cosa parli, il progetto contiene in sé una moltitudini di questioni e di suggestioni che probabilmente solo uno come Bellocchio avrebbe potuto gestire così bene. Con lucidità e ironia, la scrittura presenta un personaggio a tutto tondo, di cui (ri)scopriamo il lato pubblico e quello privato, insieme al contesto di cui fa parte e, soprattutto, che ha segnato. Non solo con la sua presenza – una certezza per 28 milioni di italiani – ma anche con la sua personalità, le idee, le azioni. Ancora oggi Enzo Tortora è una figura ricordata e apprezzata, considerato tra i padri fondatori della televisione italiana, alla quale ha dedicato la sua esistenza, sacrificando spesso una parte di sè.

Cosa c’è che non va con i buoni sentimenti?
Portobello descrive alla perfezione il quadro storico, politico, sociale e culturale di quegli anni, immergendovi lo spettatore e catturandone l’attenzione con dettagli scenografici, musicali, stilistici. Il filtro della commedia agevola il ritmo della narrazione, meravigliosamente sostenuta dalla sceneggiatura. Ogni battuta centra l’obiettivo, andando a delineare i vari personaggi in gioco, tasselli fondamentali del racconto. Partendo così da un fatto realmente accaduto e di cui è importante tenere traccia, si riflette sugli uomini di ieri che sono poi gli stessi di oggi, sui loro errori e sulla superbia che rischiano di intaccare la verità.
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