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Doc Talk: i primi favoriti per l’Oscar 2026 al miglior documentario

Un’analisi approfondita del podcast Doc Talk sui documentari più accreditati nella corsa all’Oscar 2026.

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Negli ultimi anni la categoria Miglior Documentario agli Academy Awards si è distinta per l’attenzione rivolta a opere di forte rilevanza politica e sociale. A partire da Navalny nel 2022 fino ai successi più recenti di 20 Days in Mariupol e No Other Land, la statuetta è spesso andata a film che affrontano conflitti internazionali, diritti civili e questioni di stringente attualità.

Con l’avvio della nuova stagione cinematografica il podcast Doc Talk, prodotto da Deadline in collaborazione con Nō Studios, ha dedicato un episodio alle prime opere che stanno emergendo come possibili contendenti all’Oscar 2026 per il Miglior Documentario. A condurre la conversazione sono il premio Oscar John Ridley (12 anni schiavo, Shirley) e il giornalista Matt Carey, affiancati per l’occasione dalla critica cinematografica Lauren Wissot, collaboratrice di Filmmaker Magazine e Documentary.

Nomi di spicco e titoli promettenti

Tra i nomi già noti all’Academy spicca quello di Mstyslav Chernov che, dopo l’acclamato 20 Days in Mariupol, firma 2000 Meters to Andriivka, una nuova opera ambientata nel cuore del conflitto ucraino. Torna anche Ahmir Thompson (Questlove), vincitore dell’Oscar con Summer of Soul, che propone quest’anno Sly Lives! conosciuto anche con il titolo The Burden of Black Genius, dedicato alla figura complessa e rivoluzionaria di Sly Stone.

Tra le produzioni più promettenti figura Antidote di James Jones, recentemente acquisito da Frontline, con protagonista il giornalista investigativo Christo Grosev, già noto per il suo ruolo centrale in Navalny.

Destano attenzione anche alcuni titoli emersi nei circuiti festivalieri: Seeds di Brittany Shine, seppur in attesa di una distribuzione ufficiale, ha già conquistato numerosi riconoscimenti, mentre The Perfect Neighbor, diretto da Geeta Gandbhir e distribuito da Netflix si presenta come un forte candidato.
Positivo anche il riscontro per Life After, secondo lungometraggio di Reid Davenport che, secondo Ridley e Wissot, potrebbe ottenere visibilità anche al di fuori del circuito documentaristico.

Antidote (2024)

Le nuove direzioni del racconto documentario

Il panorama si arricchisce di titoli sorprendenti: un documentario su un artista caduto in disgrazia, un’opera originale sul conflitto israelo-palestinese e un film su un uomo comune che sfida un potente leader. Tra i progetti in discussione anche documentari d’inchiesta e osservazione sociale, tra cui uno girato in Cina sul bizzarro fenomeno dei professionisti incaricati di porre fine a relazioni extraconiugali e un altro sull’ascesa della destra religiosa come forza politica radicale.

Le preferenze personali dei conduttori di Doc Talk

Infine, i conduttori hanno espresso alcune preferenze personali indicando i titoli che, pur non ancora al centro dell’attenzione mediatica, meriterebbero un posto nella corsa agli Oscar. Tra questi spicca un documentario dedicato a un grande regista del passato, la cui biografia è segnata da un controverso legame con il nazismo.

Una stagione che promette grande competizione

L’episodio di Doc Talk delinea un panorama documentaristico in evoluzione, segnato da un equilibrio tra autori affermati, nuove voci e una forte attenzione ai temi di maggiore rilevanza globale. La corsa all’Oscar 2026 per il Miglior Documentario si preannuncia articolata e competitiva. Sarà determinante osservare nei prossimi mesi il percorso di questi titoli tra festival, strategie distributive e accoglienza critica, per comprendere quali opere sapranno imporsi all’attenzione dell’Academy.