La 73ª edizione del Trento Film Festival ha premiato con la Genziana d’oro Miglior film – Gran Premio “Città di Trento” il film Donde los árboles dan carne di Alexis Franco. Prodotto da Roberto Minervini, il film racconta la dura lotta di Omar, un allevatore argentino che, in un periodo di lunghissima siccità, cerca di tenere in vita le sue mucche contando solo sulla propria forza e sul legame affettivo con la sua famiglia. La Giuria internazionale ha motivato così la sua scelta:
“Con uno sguardo intimo e rigoroso, ma altrettanto potente, Alexis Franco ci conduce nel cuore della Pampa argentina, dove diverse generazioni affrontano le conseguenze della desertificazione e la dissoluzione di un mondo che sembrava immutabile. Il regista compone un film sospeso tra finzione e realtà: un neo-western umanista che decostruisce e reinventa il mito maschile del gaucho, restituendo dignità e fragilità a una comunità che resiste senza retorica. La narrazione si sviluppa tra gesti quotidiani e paesaggi aridi, evocando un’epica silenziosa che interroga il nostro rapporto con la terra e con il tempo”.
Il premio Genziana d’oro Miglior film di alpinismo – Premio Cai è andato a Adra di Emma Crome. Un documentario che esplora la storia e la cultura dell’arrampicata nel Galles del Nord, una delle realtà più vive e significative del panorama mondiale. La motivazione della Giuria recita:
“ci accompagna in un’avvincente avventura attraverso la storia, la cultura e la comunità del Galles del Nord, uno dei centri più vibranti al mondo per l’arrampicata. Questo film cattura l’essenza, il cuore e l’anima dell’arrampicata, dal suo spirito ribelle fino al modo in cui unisce le persone e dà loro un senso di appartenenza. Siamo trasportati nel paesaggio diversificato del Galles del Nord e questo film ci fa desiderare di andarci e magari condividere la cordata con alcuni di quei personaggi eccentrici. Ma soprattutto, ci ricorda che, anche se le corde e i moschettoni possono essere utili per l’arrampicata, non bisogna mai dimenticare lo stile”.
I premi del Trento Film Festival non finiscono qui
La Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventura – Premio “Città di Bolzano” è stata conferita a All The Mountains Give di Arash Rakhsha. Il regista, autodidatta con un passato da contrabbandiere, ha impiegato sei anni per raccontare in modo personale e intenso la vita dei suoi amici, impegnati in viaggi rischiosi tra le montagne. La Giuria ha affermato:
“Non tutti hanno il privilegio d’intraprendere viaggi difficili solo per il piacere di farli. Vogliamo rendere omaggio ad Arash Rakhsha, regista, direttore della fotografia e montatore del film, che all’inizio della sua vita è stato costretto dalle circostanze a diventare lui stesso un contrabbandiere, ma che poi ha sviluppato da autodidatta eccezionali abilità tecniche di filmmaker e ha trascorso sei anni a filmare la dura vita dei suoi amici contrabbandieri. Condivide i loro viaggi pericolosi e ne ritrae, in modo intimo, la vita familiare e i sogni di un futuro migliore che svaniscono. Ammiriamo il contributo poliedrico del regista e la colonna sonora suggestiva e inquietante che, come regista e montatore, ha sapientemente integrato”.
Il riconoscimento Genziana d’argento – Miglior contributo tecnico – artistico è andato a Perfectly a Strangeness di Alison McAlpine. Un viaggio visivo e poetico nel deserto cileno, realizzato con un uso originale del time-lapse e una fotografia sorprendente. Questa la motivazione:
“Attraverso un originale uso del time-lapse e una fotografia iperrealista, Perfectly a Strangeness trasforma il deserto cileno in un paesaggio sospeso, in cui l’estrema nitidezza dell’immagine alimenta il senso di stupore di fronte alla grandezza del cosmo. La regista Alison McAlpine e il direttore della fotografia Nicolas Canniccioni creano un’esperienza sensoriale al tempo stesso ironica e commovente: un breve racconto privo di dialoghi, ma ricchissimo visivamente, che rende omaggio ad altri celebri protagonisti a quattro zampe del cinema, come quelli immortalati da Bresson e Skolimowski, offrendo una riflessione poetica sulla meraviglia e sull’alterità”.
Invece,
La Genziana d’argento – Miglior cortometraggio è stata assegnata a Anngeerdardardor di Christoffer Rizvanovic Stenbakken. Il film è stato lodato per la sua capacità di unire delicatezza e intensità visiva:
“per la sua rara capacità di intrecciare delicatezza narrativa, forza visiva e autenticità, raccontando con uno sguardo puro e sincero l’isolamento e il desiderio di connessione di chi si sente diverso. Un racconto intimo che diventa universale”.
Mentre il Premio della Giuria è andato a The Wolves Always Come at Night di Gabrielle Brady. Un’opera ibrida e toccante ambientata in Mongolia. La Giuria ha dichiarato:
“Fin dalle prime immagini, la regista Gabrielle Brady costruisce una visione ipnotica, immergendoci nella vita quotidiana di una famiglia mongola. Con una profonda sensibilità e uno sguardo intimo e umanistico, crea un film ibrido che intreccia scene di finzione, realizzate in collaborazione con i protagonisti stessi. Con un ritmo narrativo costante e profondo, Brady alterna momenti del lavoro quotidiano, come il pascolo delle pecore, a istanti di gioia familiare intima. Non esita a mescolare la felicità spensierata con il peso del dramma, come si vede quando Davaasuren, il padre, scopre che una tempesta di sabbia ha ucciso gran parte del suo gregge, o quando è costretto a vendere il suo amato cavallo per trasferirsi in città. Il personaggio lotta interiormente con l’incertezza del futuro e il suo profondo attaccamento all’ambiente circostante, e noi spettatori lo accompagniamo in quel viaggio emozionale. La stranezza di un ambiente urbano, nuovo e ostile, consente al regista di inserire una nota poetica: il ritorno del cavallo amato in una sequenza onirica e simbolica che lascia intravedere un barlume di speranza in mezzo allo sradicamento”.
Lo stesso film ha ricevuto anche il Premio Green Film, conferito dall’APPA e dalla Trentino Film Commission, per la sua forte espressione dei valori legati alla sostenibilità ambientale e alla protezione dell’ambiente montano.
Il Premio T4Future,
Giunto alla sua prima edizione come riconoscimento ufficiale, è stato assegnato al corto animato Tête en l’air del regista francese Rémi Durin. La giuria composta da studenti delle scuole superiori trentine ha motivato così la scelta:
“Tête en l’air ci ha colpiti, oltre che per la grafica curata, per il messaggio che lancia, che invita ad osservare anche le cose più piccole che altri ignorano. Si tratta di un corto adatto a tutte le età: i più piccoli possono lasciarsi coinvolgere da una storia di per sé intrigante, mentre gli adulti possono cogliere i significati più profondi che vi si nascondono, apprezzandolo ancora di più”.
Il Premio Amelia de Eccher, destinato a valorizzare le donne nel cinema e nella montagna, è andato a Trog di Ella Hochleitner, nell’ambito dell’iniziativa promossa da Riccarda de Eccher in memoria della madre Amelia.
Infine, al Trento Film Festival,
Il Premio città di Imola, attribuito all’opera che meglio ha incarnato i valori del CAI e si è distinta per qualità tecniche e artistiche, è andato a Altrove di Gabriele Canu. A selezionarlo è stata una giuria presieduta da Tamara Lunger, con Mauro Bartoli, Carlo Machirelli, Nicoletta Favaron, Giuseppe Savini e Giacomo Gambi.
A commento dell’edizione, la direttrice del Festival Luana Bisesti ha affermato:
“Il bianco e nero del manifesto di questa 73a edizione ritorna anche nelle scelte della Giuria internazionale, tra resistenza e scoraggiamento, libertà e sopraffazione, giustizia e sopruso, inclusione e diversità, in quell’ambivalenza continua che impone uno sforzo di riflessione e induce a ragionare sulla complessità dei problemi e delle necessarie soluzioni”.
Ha concluso Mauro Gervasini, responsabile del programma cinematografico:
“Uno splendido palmarès che premia la varietà delle proposte del Concorso di quest’anno. La Genziana d’oro Miglior Film – Gran premio città di Trento a Donde lo árboles dan carne di Alexis Franco non solo premia la storia di resilienza di una famiglia della Pampa argentina di fronte alle conseguenze del cambiamento climatico e alla vita rurale sempre più aspra, ma chiude il cerchio con l’omaggio che il Festival ha voluto quest’anno dedicare al cinema argentino”.