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Bolzano Film Festival

‘L’acqua verde’, tratto dall’omonimo racconto di Beppe Fenoglio

Sulle rive di un fiume, un giovane ha deciso. Contempla piccole tracce di vita, fino quando avanza verso il punto in cui l'acqua diventa verde

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L'acqua verde

Presentato alla 38esima edizione del Bolzano Film Festival Bozen, che si svolge dal 4 al 13 aprile 2025, il cortometraggio L’acqua verde, di Manuel Coser, è liberamente tratto dall’omonimo racconto di Beppe Fenoglio, molto moderno quanto a temi e stile.

La sofferenza psicologica ed emotiva che caratterizza la vita di molti adolescenti è un tema di scottante attualità. Il malessere imperante – dalle radici spesso oscure – e lo smarrimento, oggi paiono caratterizzare le vite di molti giovani. Lo stile asciutto del corto accompagna quello dei tempi moderni, dove sempre più spesso mancano le parole. Spiazzante.

L'acqua verde

Mala tempora currunt

Tramite L’acqua verde, Coser immerge lo spettatore nel vortice di un suicidio adolescenziale, descritto con una crudezza dei fatti così asciutta da ostacolare ogni interpretazione o giudizio. Non ci sono caratterizzazioni, né concatenazione di responsabilità o logica, ma solo i fatti che accadono di per sè in una condizione esistenziale senza tempo.

La chiarezza dell’inevitabile parla del disagio delle nuove generazioni, ove solo la natura può capire, stando a guardare. Questo disagio pare essere un enorme rimosso collettivo, così come lo è diventato il tema della morte, non più parte del ciclo della vita, ma vero e proprio tabù. Il vuoto dei valori e delle parole.

La novella di Beppe Fenoglio: L’acqua verde

Il corto è tratto dall’omonimo racconto di Beppe Fenoglio, L’acqua verde, parte della raccolta di 12 racconti pubblicata nel 1952, I ventitré giorni della città di Alba.

Eliminando l’identità personale dei primi piani e di qualsiasi parola che possa fornire una qualche interpretazione, il corto adotta, pienamente, la prospettiva “fenogliana” della narrazione dove il paesaggio rappresenta la linea di demarcazione netta tra l’essere umano e il mondo circostante. Si è persa l’armonia, la simbiosi tra uomo e natura. Un universo naturale si contrappone a un universo culturale.

La storia di L’acqua verde è narrata in terza persona e il protagonista, un adolescente, è interpretato da diversi suoi coetanei che si fondono in un unico corpo collettivo, spersonalizzato, per raccontare una situazione, per seguire l’urgenza di ascoltarla e di dirne il nome. Uno per tutti.

L’essenza di un adolescente

Di questo giovane. quasi senza nome né tratti distintivi, si vede solo il corpo, e raramente il volto, se non in qualche profilo fugace o in un dettaglio breve sugli occhi. Lo vediamo quando, lasciata la città vociante alle spalle, eccolo entrare nell’ambiente incontaminato di un fiume circondato da boschi. Ambiente solo apparentemente solitario, perché, in realtà, brulica di minuscole tracce di vita, pur anonime.

Un uccellino zampetta qua e là. Il tempo di disegnarlo, due bottiglie vuote di aranciata riportano alla mente il venditore amichevole. Ci sono uno scarto e un vuoto a rendere che non si recuperano, non c’è un senso.

L’acqua verde: un’ambientazione che parla da sè

Il giovane ha deciso di ‘far accadere la cosa’. In L’acqua verde, l’assenza di parole cede il posto ai suoni della natura che lo circonda, insieme a sensazioni e pensieri inaccessibili. Si teme, ma si intuisce, lo scopo di quel viaggio, mai rivelato con certezza. Come spesso accade nella sofferenza di quell’età, le cose accadono – all’improvviso e inspiegabilmente – creando un vuoto pieno di domande e un bisogno urgente di ascolto.

Il ragazzo raccoglie sassi nel fiume avvicinandosi alle sue acque a tratti torbide, ne testa la profondità e ne resta meravigliato. Fruscii. La terra sembra correre via controcorrente, mentre lui, deciso, avanza nel fiume verso il punto in cui l’acqua diventa verde.

Freddezza, impassibilità, apatia, crudezza, anonimato, percezioni, memorie e metafore. Sono queste le parole chiave del corto.

L’occhio di Manuel Coser

Manuel Coser ha esperienza nei settori della TV e dell’industria cinematografica italiana come regista, autore e operatore. Il suo lavoro è focalizzato sull’attivismo dei cittadini, la partecipazione politica, i diritti umani e le questioni ambientali. Oltre a L’acqua verde, ha diretto Corridoio 5 (2013, miglior film al ValSusa Film Fest), e con un gruppo co-autoriale, nato all’interno del Piccolo Cinema di Torino, ha ideato e realizzato il documentario interattivo in realtà virtuale Babel – il giorno del giudizio, presentato al Biografilm Festival e al Festival dei Popoli nel 2019. Ha vinto il prestigioso premio Solinas per il miglior documentario 2016 per il suo primo lungometraggio L’Incorreggibile.

L'acqua verde

  • Anno: 2024
  • Durata: 10'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Manuel Coser