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‘Noi e loro’ intervista con il protagonista Vincent Lindon

Il film, presentato a Venezia e a France Odeon, ha come protagonista Vincent Lindon, padre di due figli molto diversi tra loro, interpretati da Stefan Crepon e Benjamin Voisin

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vincent lindon

In uscita nelle sale italiane, dopo alcune anteprime, Noi e loro (Jouer avec le feu) con protagonista Vincent Lindon. Il film, presentato alla Mostra del cinema di Venezia, e poi a Firenze al festival France Odeon, è diretto da Delphine Coulin e Muriel Coulin e sarà distribuito da I Wonder Pictures.

La vita non è stata clemente con Pierre (Vincent Lindon). Meccanico delle ferrovie e convinto sindacalista rimasto presto vedovo, abbandona la passione attiva per i diritti sociali (ma mai i suoi valori) per dedicarsi esclusivamente al lavoro e ai suoi figli. Padre solido e amorevole, costruisce con Louis (Stefan Crepon) e Félix (Benjamin Voisin), detto Fus,  un nucleo affettivo tenero e basato su una sorta di “tutti per uno, uno per tutti”, sempre e comunque. Ma qualcosa sta per mettere a dura prova questo legame che sembra indissolubile. Un vortice di efferatezza e radicalizzazione ideologica trasformerà le vite di tutti. (Fonte: France Odeon)

Proprio in occasione del festival France Odeon abbiamo fatto alcune domande al protagonista, Vincent Lindon.

– Foto di copertina di Guya Migliorini –

vincent lindon

Foto di Guya Migliorini

Il personaggio di Vincent Lindon in Noi e loro

Il ruolo del padre in Jouer avec le feu è un ruolo tutt’altro che semplice, ma, per certi versi, si può considerare un po’ come quello dello spettatore perché in qualche modo ha a che fare con il figlio bravo e con quello che invece prende una strada sbagliata. La cosa che, però, secondo me, convince del tuo personaggio è che non prende mai le parti di un figlio o dell’altro. Inviti lo spettatore a riflettere e, in qualche modo, ad aiutarti.

Non so cosa rispondere a questa domanda perché credo che questa tua riflessione dipenda da quello che tu hai visto nel film. Ognuno ci vede quello che vuole. Ciò che è interessante è che quando scelgo un personaggio o un film è perché la storia mi colpisce, che sia una piccola storia o una grande storia. In questo caso pensiamo che la piccola storia sia la storia di famiglia e la grande storia sia la storia della radicalizzazione di uno dei miei due figli. Invece è il contrario: la grande storia è sempre la storia d’amore (che sia tra partner, familiare…) perché è l’amore che fa girare il mondo, mentre la radicalizzazione è la piccola storia.

Ovviamente il problema di questo padre è che ha due figli e li ama allo stesso modo e questa è una sofferenza.

È la storia della vita. A volte ci si innamora di qualcuno che è tutto ciò che non si vuole, ma si è attirati come una calamita. Qui ci sono due figli che sono stati cresciuti ugualmente, che hanno avuto la stessa educazione, ma che non sono uguali e non hanno lo stesso carattere.

Il tribunale come luogo ricorrente

Sicuramente un momento importante per il tuo personaggio in Jouer avec le feu è l’arringa in tribunale. Il cinema francese ultimamente è molto legato a questi momenti (ci sono tanti titoli recenti in cui ci sono scene di tribunale), ma la tua arringa è un monologo denso di pathos. Com’è stato girarlo? Che indicazioni hai avuto?

Non ho avuto indicazioni particolari. Ho solo imparato il mio testo a memoria e ho provato a pensare e comportarmi come un padre. È una scena intensa ed è per questo che non posso spiegarla tecnicamente. Non so nemmeno io cosa ho fatto o come l’ho fatto, nel senso che è qualcosa che mi è venuto naturale. Potremmo dire che è come un profumo.

Non so come ho fatto a far trasparire questa emozione, forse semplicemente l’ho incamerata e l’ho vissuta, quindi ho fatto il mio lavoro di attore. Le indicazioni che ho avuto erano che dovevo guardare mio figlio ogni tanto e parlare in quel modo.

Te lo chiedevo perché sia il tuo approccio al momento sia la reazione del personaggio di Fus (Benjamin Voisin) sono ben calibrati, senza mai eccedere.

In realtà l’abbiamo semplicemente vissuta. Io ho imparato la parte e ho provato a comportarmi come si sarebbe comportato un padre. Benjamin, dal canto suo, non aveva letto il monologo che avrei fatto e la sua reazione è stata spontanea perché anche lui si è comportato come si sarebbe comportato un ragazzo nella sua posizione.

Niente telefono

C’è un altro aspetto che mi ha incuriosito in questo film e che ho apprezzato particolarmente: non c’è praticamente mai il telefono. Capiamo che siamo nel presente grazie a una serie di elementi, ma alla fine il film potrebbe essere ambientato anche nel passato.

È vero. Non siamo nel passato, ma, in ogni caso, il telefono non c’è, a differenza di quello che accade in molti film di oggi, nei quali il telefono è lo strumento per tutto. Penso che non ci si renda conto che ci sono state tre rivoluzioni sulla Terra: il fuoco, la ruota e Internet!

Qui il telefono c’è, ma in momenti molto importanti.

Jouer avec le feu può essere anche la metafora della vostra professione. Essere un attore vuol dire anche giocare con il fuoco nel senso di essere pronto a tutto. E credo che in questo film ci sia stato una sorta di cinema nel cinema perché sei un padre che, nonostante ideali completamente all’opposto, continua a voler bene al proprio figlio.

Sì, penso si possa dire così. La verità è che ci sono diverse ragioni per cui si può fare il cinema e una cosa che amo fare è rapportarmi con i giovani. In questo caso potevo farlo passando per il ruolo di padre di questi due ragazzi interpretati da Benjamin Voisin e Stefan Crepon. Poi ho anche inserito il mio essere padre in funzione del ruolo che dovevo interpretare.

E, come tutti, credo che uno degli scopi principali sia quello di far sì che il film possa essere guardato da più persone possibili. Questo non vuol dire per forza interpretare determinati personaggi o comportarsi in modo da compiacere il pubblico, ma farlo nella maniera più giusta, corretta e plausibile possibile.

vincent lindon

Foto di Guya Migliorini

La recitazione di Vincent Lindon

Come accennavo prima, la tua recitazione è sempre molto misurata, nel senso che anche se i personaggi sono in situazioni concitate, problematiche e affrettate riesci sempre a mantenere la calma. Parto dagli ultimi titoli, ma potrei citarne anche altri. Anche nei momenti in cui ti devi imporre sei comunque calmo. Anche il tuo personaggio è un osservatore, anche quando si arrabbia è pacato e non eccede mai perché capisce che il prezzo dei figli è più importante. Li guarda spesso ammirato e compiaciuto comunque del loro bel rapporto, a prescindere da tutto.

Diciamo che principalmente questa calma è dettata dai personaggi. Sono dell’idea che bisogna sempre lasciar parlare la storia piuttosto che il personaggio. Bisogna prima lasciare avanzare il film e poi far subentrare il resto. A prescindere dai film e dai personaggi non si può subito partire in quarta e dare un temperamento esagerato, a meno che non sia richiesto dal copione.

È per il personaggio e anche perché personalmente sono fatto così e metto molto di quello che sono nei ruoli che interpreto, a volte anche involontariamente. Non credo che sarebbe utile alla storia esagerare in un senso o in un altro perché è giusto che prima di tutto si faccia andare avanti la storia, la sceneggiatura. Un po’ come nella vita, dove, però, non c’è nessuna sceneggiatura.

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

Per l’intervista e le foto si ringrazia l’ufficio stampa di France Odeon

Jouer avec le feu

  • Anno: 2024
  • Durata: 110'
  • Distribuzione: I Wonder Pictures
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Delphine Coulin e Muriel Coulin
  • Data di uscita: 27-February-2025