‘Drowning Dry’, secondo lungometraggio del lituano Laurynas Bareiša

Esordisce al Locarno Film Festval 2024 Drowning Dry, secondo lungometraggio di Laurynas Bareiša, confermando la tendenza sperimentale del giovane regista lituano.

Questa volta la natura della ricerca espressiva attraverso il cinema si cimenta con uno sguardo verticale, profondo, e non per questo necessariamente sfaccettato, sulla natura delle relazioni familiari e di vicinanza.

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Drowning Dry Fabula e intreccio lasciano il posto al tempo verticale

Il titolo originale dell’opera, Seses, si avvicina meglio al focus del film: Sorelle. É attorno alla relazione viscerale, simpatica ed empatica di due sorelle che si sviluppa la trama, essenziale, del film. Due coppie di genitori (interpretate da Gelmine Glemzaite, Agne Kaktaite, Giedrius Kiela, Paulius Markevicius) partono con i rispettivi figli per una gita al lago; le due madri sono tra loro sorelle e amiche. Un episodio drammatico e inatteso accaduto a uno dei figli fa deflagrare l’armonia e il futuro prossimo dell’intero gruppo. Ed è proprio partendo dal titolo che riusciamo a cogliere il nesso fondamentale attorno cui l’opera si sviluppa, tradotto in inglese con il più esplicito e tecnico Drowning Dry, letteralmente “annegamento secco”.

Durante un pomeriggio di tuffi, sotto gli occhi attenti e vigili dei genitori, la bambina del gruppo sembra per pochi istanti annegare nel lago, finché il padre non riesce a recuperarla e lo zio Luckas, atleta reduce da una vittoria sul ring, la salva grazie alla respirazione bocca a bocca. Il pericolo sembra superato, ma la bambina accusa sintomi di “annegamento secco” (Drowning Dry) anche diverso tempo dopo l’accaduto. Questa particolare sindrome di annegamento ha a che fare con un mal funzionamento della laringe, offesa dall’occlusione momentanea causata dall’acqua che lascerà nella bambina, e a tutti i familiari, i segni evidenti di un pericolo schivato per un soffio, letteralmente.

Drowing Dry

Drowning Dry: sperimentare la profondità

E’ sul crinale di questa tragedia evitata, che porterà ad una tragedia più grande, che gli animi dei protagonisti rivelano la loro staticità, la loro incapacità a muovere realmente uno verso l’altro, ad agire.

Il rapporto tra i due mariti della coppia, diversi tanto per aspetto fisico quanto per carattere,  è specularmente opposto al rapporto delle due sorelle: complici, collaborative, aperte alla condivisione. Conflitti sotterranei, mai realmente rappresentati, tessono una trama di sottile violenza domestica: la pericolosa gara automobilistica sulla strada, la sfida fisica durante una serata apparentemente serena, la competizione su chi e come salvare la figlia. Un crescendo costantemente imploso del rischio frattura di cui l’annegamento secco della figlia sembra solo la materializzazione concreta, la rappresentazione visibile, filmica.

Le azioni dei protagonisti vengono inquadrate con riprese spesso fisse, con il teleobiettivo. Talvolta lunghe inquadrature procedono in lento avvicinamento quasi a far scorgere, dietro la coltre dell’attimo presente, lo spessore di un tempo condiviso che viene evocato, ma mai mostrato nella sua intimità. Il tragico evento viene ripercorso, specie nella seconda parte, attraverso una serie di sequenze che sembrano ripetersi in stile buñueliano, sovrapponendo i piani temporali e spaziali della vicenda, componendo un puzzle che finisce per chiudersi in sé stesso. Il film resta freddo, imperscrutabile. Sovrapponendo troppo spesso il livello narrativo con quello tematico si sottrae allo spettatore la possibilità di partecipare emotivamente alla vicenda.

Curiosità

Drowning Dry è la seconda opera del lituano Laurynas Bareiša che con il suo lungometraggio d’esordio, Piligrimai (Pilgrims, 2021), conquistò il premio per miglior film nella sezione Orizzonti di Venezia ‘78.

“Orizzonti” è il secondo programma più importante della Mostra del Cinema di Venezia, dedicato ai giovani registi e ai film che rappresentano le nuove tendenze estetiche ed espressive del cinema internazionale, e si concentra in particolare sugli esordi, su talenti non ancora affermati, sui lungometraggi indipendenti che affrontano generi specifici con l’obiettivo di innovare e dimostrare originalità creativa. In effetti il regista lituano conferma anche con il secondo lavoro originalità compositiva e narrativa di un cinema molto distante dalla produzione mainstream, che a nostro avviso deve ancora crescere e sedimentarsi nelle intenzioni dell’autore per definirsi realmente innovativo. Il film è in lituano con sottotitoli in inglese.