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‘Il contrabbando non è peccato’, storia di un’epopea

Nelle valli al confine tra l'italia e la Svizzera, per più di due secoli, uomini di montagna si fronteggiano spinti dal dovere, dal coraggio e dalla vita

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C’è un mondo che ai più, ancora oggi, risulta sconosciuto o memore di qualche racconto riservato solo a coloro che c’erano o che sapevano. Il documentario di Nicola Buffoni, scritto con Alessio Cusano e Andrea Delvescovo, pone rimedio a questa mancanza. L’epica degli spalloni, i contrabbandieri di montagna, nella Vsal d’Ossola, tra l’Italia e la Svizzera, torna a vivere con una minuziosa ricostruzione per testimonianze e foto d’epoca. Con la loro bricolla sulla spalla, questo grosso sacco di juta e cartone, portano fino a 30 chili di merce. Dal 1757 al 1975 sono numerosi gli episodi e gli annedoti raccontati da Il contrabbando non è peccato. Più che di guardie e di ladri, questa è una storia di uomini, tutti costretti su di un unico fronte, quello della sopravvivenza sociale. Tutti uguali. È  la definizione che sancisce la difficoltà di una vicenda vissuta fino in fondo, con le sue regole non scritte e le sue tragedie: circa 60 morti in poco più di duecento anni. Dal primo tentativo, nel XVIII secolo, di una quarantina di donne che dalla Svizzera prova a portare in italia 10000 cappelli di paglia, alla metà degli anni ’70 quando gli ultimi spalloni decidono che quel mestiere non è più lo stesso e il loro tempo è finito.

Il contrabbando non è peccato, un reato di necessità

In anteprima nazionale al Trento Film Festival 2024, il film di Nicola Buffoni è stato sostenuto dal Museo della Montagna e del Contrabbando di Macugnaga, da Insubrica Historia, dal Museo dello Spallone di Masera, dall’Associazione Sentieri degli Spalloni di Masera, dal Museo del Passaggio di Verbania, dall’Archivio Novellini e dalle Produzioni Dal Basso. La voce narrante, la fitta rete d’interviste, ex spalloni, ex finanzieri, storici locali. Tutto è predisposto con un’ottima architettura narrativa divisa in capitoli. Ben illustrati, foto d’epoca comprese, dalla precisa fotografia dello stesso Alessio Cusano. Gli episodi citati sono tanti, mentre il racconto, denso di richiami di cronaca, scorre di grandissimo interesse e valore storico, senza mai perdere la sua tensione. Le inquadrature, scelte con cura, trasformano la memoria in una sceneggiatura avvincente.

La possibilità di essere

La vicenda della tragica fine di Giuliano Olza, morto vicino al confine tra l’italia e la Svizzera per mano di un giovane finanziere poco esperto, è tra quelle che lascia maggiormente il segno. Accade il 6 ottobre 1962. Certifica emozioni tali da suscitare l’emanazione di una circolare ministeriale che obbliga gli uomini della Guardia di Finanza a tenere l’arma scarica, senza il caricatore inserito. Un ulteriore momento di riflessione prima di agire. La possibilità di essere. Come i passatori che su quelli stessi confini, durante la Seconda Guerra Mondiale, aiutano la gente a entrare in territorio svizzero. Come l’imprendibile Giacomo Bottacchi, la Volpe. Fino alle sigarette e alla droga degli anni ’70. L’arrivo di  agguerite bande criminali. Da Milano, da Torino, tutti pesantemente armati. Il sipario.

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  • Anno: 2024
  • Durata: 80 minuti
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Nicola Giovanni Paolo Buffoni