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Settimana internazionale della Critica

‘We should all be futurists’ di Angela Norelli: il cortometraggio in concorso alla SIC

Un innovativo rimontaggio di film muti dei primi anni del cinema

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we should all be futurists

We should all be futurists è il titolo del cortometraggio diretto da Angela Norelli in concorso alla Settimana Internazionale della Critica 2023 a Venezia. Un cortometraggio molto particolare che, giocando con i film muti del passato, crea una storia tutta nuova e unica. Sarà presentato giovedì 31 agosto alle 9 con repliche venerdì 1° settembre alle 14 e sabato 2 settembre alle 19.45.

Prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia la regia, la sceneggiatura e il montaggio sono di Angela Norelli, il suono di Aman Falconi Alberto Moscone e gli interpreti Caterina CianfaZoe TavarelliSofia Russotto.

We should all be futurists: la trama

Tra gli anni ’10 e ’20 del Novecento, in un allusivo carteggio, Rosa confida all’amica Giorgina un segreto: l’uomo-macchina di cui parla Marinetti non è un futuro prossimo per gli uomini, come dicono i futuristi. È un presente per le donne, che Giorgina può ricevere per posta. (Fonte: Settimana Internazionale della Critica)

La recensione

Il cortometraggio di Angela Norelli è una presa di posizione (e in giro) di quello che all’epoca è stato il futurismo. Se Marinetti ha portato avanti la sua idea di innovazione ed è riuscito a convincere e sbalordire, stessa cosa vuole provare a fare la regista con il suo We should all be futurists

Rimontando insieme film muti (il film è interamente costruito in questo modo), la Norelli non fa altro che avvalorare la tesi secondo la quale l’innovazione, in generale, c’era, ma non era stata colta del tutto. E questo strizza l’occhio anche al presente. Un presente nel quale sembra che ognuno abbia il paraocchi e non riesca mai ad andare oltre e vedere quello che c’è davvero di nuovo. L’innovazione portata da Marinetti è sicuramente stata qualcosa di impressionante per l’epoca, ma quello che lui è riuscito a far trapelare è stato solo una parte. Una parte di un grande potenziale.

we should all be futurists

La costante attualità

Fa sorridere pensare che nel 2023 possa essere considerato più che attuale un cortometraggio che nasce e si sviluppa intorno a film muti degli anni ’10 e ’20 del 1900. Tutte le immagini che si susseguono sullo schermo e che la regista ha messo insieme appartengono a film che hanno più di un secolo. Ciononostante risultano di un’attualità impressionante. E di un’avanguardia che, a tratti, stentiamo ad avere ancora oggi.

Il punto di forza del cortometraggio è anche il pensare che queste scene possano essere state, in qualche modo, riprodotte per renderle attuali e vicine al contemporaneo.

In realtà si tratta di un’opera di finzione con una sceneggiatura originale appositamente ideata e creata sulla base dell’interessante ricerca fatta intorno a questi documenti d’archivio. Il film è montato come una vecchia commedia muta, accompagnata da tre voice over che leggono la corrispondenza delle protagoniste, come a voler esternare i rispettivi pensieri e anche parti di un originale manifesto di Marinetti.

We should all be futurists: il potere del cinema

L’interessante lavoro di Angela Norelli è quello di giocare con il cinema e con lo spettatore. Gioca con il pubblico nel senso di creare un’illusione e gioca con il cinema perché, proprio attraverso la settima arte, si interroga sul potere che esso ha e può dare. Un potere, quello del cinema, che non è mai cambiato a livello di scopo generale. Sono cambiati i tempi, le tecnologie, i temi, ma è rimasto sempre un unico filo conduttore: cosa poter fare, mostrare e dimostrare con il cinema.

All’inizio era uno strumento per girare il mondo, poi per fare fortuna, poi un mezzo politico. Con l’andare avanti del tempo ci sono stati, inevitabilmente, dei cambiamenti che hanno portato il cinema a porsi domande diverse e arrivare a soluzioni diverse.

Con We should all be futurists viene esaltato il ruolo delle donne che, agli inizi (e non solo), erano le vere protagoniste. Quelle che appaiono in queste sequenze d’archivio sono donne che all’epoca erano considerate dei corpi, degli oggetti, protagoniste dei primi film porno. Ma sono donne che, con piccole e semplici modifiche, come, per esempio, l’aggiunta di una voce, diventano altro, più disinvolte, più autentiche, più reali. E anche più comiche!

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

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We should all be futurists

  • Anno: 2023
  • Durata: 11'
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Angela Norelli