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Settimana internazionale della Critica

‘The Vourdalak’ in concorso alla Settimana della Critica | Intervista ad Adrien Beau

Alla Settimana della Critica, in concorso, troviamo The Vourdalak, liberamente ispirato al racconto breve del cugino di Tolstoy. Per l'occasione, abbiamo intervistato il regista Adrian Beau.

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the vourdalak intervista

In concorso alla Settimana della CriticaThe Vourdalak è il lungometraggio d’esordio del francese Adrian Beau, che ci ha concesso un’intervista esclusiva, proprio durante la Mostra del Cinema, e che ci ha raccontato qualcosa in più sul suo interessante progetto.

The Vourdalak alla Settimana della Critica | Intervista al regista Adrian Beau

Come è nato il progetto e perché ha scelto il genere vampiresco, quest’anno apparentemente di moda alla Mostra del Cinema di Venezia?

Ho letto un articolo in cui si diceva che c’erano vari film che trattavano di vampiri, nelle varie sezioni, e sarebbe stato bello andare a bere una cosa insieme agli altri autori delle pellicole in questione (ride, ndr.). Quando la produttrice Judith Lou Lévy me l’ha proposto, volevo fare un film con lei, ma avevo il timore di realizzare un film infantile. Così ho letto il racconto di Tolstoy (La famiglia del Vurdalak, ndr.) e l’ho amato tantissimo. Mi piaceva questa figura che veniva dalla campagna, la metafora di una figura molto estrema, e l’idea di questa famiglia disfunzionale. Non sono contro questo tipo di famiglia, qualche volta può essere il posto più sicuro e qualche altra il più pericoloso, a cuasa dell’odio, degli abusi, della violenza.

Nel film si fa una riflessione importante sulla libertà e sulla necessità di “uccidere i propri padri”.

Nel racconto c’era già l’idea di questo padre e nonno, vampiro, che è necessario eliminare per raggiungere la libertà. Ma abbiamo voluto estremizzarlo nel film. Era più una questione di conservatorismo quella che riguarda la famiglia; per essere liberi e trovare la propria strada, a volte bisogna combattere. E si può essere addirittura più spaventati, come si vede nel film, da una donna fredda, glaciale e un po’ sciocca, piuttosto che da un vampiro. Qui poi abbiamo deciso di non utilizzare la CGI, perchè non avrebbe ottenuto l’effetto desiderato.

Lei ha detto di essere un amante dei mostri, ma quali sono i suoi modelli di riferimento?

Mi piacciono i mostri, anche da indossare. Amo infatti i film La mosca L’esorcista, mi piace moltissimo la struttura, con questo ritmo lento, l’attenzione ai personaggi, prima che si arrivi all’esplosione gore. Nel racconto è tutto un colpo di scena, ma nel film non avevamo modo di replicare la stessa cosa. Così abbiamo costruito i personaggi e le relazioni tra loro, è più come una storia d’amore per me e bisogna attendere fino all’ultima scena.

Un’ultima curiosità: dove è stato girato The Vourdalak?

Abbiamo girato nel sud ovest della Francia, vicino alla Spagna, nel mese di novembre. Non abbiamo dovuto ricreare nulla, perché la nebbia era reale!

  • A cura di Diletta Ciociano e Sabrina Colangeli

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