Il Prato Film Festival 2023 si è appena concluso, ma il suo direttore artistico Romeo Conte pensa già all’anno prossimo. Soprattutto dopo il successo dell’edizione appena trascorsa. A Romeo Conte, che da quest’anno divide la direzione con Jacopo Bucciantini, abbiamo fatto alcune domande.
Romeo Conte e il bilancio del PFF 2023
La prima domanda non può che essere un bilancio del festival, giunto alla sua XI edizione con, quest’anno, un approccio più pedagogico, per certi versi, per grandi e piccoli, in primis con la giornata sulla legalità, ma anche con la masterclass mattutina.
Il bilancio del Prato Film Festival 2023 non è positivo, ma più che positivo perché abbiamo centrato tutti gli obiettivi: il primo era quello di parlare di cinema con le nuove generazioni (studenti dai 13 ai 18 anni). Abbiamo lavorato in sintonia e in simbiosi con il Convitto Nazionale Statale Cicognini e con il rettore Tiziano Nincheri, fortunatamente appassionato di cinema. Abbiamo avuto una rotazione di studenti continua durante le proiezioni dei cortometraggi. E poi c’è da menzionare anche un altro istituto che ha partecipato, il liceo Copernico che l’anno prossimo sarà più coinvolto.
L’altro obiettivo è quello di aver riportato il festival a maggio, come negli anni prima della pandemia, anche se il mese non è molto favorevole a un’ampia partecipazione degli studenti, impegnati con la fine dell’anno scolastico. Dovremo lavorare su questo.
Il festival e i giovani
E proprio a proposito degli studenti il Prato Film Festival è da sempre attento ai giovani. Non è scontato e anzi è un’attenzione che viaggia su un doppio binario. Da una parte il festival aiuta i giovani talenti del cinema (e molti sono stati anche giustamente premiati), dall’altra si fa conoscere direttamente ai giovani.
Sì, a tal proposito sono state importanti anche le masterclass. Sia il presidente, sia il direttore di ACI Prato, con intervento della polizia stradale, hanno fatto una lezione pedagogica. In quella occasione abbiamo dato i premi alla memoria di Giacomo Massoli agli studenti che hanno realizzato delle piccole riflessioni che ogni anno ACI e la famiglia Massoli mostrano in questa iniziativa, tra gli studenti di Prato e non.

Poi l’anno prossimo cercheremo di anticipare il festival ad aprile perché maggio, come detto, è una stagione particolare per gli studenti. Rischiamo di non avere una loro grande partecipazione.
Come è stato ripetuto più volte durante il festival, oggi ancora di più diventa essenziale andare al cinema. Se le piattaforme permettono una maggiore accessibilità di contenuti, la sala resta unica. Nonostante questo, però, alcuni prodotti non riescono ad arrivare ed ecco che un festival come il PFF diventa fondamentale per far vedere piccoli grandi capolavori come i cortometraggi.
Sì, e infatti, anche per questo, da quest’anno ho deciso di proiettare la sera, prima del lungometraggio fuori concorso, anche i cortometraggi vincitori delle varie sezioni per permettere a un pubblico ancora più grande di conoscere queste opere e vederle sul grande schermo.
I premi, gli ospiti e le tematiche del PFF 2023 diretto da Romeo Conte
Un bilancio sulle proiezioni, sulle premiazioni e sugli ospiti di questa edizione?
Quest’anno, come anche nelle altre edizioni, abbiamo proiettato film importanti. Due titoli più vicini al tema della legalità e due più al filone della commedia.
Abbiamo avuto Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa, presente al festival insieme a Lidia Vitale e Francesco Patanè, ma anche il documentario Peso Morto di Francesco Del Grosso per il quale sono stati premiati anche due amici del festival, che si sono occupati della fotografia, Matteo Bresci e Francesco Casunati.
Per la commedia, invece, abbiamo scelto Astolfo di Gianni Di Gregorio che non ha avuto una grande distribuzione in Italia, che invece avrebbe meritato e poi il nostro Luca Calvani con il suo Il cacio con le pere, che lo ha visto anche protagonista, insieme a Francesco Ciampi.
Ma non solo cinema in questa edizione. Anche personalità e tematiche importanti.
La giornata d’apertura è stata straordinaria con Nicola Gratteri insieme ad Antonio Nicaso. C’è stata la proiezione del documentario, commissionato da Firenze Smart – Silfi e dal Comune di Firenze, Illuminando la storia, da me diretto, sui 30 anni dalla strage dei Georgofili per riportare alla memoria, soprattutto dei giovani, questi fatti avvenuti nel nostro paese. Abbiamo premiato il Procuratore della Repubblica di Prato che all’epoca dei fatti affiancò Gabriele Galazzi e fece quelle indagini che portarono a chiarire che la strage era di stampo mafioso.
Ma un altro momento di grande emozione è stato la presenza della moglie di Ivano Marescotti, venuto a mancare poco più di due mesi fa. Le abbiamo consegnato un’onorificenza per il marito e io ho deciso che, da qui in poi, il premio al miglior attore del Prato Film Festival sarà dedicato a lui. Così come facciamo con Piero De Bernardi che dà il nome al premio per la miglior sceneggiatura.

Foto di Shaila Bongi
Quest’anno, oltre al ritorno a maggio, anche un cambiamento di location.
Sì, quest’anno siamo stati ospitati dal Garibaldi/Milleventi che è stato un partner eccezionale. I proprietari sono giovani e amano il cinema e hanno fatto sì che, attraverso la loro tecnologia (con questa sala ridata alla città), sia stato possibile ridare vitalità al centro storico con questo evento e la programmazione di film importanti.
Anticipazioni e considerazioni
Cosa possiamo aspettarci dal Prato Film Festival 2024 e da Romeo Conte?
Lo farò in aprile, subito dopo Pasqua, non a maggio. Mi piacerebbe lavorare più sul territorio, ma devo trovare il budget.
E poi il festival non deve durare solo 4 giorni perché c’è anche un lavoro precedente, con masterclass, incontri, eventi: è un fil rouge che ci lega.
Di più non posso e non voglio rivelare: qualcosa dal cilindro esce sempre.
Sicuramente quest’anno, lavorando più con i giovani, ho capito che devo raddrizzare il tiro. I giovani non sanno chi sono certi nomi importanti del cinema. Quindi bisogna lavorare in questa direzione.
Poi se dobbiamo continuare a fare questo festival bisogna tener conto di una sorta di mecenatismo da parte di alcuni imprenditori pratesi. Noi attingiamo all’art bonus Toscana. Mi auguro dal 2024 che molte più aziende possano dare il loro contributo per migliorare il festival. Anche perché la cultura (non solo il cinema) è di tutti.
Bisogna investire nella cultura, solo così rimarrà qualcosa anche per il futuro.
Qualche considerazione?
Ringrazio ovviamente tutti gli sponsor, soprattutto i main sponsor, che sono quelli storici, come Pointex, Alma Carpets, Viggo (che ha vestito Luca Calvani e Francesco Ciampi), Cassetti Gioielli e ACI. E poi da sottolineare la partnership con CNA Toscana Centro, PIN e tantissimi altri.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli