Dopo L’amica geniale e La figlia oscura, su Netflix, l’efficace trasposizione di un altro romanzo di Elena Ferrante: La vita bugiarda degli adulti (edito da E/O). Una serie in sei episodi, prodotta da Fandango.
Racconto di formazione, narrazione struggente sulla crisi profonda di un’adolescente e dei genitori che, rispecchiandosi, si amplifica. Sullo sfondo, anche quella degli anni Novanta, a Napoli, come nel resto d’Italia.
La vita bugiarda degli adulti Trama ufficiale
Un ritratto potente e singolare del passaggio di Giovanna dall’infanzia all’adolescenza negli anni Novanta. La ricerca di un nuovo volto, dopo quello felice dell’infanzia, oscilla tra due Napoli consanguinee che però si temono e si detestano: la Napoli di sopra, che s’è attribuita una maschera fine, e quella di sotto, che si finge smodata, triviale. Giovanna oscilla tra alto e basso, ora precipitando ora inerpicandosi, disorientata dal fatto che, su o giù, la città pare senza risposta e senza scampo.
La vita bugiarda degli adulti Quando sei piccirilla…..
…ogni cosa ti sembra grande, quando sei grande ogni cosa ti sembra niente. Questa verità ricorre spesso nei pensieri di Giovanna, che è colta proprio in un passaggio delicatissimo, quando si vuole sostare sul confine della spensieratezza e si ha paura di inoltrarsi in quello della definizione del Sé. Ha dodici anni nell’incipit del romanzo e qui di più, ma non importa così tanto. L’infanzia sembra più lontana nella serie; eppure rimane ancora un sogno dal quale si fatica a destarsi. Gli scambi affettuosi con il padre, la leggerezza divertita (come dice Elena Ferrante) ora sono solo evocati dall’impaccio della relazione.
La Vita Bugiarda Degli Adulti. (L to R) Rossella Gamba as Angela, Giordana Marengo as Giovanna, Azzurra Mennella as Ida in episode 102 of La Vita Bugiarda Degli Adulti. Cr. Eduardo Castaldo/Netflix © 2022
L’incantevole Giordana Marengo (scelta tra tremila candidate!), porta sul viso tutte le dinamiche dell’adolescenza, e le sue conflittualità. Attrazione per la zia Vittoria e timore sono la proiezione dei due diversi bisogni psicologi. Da una parte il desiderio di sicurezza, dall’altra quello di trasgredire. La negazione della femminilità (con i capelli corti e le sue mise grunge, larghe e slabbrate che la infagottano) e la postura più sicura di sé verso la seconda parte della serie.
Ma anche gli adulti (tutti bugiardi, eccome!) vivono a loro modo disaccordi e disamori dietro un’armonia di facciata che si sgretolerà per sempre. Le coppie tenute insieme dall’abitudine, con il cuore altrove, la rabbia repressa che esplode di fronte alle sfide della figlia adolescente, con un dialetto volgare, tassativamente proibito tra le pareti di casa. E la città, teatro di tutte le contraddizioni, che si fa essa stessa contrasto insanabile.
Le scelte di sceneggiatura
Sceneggiatura e struttura impeccabili quelle di Elena Ferrante, Laura Paolucci, Francesco Piccolo e lo stesso regista, Edoardo De Angelis. Piccoli tradimenti al romanzo, mantenendo lo stesso sguardo di Giovanna nella sua scoperta di una vita diversa, e anche quello degli altri personaggi. La figura del padre (Alessandro Preziosi) sembrerebbe più sgradevole fin dall’inizio. D’altra parte è con lui che Giovanna vive il rapporto più esclusivo ed è lui il responsabile della frase all’inizio del racconto che sbugiarda tutte le intese della famiglia.
La Vita Bugiarda Degli Adulti. (L to R) Alessandro Preziosi as Andrea, Raffaella Rea as Costanza in episode 105 of La Vita Bugiarda Degli Adulti. Cr. Eduardo Castaldo/Netflix © 2022
Si è anche scelto di dare un titolo ai sei capitoli che compongono la serie (uno per ogni episodio): Bellezza, Somiglianza, Amarezza, Solitudine, Amore e Verità. A ripercorrere i sentimenti che affiorano, che si stagliano da uno sfondo confuso. Nel romanzo, Elena Ferrante li qualifica spesso come garbuglio o ingarbugliato, e il dolore che li accompagna, arruffato.
Questo groviglio, non sappiamo più se la parola è nostra o della Ferrante, è reso nella serie mantenendosi spesso fedeli al romanzo, per discostarsene solo quando necessario, per aggiungere significati, emozioni o ricordi.
In un’ intervista Edoardo De Angelis racconta quanto il libro abbia scoperchiato il vaso di Pandora dei ricordi. Tanto da voler inserire una scena, quella di Giovanna al centro sociale napoletano con un concerto dei 99 Posse, da lui frequentato quando aveva la stessa età della protagonista.
La zia Vittoria – Valeria Golino
Pare che Valeria Golino abbia avuto qualche resistenza nell’accettare il ruolo della zia Vittoria soprattutto per la lingua che non le appartiene. Il suo napoletano invece funziona, fino al breve, intenso, monologo finale dal sapore eduardiano. Nessuna meglio di lei poi avrebbe potuto rendere la convivenza di un’aggressività senza filtri e una così credibile affettività. Vittoria forse è l’anello debole della famiglia, ma nella sua spontaneità forse la più vera. Brutta strega mostro, secondo il fratello e la moglie Nella (Pina Turco), madre di Giovanna.
La Vita Bugiarda Degli Adulti. (L to R) Valeria Golino as Vittoria, Biagio Manna as Don Giacomo in episode 103 of La Vita Bugiarda Degli Adulti. Cr. Eduardo Castaldo/Netflix © 2022
L’unica però capace di accompagnare la nipote nella discesa verso l’oscurità. Di legittimarla. Tanto che Giovanna, a contatto con il suo mondo, riesce a concedersi di attraversare il buio della perdita, nei mesi di allontanamento dai genitori, dalle amiche quasi sorelle, dalla stessa Vittoria, per precipitare e poi, forse, rinascere.
E se Elena Ferrante si muove con naturalezza in una scrittura fatta soprattutto di ombre, Valeria Golino diretta da Edoardo De Angelis, con altrettanta disinvoltura ha saputo interpretare la parte di chi conosce la densità di quel buio e come sopravvivergli.
I bugiardi sono bravi nel far sembrare bugiardi gli altri
Aggiungendo bugie alle bugie, il padre di Giovanna afferma che si dicono per proteggere chi si ama. Ma lei imparerà che servono soprattutto a tutelare se stessi. E, per rimanere fedeli a sé, quanto i genitori debbano scendere dal piedistallo.
Un meccanismo che cinema e letteratura ci hanno raccontato spesso, perché fa parte della vita. La disubbidienza di Moravia, fin dal titolo, era una critica feroce alla borghesia degli anni Trenta del Novecento, schiava del sesso e del denaro, soprattutto. Nel clima libertario degli anni Novanta, per i figli è ancora più difficile individuarsi. I genitori di Giovanna sono intellettuali, democratici, disponibili. Comunisti. Il padre scrive per L’Unità e dobbiamo ammettere che qui la sua generazione di sinistra non fa affatto una bella figura.
Gli sguardi di Elena Ferrante ed Edoardo De Angelis, accomunati dall’amore per una narrazione sempre densa e dolente, sono impietosi. Ma coltivano, per fortuna, il vizio della speranza, per citare l’ultimo film del regista. In cui tutto sembra girare a vuoto, fino al riscatto morale, spirituale, dell’epilogo.
L’ultimo episodio de La vita bugiarda degli adulti, invece, intitolato non a caso Verità, è la conferma di quanto non si riesca a fare a meno di riproporre la propria di verità, fino a convincere e quasi convincersene.
Giovanna: Perché mi hai detto questa bugia?
Zia Vittoria: Perché era bella!
Gli ultimi frammenti della serie e il finale sospeso però suggeriscono possibili aperture e il punto di partenza per una seconda stagione.
Note di regia
Questa serie parla dell’importanza di ciò che è irrilevante. Elena Ferrante gioca con il paradosso della realtà sistematicamente ribaltata o aberrata seguendo la sola regola del proprio interesse. Nel continuo rispecchiamento di un personaggio nell’altro, ognuno scopre che la verità è una parola che più la apri più rivela la sua natura bugiarda
Nel vortice melmoso di adulti ossessionati dall’autorappresentazione di se stessi come giusti, onesti, sinceri, Giovanna scopre che la vita è sporca, puzza e certe volte è pure brutta. Scopre che la sola verità possibile sta nella bellezza di una bugia piena di desiderio, di un amore opaco, come le finestre dei cessi.
Note di produzione
È con grande piacere che siamo tornati a lavorare su un romanzo di Elena Ferrante, autrice straordinaria con cui collaboriamo da tempo. La vita bugiarda degli adulti è stata l’occasione per collaborare per la prima volta con Edoardo De Angelis, regista sensibile e di grande talento. Edoardo racconta la “sua” Napoli aprendo smagliature profonde nella realtà che circonda la protagonista, Giordana Marengo, attrice esordiente che siamo certi avrà davanti a sé un futuro radioso. Edoardo è riuscito a mettere in scena con sorprendente forza visiva la storia di una ragazza che, disorientata, spaventata, arrabbiata, non vive soltanto una crisi di crescita ma una crisi dentro lo sfarinarsi di due grandi ideologie.