Piove (Flowing) di Paolo Strippoli, presentato in anteprima mondiale al Fantastic Film Festival 2022, ad Austin (Texas), è ora disponibile su MUBI. Lo abbiamo visto per la prima volta proprio durante quella anteprima, in compagnia del regista e dei produttori, Marina Marzotto e Mattia Oddone. Già al tempo abbiamo pensato fosse il debutto perfetto per un film italiano di genere.
L’emozione era palpabile. Quando un prodotto di questo tipo, un film di genere made-in-Italy, una co-produzione europea, firmato da un giovane talento, riesce a farsi notare oltreoceano, è una vittoria per tutta l’industria cinematografica italiana. E noi ci sentivamo vittoriosi.
Il film ha debuttato in Italia ad Alice nella Città 2022. Prima però percorre le tappe perfette di un vero e proprio tour internazionale iniziato con l’anteprima mondiale al Fantastic Film Festival (Stati Uniti). Subito dopo c’è stata l’anteprima europea al Festival Européenne du Film Fantastic de Strasbourg (Francia). È stato in Spagna per il Sitges – Festival Internacional de Cinema Fantastic de Catalunya e nella East Coast statunitense per il Brooklyn Horror Film Festival.
Le ragioni del successo internazionale
Se l’intento di Paolo Strippoli era quello di far amare l’horror anche a quelli che non se ne erano innamorati da adolescenti (o forse addirittura lo disprezzavano), ci sta riuscendo.
Piove è un horror brillante, che fa dimenticare di essere un film di genere e si innalza per essere amato da tutto il pubblico. La psicologia, che è dentro le maglie intricate della storia, si rivela lentamente come il motore che alimenta la paura. La paura più che dei personaggi è la nostra, è il timore di un dramma che potrebbe compiersi, ma si è già compiuto. Si rivela a poco a poco, prende forma dai demoni interiori dei protagonisti, che si manifestano come un vapore malefico che si intrufola nelle nostre anime, per rubarcele e trasformarci in altro: quello che abbiamo timore di essere.
Paolo Strippoli ci inserisce come uno spettatore discreto dentro un appartamento, in quello che sembra un palazzone della periferia romana. Ci invita a sederci a tavola con una famiglia disfunzionale alla quale manca un pezzo fondamentale. Ci sentiamo protagonisti e proviamo sulla nostra pelle il disagio che i personaggi affrontano nelle loro vite. La difficoltà di esprimere le proprie emozioni, l’incapacità di comunicare, forzata dai dettami culturali e accentuata dal conflitto generazionale tra padre e figlio, generano spettri.
Il film è ambientato in una Roma nascosta, sconosciuta al pubblico internazionale. La metropoli è stata spogliata dei fasti de La Grande Bellezza e allontanata dal cliché dei vari racconti criminali ben noti all’estero. Una Roma che si è dimenticata di quei racconti, di quel genere che l’aveva vista protagonista in passato. Ma la città è solo un set dove il dramma può prendere vita con il linguaggio dell’horror e niente più.
Gli effetti firmati da Giuseppe Squillaci sono perfettamente amalgamati nella fotografia del film realizzata da Cristiano De Nicola. Non riusciamo a capire dove finisce il vero e inizia la finzione, ma l’immedesimazione ci fa dimenticare che l’occhio sta scrutando l’immagine per scovarne la verità. Le musiche originali di Raf Keunen ci guidano nel passaggio da dramma a horror, e ancora nel ritorno alle origini delle emozioni più pure del finale.
La capacità degli interpreti (Fabrizio Rongione, Francesco Gheghi, Cristiana dell’Anna e Aurora Menenti) di trasmettere i personaggi nella loro gestualità, nei loro sguardi interrotti, ci fa andare oltre le parole. Questa forza comunicativa del film nella commistione dei sensi ne detta il successo internazionale. Un’opera che riscopre il potere della visione come gancio di coinvolgimento dello spettatore. Un’opera dove le immagini sono racconto e non esercizio di stile, dove le parole sono solo uno degli elementi che compongono il linguaggio. Piove ci ricorda che il cinema non sa solo dirci, ma sa anche farci riscoprire le nostre emozioni.
Imprevedibilmente, l’horror ha una morale. Ci ritroviamo così davanti allo schermo cinematografico spento, con un giovanissimo regista che con estrema umiltà ringrazia gli elogi dei professionisti in sala per aver saputo creare un film che è un piccolo gioiello, unico e coinvolgente. Un’opera che sicuramente aprirà a regista, interpreti e produttori, la strada per tante altre collaborazioni al di fuori della nicchia cinematografica tutta italiana.
Piove: la trama
Da qualche giorno Roma è teatro di un evento singolare: quando piove condotti e tombini tracimano con una melma grigiastra ed esalano un vapore denso di cui non si conosce l’origine. Nessuno può immaginare che chiunque respiri questo misterioso vapore dovrà farà i conti con ciò che reprime, i suoi istinti più oscuri, la sua rabbia. Neanche la famiglia Morel. Dalla morte di Cristina, causata da un incidente un anno prima, per il marito Thomas e il figlio Enrico, l’amore ha ceduto il posto a una convivenza forzata, mentre la piccola di casa, Barbara, vorrebbe solo rivederli uniti come un tempo. L’incidente si poteva evitare, questo lo sa bene Thomas e anche Enrico. Invece di assumersi le proprie colpe e andare avanti, i due hanno smesso di parlarsi. Ora sono due anime cariche di rabbia, imprigionate in una Roma che assomiglia a loro: cupa, nervosa, sul punto di esplodere.
Chi è Paolo Strippoli, regista di Piove
Paolo Strippoli è nato a Corato, Bari, nel 1993. Si è diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dopo essersi laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo all’Università La Sapienza. Nel 2019 vince il premio Franco Solinas al miglior soggetto con il film L’angelo infelice. L’anno successivo dirige con Roberto De Feo il film originale Netflix A classic horror story, con il quale vince il premio per la miglior regia al 67° Taormina Film Fest. Nel 2021 dirige il suo secondo lungometraggio, l’horror psicologico Piove.
La produzione: Propaganda Italia
Fondata nel 2003 da Marina Marzotto e Propaganda SA, nasce come ramo italiano del network internazionale Propaganda Global Entertainment Marketing, società leader mondiale nel film financing e product placement. A gennaio 2014, diviene primariamente società di produzione cine-audiovisiva, alternando il lavoro di sviluppo e produzione di progetti propri, al lavoro di produzione esecutiva e consulenza per conto terzi. Diviene interamente indipendente nel 2016 in seguito alla vendita di Propaganda G.E.M. al gruppo Wanda.
Dal 2014 al 2016, ha co-prodotto Nemico dell’Islam di Stefano Grossi, prodotto La Macchinazione di David Grieco, una co-produzione Italia-Francia con Massimo Ranieri e Libero De Rienzo. Ha inoltre curato la produzione esecutiva di Ossessione Vezzoli di Alessandra Galletta e Agadah di Alberto Rondalli.
Tra il 2017 e il 2018 è impegnata nella produzione di 5 è il numero perfetto scritto e diretto da Igort e basato sul suo omonimo fumetto del 2002.
Oltre a Piove, nel 2022 esce Monica, del pluripremiato regista Andrea Pallaoro presentato in concorso alla 79° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Sempre nel 2022 esce il thriller psicologico Woken di Alan Friel. Nel 2023 invece è il turno di After Work, documentario creativo dell’italo-svedese Erik Gandini. In preparazione il family fantasy Volare! di Pier Paolo Paganelli e il film di fantascienza Obliquo 616 di Lyda Patitucci.
Piove: produzione e distribuzione
Piove è un film prodotto da Propaganda Italia in associazione con Polifemo e la belga Gapbusters. È distribuito in Italia da Fandango e nel mondo da Rai Com.