fbpx
Connect with us

Biennale del Cinema di Venezia

When the waves are gone: la sfida tra bene e male secondo Lav Diaz

La lotta alla corruzione e allo spaccio di droga finisce per creare una faida tra due ufficiali delle forze di governo. Una sfida tra bene e male che si combatte con determinazione. A Venezia 79 fuori concorso

Pubblicato

il

A Venezia 79 arriva Fuori Concorso l’emozionante When the waves are gone del genio filippino Lav Diaz e molto di ciò che è stato visto e pure apprezzato fino ad ora al Festival perde consistenza al suo confronto.

In oltre tre ore, il maestro ci racconta di una sfida epocale tra due ex militari un tempo alleati, poi divenuti nemici giurati a causa della missione che li ha coinvolti.

Una nuova occasione che permette a Diaz di scagliarsi e dire la sua senza veli né remore, riguardo alla guida politica dell’ex presidente populista ed incantatore delle masse Rodrigo Duterte.

Il rimorso che logora nel corpo e nella mente

Il tenente Hermes Papauram è uno dei più validi esperti investigativi al servizio delle forze dell’ordine filippine che lo impiegano, in particolare, per intraprendere una severa lotta contro lo spaccio di stupefacenti, secondo le dure linee guida imposte dal governo di Duterte.

Quando però una importante missione finisce in un bagno di sangue, in cui perdono la vita anche i membri di un generale dell’arma, ecco che le certezze del militare lasciano il posto ad un rimorso e un senso di colpa che gli procurano malesseri fisici e psicologici.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona, spazio al chiuso e il seguente testo "n L. DIAZ"

Il regista Lav Diaz in conferenza stampa al Lido di Venezia

Una invasiva forma di psoriasi accompagnata da un forte esaurimento costringono il militare a richiedere un congedo illimitato, durante il quale decide di far ritorno al suo barrio, presso la casa dei genitori, ove risiede ancora un’anziana sorella malata di diabete e colma di rancori verso i fratelli.

Ma anche il generale colluso e condannato nel frattempo viene scarcerato, e si prepara, con intenzioni ed armi bianche, ad  affrontare il suo nemico giurato, ovvero lo stesso Hermes, che l’ ha fatto condannare e gli ha distrutto la famiglia.

La resa dei conti sarà definitiva e attraverso di essa male e bene si affronteranno, finendo per coincidere in un unico dramma.

When the waves are gone – la recensione

La corruzione ed il populismo che imperano da decenni tra le fila del governo delle Filippine sono da tempo al centro della tematica cinematografica del regista militante Lav Diaz, già censurato e messo alle strette per la tendenza a esprimersi senza remore contro i misfatti presenti e passati che affliggono il suo paese.

When the waves are gone racconta una storia di rivalità acerrima tra due ufficiali, uno bravo ma devastato psicologicamente, l’altro corrotto, colluso e incattivito per la strage perpetrata ai danni della propria famiglia di cui ritiene responsabile il primo.

Una sfida che, sulla carta, probabilmente, avrebbe potuto appassionare anche un regista come Michael Mann, e che Lav Diaz affronta, racconta e sviscera rispettando il proprio stile riflessivo.

Il regista  non si preoccupa di risolversi in tempi adeguati allo sfruttamento commerciale cinematografico, seguendo la connotazione precisa del proprio pensiero politico e non ponendosi remore a muovere critiche socio-culturali ai danni di una classe dirigente politica e militare tutt’altro che limpida, che utilizza il populismo per ottenere facili ed utili consensi elettorali.

L’autore non ci nega nemmeno, e per fortuna, le lunghe inquadrature fisse impostate magicamente su sfondi che paiono infiniti, la telecamera fissa  e la suadente fotografia in bianco e nero in gran parte concentrata a riprendere sfondi rurali o di foreste pluviali rigogliose e ingrigite dalle tonalità magiche della accennata fotografia.

When the waves are gone

Il regista filippino Lav Diaz in Sala Giardino al Festival di Venezia, accolto da lunghi applausi alla prima per pubblico ed accreditati della sua ultima fatica cinematografica intitolata When the waves are gone.

Il risultato è meraviglioso: una sfida del corpo e dell’anima che assume, man mano che ci avvicina al momento del confronto finale, i contorni di una lotta tra bene e male, in cui i due valori antitetici finiscono per coincidere e fondersi in un unico dramma di sangue e morte.

Una lotta tra bene e male che si risolve in un finale magistrale, solenne, indimenticabile.

Il film è stato accolto da lunghe ovazioni in Sala Giardino, al Lido di Venezia, durante la proiezione per pubblico ed accreditati, ove il film è presentato nella categoria Fuori Concorso.

Il regista Lav Diaz, già Leone d’oro al Festival di Venezia 2016 per The woman who left, si conferma una volta in più come un autore di nicchia che, tuttavia, si porta dietro ovunque possibile un pubblico fidato di ammiratori che lo amano e  seguono ogni passo di questa sua entusiasmante carriera di regista militante, coraggioso, pieno di talento e stile.

Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
Candidati per provare a entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi drivers

When the waves are gone

  • Anno: 2022
  • Durata: 187
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Filippine
  • Regia: Lav Diaz