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Approfondimenti

I migliori biopic degli ultimi anni da vedere

Il fascino, da sempre esercitato dal genere biografico, ha permesso di scoprire lati nascosti di alcune personalità celebri della storia. Con l'uscita di 'Back to Black' rivediamo una piccola selezione di recenti biopic, da non perdere

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blonde biopic

Un film biografico o biopic (dall’inglese biographic + picture) nasce dall’esigenza di raccontare la vita di un personaggio realmente esistente o esistito. I metodi per approcciarsi a tale genere possono essere vari. Si può rispettare al minimo dettaglio ogni passaggio della storia, oppure sceglierne solo alcuni e romanzarne altri.

Come nasce un biopic o film biografico

Spesso i confini si fanno labili, andando a sfiorare altri generi, come per esempio il melodramma, il film storico, quello bellico o il musical. Variabili sono anche le forme e i formati, poiché la sensibilità artistica non ha un solo modo di esprimersi. A ciò si aggiunga che le possibilità oggi a disposizione sono pressoché illimitate.

Le stesse fonti di ispirazione vanno dal romanzo autobiografico all’articolo di giornale, passando per ogni tipo di informazione o spunto che abbia radici nella realtà.

Alla base di un biopic resta però fermo (e forte) il cuore che gli dà vita. Il personaggio prescelto viene narrato attraverso stralci della sua esistenza, azioni degne di essere ricordate, per un motivo o per un altro.

Alla scoperta di personaggi storici

Lo spettatore ha così la possibilità di conoscerne non solo l’aspetto pubblico, quanto piuttosto quello privato. Grandi capolavori sono nati dalle menti di autori che hanno scelto qualcuno a loro caro, dedicandosi anima e corpo a restituire una sorta di giustizia, di valore e di meraviglia, ad esistenze altrimenti lasciate nell’ombra.

D’altra parte, esistono anche casi di personalità celebrate da differenti biopic – si pensi a Marilyn Monroe o a Malcolm X – ciascuno dei quali ha tentato di fotografare un lato nuovo o di farlo in maniera originale. L’apporto personale e la passione nei confronti della storia fanno il resto.

L’importanza del casting

Fondamentale è quindi la scelta del cast. A guidarla può essere una somiglianza quasi impressionante, o le potenzialità offerte dagli interpreti e utili a far spiccare un determinato messaggio.

Non è un caso che tanti attori e attrici abbiano incontrato la loro grande occasione proprio grazie a un film biografico. Ne sono un esempio Robert Downey Jr. con Charlie Chaplin e Ben Kingsley nei panni di Mahatma Gandhi.

E, mentre si attendono nuove indiscrezioni dal fronte Madonna, a cui presterà il volto una delle giovani promesse del piccolo schermo, ovvero Julia Garner (Ozark, Inventing Anna), nuovi interessanti e imperdibili progetti ci attendono in sala (Back to black su Amy Winhouse) o sono in lavorazione (Il Bob Dylan di Chalamet).

I migliori biopic degli ultimi anni

Tra i Biopic di successo (nel bene e nel male) degli ultimi tempi  c’è sicuramente Blonde (2022) di Andrew Dominik, con la convincente Ana De Armas, passato in concorso alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e disponibile su Netflix.

Il film non ha ottenuto critiche sempre positive ma vanta sicuramente una bella interpretazione di Ana De Armas, nominata agli Oscar.

Blonde è il cinema di Andrew Dominik all’ennesima potenza

Il biopic dell’anno è comunque Oppenheimer, re degli Oscar 2024, diretto dal geniale Christopher Nolan.

Un thriller epico che catapulta il pubblico nella storia dell’enigmatico fisico teorico J. Robert Oppenheimer inventore della bomba atomica. Il film è tratto dal libro vincitore del Premio Pulitzer Robert Oppenheimer – Il Padre della Bomba Atomica – American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin.

Oscar a Cillian Murphy interprete di Oppenheimer.

Elvis di Baz Lhurman (2022)

A distanza di quasi un decennio da Il Grande Gatsby, Luhrmann torna in cabina di regia e dà vita a un altro dei suoi sogni. La passione messa nel progetto – la cui genesi risale addirittura al 2014 – trasuda da ogni singola inquadratura. Il suo Elvis è un omaggio, che più sentito non si potrebbe, a un personaggio iconico, discusso e amato.

Nel cast Austin Butler , candidato agli Oscar, e Tom Hanks.

Qui per la recensione completa.

Rocketman (2019) di Dexter Fletcher

Brillante esempio di biopic, Rocketman racconta la figura di Elton John, concentrandosi tanto sugli aspetti della celebrità, quanto sul lato più intimo dell’artista. Taron Egerton, in stato di grazia, gli presta il volto, e fa sue tutta la fragilità, la potenza vocale e l’anticonformismo, che hanno reso grande Elton John. Dalla tenera età al momento della ribalta, passando per le crisi e le dipendenze, gli incontri nevralgici e i rapporti complicati, emerge un ritratto ricco, appassionato e memorabile. Ben supportato dalla colonna sonora e dallo stile pop.

 

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Taron Egerton nei vistosi panni di Elton John in Rocketman

I, Tonya (2017) di Craig Gillespie

Con I, Tonya, il biopic permette di scoprire anche gli aspetti meno positivi di un personaggio pubblico. Tonya Harding (magistralmente interpretata da Margot Robbie, candidata all’Oscar per il ruolo) è stata una delle più grandi pattinatrici artistiche su ghiaccio, campionessa mondiale e statunitense. Lo sport le permise di trovare una sua strada e di incanalare il temperamento irascibile in una disciplina. Ma le situazioni della vita la condussero purtroppo a contaminare tutto il lavoro fatto, e a farla ricordare per un atto di violenza deplorevole.

Stanlio & Ollio (2018) di Jon S. Baird

Adattamento del libro di ‘A.J.’ Marriot, dal titolo Laurel & Hardy – The British Tours, Stanlio & Ollio esplora il rapporto tra i componenti del più famoso duo comico nella storia del cinema. Steve Coogan John C. Reilly vestono, rispettivamente e brillantemente, i panni di Stan Laurel e Oliver Hardy, impegnati nella tournée teatrale del 1953, tra Regno Unito e Irlanda. Le vicissitudini che vivranno i due artisti, icone della slapstick comedy, li costringeranno a discussioni e disavventure. Nel corso della narrazione, emergono anche luci e ombre di un ambiente particolare quale quello dello spettacolo, dentro cui si muovono e lavorano i due protagonisti.

Da Billie Holiday a Charles Manson

Gli Stati Uniti contro Billie Holiday (2021) di Lee Daniels

Basato sul libro Chasing the Scream, scritto da Johann Hari, Gli Stati Uniti contro Billie Holiday narra le vicende della leggendaria cantante, accusata di aizzare le folle con il suo brano Strange Fruit. In realtà, il testo della canzone è un atto di denuncia, incredibilmente struggente e forte, nei confronti di coloro che governano calpestando diritti umani e incoraggiando la discriminazione. La Holiday mise tutto a rischio, compresa la sua stessa vita, pur di non essere messa a tacere. E la sua inconfondibile e toccante voce, ancora oggi, è un faro di luce, speranza e coraggio.

gli stati uniti contro billie holiday biopic

Andra Day in Gli Stati Uniti contro Billie Holiday

Skin (2018) di Guy Nattiv

Inedito in Italia, Skin è la storia vera di Bryon Widner. Storia, tra l’altro, già mostrata nell’omonimo cortometraggio, vincitore del premio Oscar, su cui si basa il film, e nel documentario televisivo Erasing Hate di Bill Brummel. Uno straordinario Jamie Bell, in quella che è forse la sua prova più difficile e bella, presta il fisico, l’anima e il corpo a un personaggio pieno di ombre. I segni che porta sulla pelle, e che inesorabilmente lo determinano, sono tracce di una società allo sbaraglio, incapace di fornire strumenti, punti saldi e figure di riferimento a chi vive nel buio e nell’ignoranza, all’insegna della violenza e dell’aggressività.

Charlie Says (2018) di Mary Harron

Forte delle sue doti poliedriche ed espressive, Matt Smith si trasforma e porta sullo schermo uno dei più celebri, ammalianti e pericolosi serial killer della storia. Charles Manson è infatti il protagonista di Charlie Says (tradotto “Charlie dice”), incentrato sulle storie di quella che è chiamata “la famiglia”. A farne parte, tre giovani donne, vittime del fascino di Manson e con nessuna rete di salvezza alle spalle. L’unica che sembrerà curarsi di loro è una ricercatrice (Merritt Wever), che le incontra nelle celle del California Institution for Women. Il biopic è basato sui libri The Family di Ed Sanders e The Long Prison Journey of Leslie Van Houten di Karlene Faith.

Punti di vista sulla società statunitense

Hamilton (2020) di Thomas Kail

Hamilton rappresenta una sorta di eccezione al vero e proprio biopic, a dimostrazione delle varianti possibili all’interno del genere. Ispirato alla biografia Alexander Hamilton di Ron Chernow, il musical di Lin-Manuel Miranda sbarca sullo schermo, dopo aver emozionato il pubblico di Broadway, grazie alla registrazione integrale dal vivo. Al centro, c’è la figura di uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti d’America, primo Segretario al Tesoro e aiutante di campo di George Washington. Il suo volto è sulle banconote da dieci dollari, pur non essendo mai diventato Presidente.

Hamilton

Una scena di Hamilton con Lin-Manuel Miranda e Daveed Diggs

Seberg – Nel mirino (2019) di Benedict Andrews

La vita di Jean Seberg (Kristen Stewart), attrice iconica della Nouvelle Vague, è stata segnata dalla presenza, costante e invadente, dell’FBI. Presa di mira per il rapporto con Hakim Jamal (Anthony Mackie), membro delle Pantere Nere, perse la sua libertà, finendo in un vortice di paranoia e depressione. La pellicola fotografa così una realtà precisa. La società statunitense degli anni Settanta era percorsa da movimenti e correnti rivoluzionarie, a cui faceva da contrappasso l’operato dei servizi segreti e degli organi di legge, talvolta non così affidabili e giusti.

Anche sul piccolo schermo il biopic piace

Anche nel campo della serialità televisiva, il genere biografico ha trovato un suo riscontro. Tra successi di pubblico e critica, esperimenti interessanti e biopic più convenzionali. Sono giusto un paio gli esempi che portiamo all’attenzione dei nostri lettori.

Dickinson (2019-21)

Sviluppata in tre stagioni – per un totale di 30 episodi – in onda sulla piattaforma Apple TV+, Dickinson punta i riflettori sulla celebre poetessa Emily (Hailee Steinfeld, impeccabile nel ruolo). Lo stile scelto per farlo è ciò che rende il progetto così unico, originale e divertente. La Dickinson è descritta come una teenager comune, ma non troppo, con una trascinante venerazione per la morte e una profondità difficile da contenere. Le sue poesie, che caratterizzano e colorano la sua intera esistenza, prendono letteralmente vita sullo schermo. Mentre sullo sfondo si consumano eventi storici, che cambieranno per sempre la società moderna.

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Hailee Steinfeld nei panni di Emily Dickinson nella serie omonima

Fosse/Verdon (2019)

Basata sul libro di Sam Wasson, Fosse, la splendida miniserie Fosse/Verdon si concentra sulla relazione, sentimentale e professionale, tra il coreografo Bob Fosse e la ballerina Gwen Verdon. Tra flashback e flashforward, viene così raccontata la nascita del legame, che li terrà uniti per circa trent’anni e li porterà a imprimere i loro nomi, per sempre, nel firmamento di Broadway. A vestire, meravigliosamente, i panni dei due protagonisti, Sam Rockwell e Michelle Williams, che si è aggiudicata Golden Globe ed Emmy Award per il ruolo. In Italia è stata trasmessa su FoxLife.

  • Foto in evidenza: Blonde. Ana de Armas as Marilyn Monroe. Cr. Netflix © 2022.

Timothée Chalamet sul set del biopic su Bob Dylan

*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.

Back to Black Il trailer ufficiale del biopic su Amy Winehouse

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