Disponibile dal 18 marzo 2022 su Prime Video, Acque profonde è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Patricia Highsmith, risalente al 1957. Adrian Lyne ne cura la regia, Sam Levinson e Zach Helm la sceneggiatura, mentre Ben Affleck e Ana de Armas costituiscono la coppia di protagonisti. La pellicola appartiene al genere del thriller psicologico, del quale rispetta tutti i canoni, non arrivando purtroppo a distinguersi dalla media.
Acque profonde | La trama
Ricchi, affascinanti e affermati, i Van Allen non hanno davvero nulla da invidiare a nessun altro. Almeno in apparenza. Una casa di lusso, un lavoro che va a gonfie vele e una figlia adorabile sono gli ingredienti per un matrimonio perfetto. A uno sguardo più approfondito, però, emergono le problematiche che lo stanno inesorabilmente incrinando.
Lo sai che ti amo?
Annoiati dalla vita di coppia, o semplicemente in cerca di qualcosa di diverso che possa ravvivarla, Vic (Affleck) e Melinda (de Armas) danno il via a un pericoloso gioco di seduzione, che porterà tutti sull’orlo del baratro. Lei fa le parti della moglie trofeo in ogni serata a cui il marito partecipa, lui fa il geloso ma nel frattempo non disdegna le attenzioni di altre donne. Si innescano meccanismi mentali poco sani, dai quali dipenderanno azioni ancora più gravi.
Una scia di morte inizia quindi a macchiare le esistenze dei Van Allen, gettandoli entrambi nel dubbio e nella confusione. Le domande si affastellano nella loro mente, così come le allucinazioni. E ciò che prima li univa tende ora a separarli.
Adrian Lyne torna in scena con ciò che conosce meglio
A distanza di ben un ventennio da Unfaithful – L’amore infedele, Adrian Lyne torna in cabina di regia per un’altra delle sue opere piene di sensualità e mistero. Appassionato di questo genere di love stories – basta scorrere la sua filmografia per averne un’idea, da Lolita ad Attrazione fatale – il cineasta britannico ne conosce perfettamente le dinamiche.
Il risultato è un thriller psicologico nel quale la componente sentimentale ha un ruolo fondamentale. In realtà, l’amore che lega la coppia di protagonisti sembra un ricordo ormai lontano, semmai sia esistito. Sulle loro menti e sulle loro gesta lavora piuttosto un residuo di quel sentimento. La gelosia, il rancore, le ombre contaminano ogni situazione, non lasciando spazio ad altro se non alla sofferenza.
Chiaro come quest’ultima diventi una componente fissa delle vite di Vic e Melinda, schiavi del loro stesso gioco. Tra i maggiori danni collaterali, c’è ovviamente il malessere della figlia, Trixie (interpretata dalla giovanissima Grace Jenkins), costretta a osservare i comportamenti ambigui dei genitori e a subirne le conseguenze, senza aver alcuna possibilità di difesa.
Le “acque profonde” non lasciano scampo
Le “acque profonde” del titolo stanno a simboleggiare la condizione in cui si trovano tutti (o quasi) i personaggi. Alcuni affondano letteralmente, altri solo metaforicamente, ma comunque non appaiono vie di scampo per nessuno di loro. In tal modo, il film spinge il suo pubblico a provare quel senso di vischioso, di ripugnante, di intimidatorio. L’atmosfera ne è permeata sin nel profondo, ostacolando un seppur minimo barlume di luce o speranza.
Se dal punto di vista dello stile e del mood, Acque profonde risulta abbastanza riuscito ed efficace, da quello narrativo e interpretativo esibisce più di una carenza. Certo non aiuta la banalità della trama – tutto sa di già visto e scontato – né il poco carisma degli attori. Per quanto affascinanti (e affiatati) siano, Affleck e la de Armas non hanno quella presenza/sostanza scenica in grado di sostenere un progetto simile. Divertono però le brevi apparizioni di star del piccolo schermo, quali Jacob Elordi (Euphoria) e Finn Wittrock (American Horror Story).
Una piccola curiosità: all’epoca delle riprese i due protagonisti hanno avuto una relazione di circa un anno.
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