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Netflix Film

‘Nessuno ne uscirà vivo’. Un horror deludente

Non convince il nuovo horror targato Netflix, opera prima del giovane regista canadese Santiago Menghini

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È disponibile sulla piattaforma Netflix Nessuno ne uscirà vivo, film horror del giovane regista canadese Santiago Menghini, qui al suo primo lungometraggio dopo aver realizzato alcuni cortometraggi fra cui Regret, visto l’anno scorso al Torino Film Festival.

Nessuno ne uscirà vivo’: la trama

Un prologo ambientato nel 1963 fa da apertura al film. In un vecchio filmato vediamo un gruppo di archeologi portare alla luce, nella foresta messicana, una fossa comune nella quale sono sepolti numerosi scheletri decapitati. Viene, inoltre, riesumata una misteriosa scatola che si rivelerà essere il fulcro della vicenda che si svolgerà circa sessant’anni dopo.

Infatti, immediatamente dopo il prologo, la scena si sposta ai giorni nostri nel freddo inverno di Cleveland, in una pensione per sole donne gestita da Red (Marc Menchaca), un personaggio poco raccomandabile.

In questa casa buia e fatiscente andrà a vivere Ambar (Cristina Rodlo), una giovane immigrata messicana priva di documenti, che diventerà, ben presto, preda di terrificanti visioni che la sprofonderanno in un incubo dal quale difficilmente potrà uscire.

Un film deludente sotto tutti gli aspetti

Nessuno ne uscirà vivo è la trasposizione cinematografica del romanzo del 2014  di Adam Nevill “No One Gets Out Alive” e, partendo da questo soggetto, avrebbe tutte le premesse per essere un buon prodotto di genere. A partire dal prologo, evidente citazione di un caposaldo del cinema horror: L’esorcista. Anche il film diretto da William Friedkin, infatti, si apriva con una spedizione archeologica nella quale veniva ritrovata una statuetta del dio Pazuzu, divinità mesopotamica portatrice di tempeste e siccità.

Ma le similitudini con L’esorcista terminano qui. Perché dopo la breve sequenza iniziale, il film di Menghini si svilupperà con ritmi lenti, inadeguati a creare quel climax di terrore necessario a supportare una storia fatta di violenza e misteriose presenze.

Nella prima parte del film assistiamo alle difficoltà che Ambar trova nella vita di tutti i giorni nella sua condizione di immigrata irregolare. Sarebbe uno spunto interessante per inserire, all’interno di un film di genere, una critica alla politica immigratoria degli Stati Uniti.

Tentativo purtroppo abortito nella seconda parte, nella quale il film si ripiega lentamente su se stesso, con la protagonista che comincia a percepire presenze inquietanti nella casa in cui abita. Misteriose creature e pianti di donne provenienti dai piani sottostanti, inspiegabili in quanto nella struttura abitano solo lei e un’altra ragazza.

In Nessuno ne uscirà vivo tutto è deludente e a nulla vale il tentativo di inserire un’analisi psicologica sull’essere umano che cerca a tutti i costi di non soccombere di fronte alle avversità. Un film che si barcamena nel sottogenere degli horror ambientati in case infestate, senza riuscire mai a provocare, nello spettatore, una benché minima inquietudine, un accapponarsi della pelle, un sobbalzo sulla poltrona.

Alla fine della visione ci si porrà la domanda sull’utilità di operazioni di questo genere. E difficilmente si riuscirà a darsi una risposta.

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  • Anno: 2021
  • Durata: 85'
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Horror
  • Nazionalita: Gran Bretagna
  • Regia: Santiago Menghini
  • Data di uscita: 29-September-2021