Disponibile in streaming su Netflix, Preydel regista tedesco Thomas Sieben, anche sceneggiatore del film, è un thriller d’avventura che mette in gioco sentimenti di amicizia e di fratellanza. Prodotto da Senator Film Produktion (gruppo Wild Bunch), è interpretato da David Kross, Hanno Koffler, Maria Ehrich, Robert Finster, Yung Ngo, Klaus Steinbacher, Livia Matthes e Nellie Thalbach.
Prey– Il trailer
Prey– La storia
Per festeggiare l’addio al celibato, Roman (David Kross) va col fratello maggiore Albert (Hanno Koffler) e altri tre amici in gita nella foresta. I cinque attraversano fiumi e scalano montagne incontaminate per godersi panorami mozzafiato. La loro spensieratezza viene turbata da alcuni spari, inizialmente scambiati per quelli di cacciatori locali, ma che si rivelano ben presto diretti a loro. Costretto a fuggire, il gruppo di amici corre braccato per la foresta da un ignoto e spietato cecchino, senza capirne il motivo. Quando scoprono l’identità di chi li considera delle prede imperdibili e i motivi della caccia, è forse troppo tardi per sperare in una salvezza.
Quando vendetta e dolore sanno di poco
Gli ingredienti base del thriller Preysono tra i più comuni e collaudati nei racconti di genere: la foresta stile selva oscura, un cattivo senza volto e senza un motivo apparente per agire, giovani prede col destino segnato.
E una trama secondaria che non sia solo collante della struttura del racconto ma anche lubrificante delle dinamiche dei personaggi.
La messa in scena è anch’essa coerente all’esperienza di un film maker al suo quarto lungometraggio (più cinque episodi di una serie tv).
Anche la struttura della storia appare solida, con una premessa interessante e sviluppi non banali.
Eppure la pietanza che Thomas Sieben ci serve sembra un po’ insipida o non all’altezza delle papille gustative dei più.
Azioni non sempre plausibili
Il motivo di un risultato tanto anodino potrebbe risiedere in più fattori. La poca accuratezza nei dettagli dell’azione e nella direzione attoriale o l’eccessivo peso dei conflitti e degli ostacoli interiori rispetto a quelli esterni; per fare un esempio, ai sentimenti dei personaggi che scaturiscono dalla dialettica malata tra i due fratelli non corrispondono conflitti in scena altrettanto lampanti o veri ostacoli che mettano a rischio la salvezza dei personaggi. Le cadute o i piccoli incidenti durante la fuga appaiono poco incisivi o plausibili, lasciando la curva della tensione drammatica a livelli sempre bassi.
Maschi conquistatori
Dall’inizio della storia i cinque giovanotti si calano in un’avventura che, più che banco di prova dell’amicizia di gruppo e dei comportamenti individuali, è conquista e dominio sulla natura e sul debole da parte del maschio alfa, rappresentato rispettivamente dalla violazione spavalda di quei luoghi bellissimi e incontaminati (il film è stato girato nell’incantevole Parco Nazionale della Svizzera Sassone presso Dresda) e dal bullismo strisciante e da un atto “maschio” ancor più grave, che Roman subisce dal fratellone Albert. Il tutto accompagnato da un generalizzato atteggiamento maschilista.
Quando scopriamo che lo spietato tiratore è un’inquietante e bella giovane donna, taciturna e solitaria, la deduzione che lei sia una sorta di creatura vendicatrice dell’intero genere femminile è presto fatta. Ma quando sono chiare le vere ragioni che muovono l’assassina, scopriamo che lei non è solo simbolo reincarnato. Piuttosto un’anima ferita resa folle dal dolore provocato da altri, ma da altri del tutto assimilabili ai nostri cinque.
Quando la slealtà la fa franca
Tuttavia, l’unico personaggio che parte da subito con un debito morale (noi però lo scopriamo in seguito), è il fratello maggiore Albert, il quale non sembra pagarla più di tanto per questo.
Quindi, mentre la vendicatrice solitaria elargisce ciecamente punizioni che sembrano dettate da una specie di elemento divino insito nella follia, la vera colpa che andrebbe espiata è quella di un singolo individuo che ha sbagliato tradendo la lealtà dovuta ai fratelli. Ma come il cecchino della storia, la nemesi del film sembra puntare a caso senza colpire l’obiettivo giusto.
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