Un grande e simbolico abbraccio da tutto il cinema italiano presente a Cannes oggi.
L’omaggio della platea internazionale è stato oggi tutto per Marco Bellocchio al quale è stato riservato il primato negli applausi al suo ultimo film, Marx può aspettare, in contemporanea con Cannes anche nelle sale italiane.
Oggi iniziata la tre giorni dedicata a Marco Bellocchio e sempre più vicino il momento in cui riceverà –sabato 17 luglio, dalle mani di Paolo Sorrentino – la Palma d’Oro d’onore .
Una firma posta su una storia d’amore lunga ed appassionante che suggella quel legame sempre forte tra il regista italiano e il Festival di Cannes che non lo ha mai celebrato con un premio ai suoi molti film proposti sulla Croisette.
Marco Bellocchio ha inaugurato di prima mattina la maratona, un omaggio ad una carriera straordinaria sia per l’attualità dei suoi film, applauditi in tutto il mondo (fino alla candidatura italiana verso gli Oscar® con Il traditore) sia per una indiscussa qualità nell’insieme.
Un omaggio siglato dalle parole del regista nella masterclass sul suo cinema e attraverso le immagini di un film molto atteso e sofferto. Passato sulla Croisette dalla primavera del 1986 alla Quinzaine des Realisateurs, Bellocchio arrivò con lo ‘scandalo’ de Il diavolo in corpo un film che non ebbe premi. Il regista tornò otto anni dopo a Cannes con Il sogno della farfalla tra i titoli di Un certain Regard poi, in concorso con Il principe di Homburg nel 1997.
Un rapporto di maggiore sintonia ha il regista invece con Venezia dal Gran Premio della Giuria per I pugni in tasca nel 1967 a successi come Buongiorno, notte (2003), Osella d’argento per la sceneggiatura, Bella addormentata (2012), Sangue del mio sangue (2015). Sul rapimento Moro torna la serie tv Esterno Notte che Bellocchio sta girando a Roma tornando sul caso del rapimento del Presidente della Dc, che porta sullo schermo Fabrizio Gifuni.
Esterno notte: prima foto ufficiale della serie di Marco Bellocchio
Un lavoro al quale seguirà il film sul caso Mortara (titolo provvisorio La Conversione) al quale si era interessato anche Steven Spielberg, sul sequestro di Edgardo Mortara, il bambino ebreo che nel 1858 fu allontanato dalla sua famiglia per essere allevato da cattolico sotto la custodia di Papa Pio IX.
Oggi però i riflettori sono accesi sull’ultimo film di Bellocchio, Marx può aspettare, nel quale dopo lunghi anni il regista è riuscito a portare sullo schermo la storia del fratello gemello Camillo, morto il 27 dicembre del 1968.

Un episodio che ha suscitato un forte senso di colpa enorme in una famiglia che forse non capì e non amò abbastanza e che ora, forse proprio con questo film, finalmente Bellocchio ricorda “e insieme lascia andare”.
“Niente di patetico, tragico o nostalgico” dice Bellocchio.
Anche se si parla della sua vita personale e del suo cinema, Marx può aspettare è un film ricco di sentimenti che non riguardano solo la famiglia di Bellocchio.
Alla domanda posta poi su dove finirà a casa Bellocchio la Palma d’oro nella sua semplicità il regista ha risposto :
“Certamente negli scaffali della libreria accanto al Leone e al Pardo d’oro e a tanti altri premi avuti.
Non li ho mai chiesti, non mi sono mai lamentato di nulla, non mi sono disperato, eppure sono sempre arrivati”.