Come abbiamo ormai imparato dalla cinematografia del quasi cinquantenne Asghar Farhadi, la verità ha tante facce quante sono gli interessi dei personaggi delle sue storie.
Non fa eccezione Un eroe, acclamato al 74° Festival di Cannes dopo i trionfi di Una separazione e Il cliente.
La trama disegnata da Farhadi – che è anche sceneggiatore, nonché coproduttore del film – è complessa ma lineare. Segue le mosse degli attori quasi fossero giocatori di scacchi, spinti però da forze molto diverse tra loro. La disperazione del protagonista, Soltani, che vuole rifarsi una vita sposando in seconde nozze la bella fidanzata e, soprattutto, evitare di tornare in galera per debiti. Il commerciante Bahram, fermamente intenzionato a recuperare il denaro prestato e ripristinare la dote per il futuro matrimonio della giovane figlia. E poi anche varie autorità pubbliche, i cui esponenti operano per evitare attacchi personali.
Un eroe… o un impostore?
Il primo fronte è tra Soltani e Bahram, che ha prestato al protagonista una grossa somma di denaro per poter avviare una propria attività ma che Soltani (interpretato da Amir Jadidi) non può in alcun modo restituire. E, per questo, è stato condannato ad una lunga pena detentiva.
Entrano allora in gioco vari comprimari, quasi un coro greco a sostegno per lo più del soggetto debole: un pittore artigiano divorziato al quale è stato affidato un figlio disabile e che è stato costretto a chiedere ospitalità alla sorella. E il solidale cognato, Hosseini, che lavora nel restauro degli enormi bassorilievi scolpiti nella roccia facenti parte del sito UNESCO di Persepolis.
Ed ecco che improvvisamente si presenta l’occasione per imprimere una svolta alla vicenda: il ritrovamento di una borsa alla fermata dell’autobus, contenente monete d’oro. Dopo aver portato il prezioso metallo al mercato per farne valutare il prezzo, il detenuto in licenza decide però di restituire la borsa. Decisione che innesca un processo a catena nel quale sarà dapprima incensato come “eroe” e, di lì a poco, diffamato come impostore.
Infatti, in un Paese come l’Iran, dove governa un regime fondato sulla delazione e sull’eliminazione dei nemici, regna una cultura del sospetto dal quale nessuno sembra essere immune. Ecco quindi che l’antagonista di Soltani afferma di non credere affatto alle buone intenzioni del suo debitore, verso cui in passato è stato anche troppo generoso.
Un viaggio in Iran
Come sempre, Farhadi mette in scena il suo Paese: un Iran controverso, dialettico, con una dinamica sociale più articolata di quello che si potrebbe pensare riguardo una Repubblica Islamica. Certamente vi è il rispetto dovuto all’Autorità, ma che non può non andare di pari passo con il rispetto per la dignità individuale, affermato dall’umile figura di un tassista che, avendo conosciuto il carcere, si schiera – uno dei pochi – con Soltani.
Il dissidio tra creditore e debitore si rivelerà, però, insanabile, fino a determinare la caduta del nostro “eroe”, vittima dell’infernale meccanismo – pienamente in vigore anche in Asia minore – dei social network. Essi sono ormai divenuti un canale di circolazione di video e messaggi del tutto strumentali, tali però da causare danni irreversibili in una società dove la reputazione personale è uno dei principi cardine: guai a perderla!
Singolare come, nel film, persino i responsabili di pubbliche autorità – dal carcere alle associazioni di beneficenza basate sui precetti dell’Islam – siano influenzati dal timore di esser messi alla berlina da video condivisi ad arte…
Al di là del torto o della ragione, ciò che certamente redime ed eleva il protagonista di Un eroe è il desiderio di salvaguardare l’amato figlio, anch’egli a rischio di finire nel tritacarne mediatico.
Storie di tutti i giorni
«Il film – ha affermato il regista – mi è stato ispirato da storie lette sui giornali, non da una in particolare, ma da tanti racconti di persone comuni che sono state messe sotto i riflettori a causa di qualcosa di altruistico che hanno fatto».
Un eroe, che vede la partecipazione fra gli interpreti – come già avvenuto in Una separazione – di Sarina Farhadi, la figlia del regista (nel ruolo della ragazza rimasta senza dote), uscirà in Italia distribuito dalla Lucky Red.