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In Sala

‘The Shift’ di Alessandro Tonda, il terrorista ha gli occhi di ragazzo

Prodotto da Notorious Pictures e Tarantula, il film d'esordio del regista piemontese ambienta a Bruxelles un dramma di azione esplosiva e sottili risvolti psicologici

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The Shift di Alessandro Tonda

Un vociare su schermo nero: così comincia The Shift di Alessandro Tonda. Sull’autobus diretto a scuola, la prima immagine è quella di un orologio al polso di qualcuno. I minuti sono contati: a Bruxelles sta per iniziare un giorno nerissimo. Quando la camera a spalla scende dal veicolo e pedina gli studenti, di spalle, fino all’atrio, l’innocuo sentiero d’ingresso sembra sinistro come quello della Columbine High School di Elephant di Gus Van Sant. La storia era iniziata nei volti di quei ragazzi, racconto implicito delle etnie della capitale belga, sede istituzionale e luogo simbolo dell’Europa. È nei volti insanguinati che la storia, poi, esplode, quando un ordigno devasta la scuola e fa detonare lo spunto drammatico di The Shift.

Trama

The Shift di Alessandro Tonda è prodotto da Notorious Pictures e Tarantula ed è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2020. Eden (Adam Amara) e Abel, all’apparenza normali adolescenti, hanno deciso di compiere un attentato. Nella scuola di Bruxelles eletta a bersaglio, i colpi di pistola di Abel, esplosi tra i versetti del Corano e invettive nel nome di Allah, precedono lo scoppio di un ordigno. Giunti in soccorso, i due paramedici Isabel (Clotilde Hesme) e Adamo (Adamo Dionisi) non sanno di aver caricato in ambulanza Eden. Quando Isabel scopre la cintura esplosiva del ragazzo, minacciosamente intatta, il veicolo diventa una trappola. Chi soccorrerà i soccorritori?

La tensione corre su due fili

È un meccanismo ad alta tensione, The Shift di Alessandro Tonda, ma più raffinato di facili sceneggiature a orologeria. Lo spunto, certo, è da action movie: il giovane attentatore tiene in ostaggio i paramedici, garantendo la sequela, prevedibilmente efficace, di stalli e accelerazioni del film. The Shift, tuttavia, non si risolve nell’innesco di una bomba di adrenalina. Il film, di fatto, non coincide tout court con la situazione di pericolo legata alle sorti dell’aspirante kamikaze. Il dispositivo narrativo trapassa fluidamente dalla lotta per la sopravvivenza dei paramedici al tentativo di volgere lo sguardo al fragile guerriero jihadista. La scrittura di Tonda e Orsini fa dello sguardo di Isabel, più potente di un’arma da fuoco, la spinta a osservare il ragazzo nella propria dimensione umana. Dietro la tensione della situazione-limite di una fuga a sirene spiegate, si avverte la sentita emotività di un dramma culturale, spirituale, identitario. È dura guardare in faccia il tuo carnefice.

Il trailer di The Shift

 

I profeti dell’azione criminale

Il dispositivo, comunque, deve funzionare. Le scelte ad hoc di Alessandro Tonda, sotto il cielo plumbeo del Belgio, sono cristalline, anche se composite. Sedimentata nello stile dell’autore, c’è ovviamente l’esperienza da assistente prima e aiuto regista poi per set quali Suburra, Gomorra (prima stagione), Romanzo criminale (seconda stagione). Potenti dosi di realismo trasfigurato, insomma. L’azione decolla negli esterni con la frenesia delle sequenze in camera-car, stile vivere o morire a Bruxelles. Ancora, simmetricamente: i movimenti della macchina da presa in abitacolo, in interni mobili che ricordano l’urgenza fisica di certe intuizioni del Cuarón de I figli degli uomini. È la cappa del qui e ora (e per forza) di opere come Buried di Rodrigo Cortés o Locke di Steven Knight – ma senza troppi dialoghi, dove possibile. Piuttosto, con la pesantezza dalla fotografia livida – una palette tra grigio e cobalto – e col minimalismo da incubo delle musiche dei Mokadelic.

Il brivido made in France

Proprio perché la tensione corre su due fili – il brivido dell’action, ma anche l’attrito del conflitto culturale – in The Shift c’è altresì l’ispirazione sociale di certo poliziesco\thriller di scuola francese. Tutto può far brodo, da Polisse di Maïwenn, al recente Les Misérables di Ladj Ly, passando per Il profeta di Jacques Audiard. Tuttavia, se l’obiettivo era quello di capire, in qualche modo, perché fosse scoppiato il calderone psicologico del terrorista, c’è da credere al regista quando cita l’influenza di Made in France. Si tratta di una pellicola francese (2015) di Nicolas Boukhrief, che narra di un giornalista infiltratosi in una cellula jihadista con l’obiettivo di scriverne un libro dall’interno. In comune: non fuggire dalla necessità di guardare.

Così, The Shift di Alessandro Tonda fa dello spettatore l’infiltrato di una claustrofobia esplosiva, adrenalinica, tesa, ma dall’esperienza dell’azione lo trascina, poi, a quella più meditata dello sguardo sul terrorista. Che, incredibilmente, è un essere umano.

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The Shift

  • Anno: 2020
  • Durata: 90'
  • Distribuzione: Notorious Pictures
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia, Belgio
  • Regia: Alessandro Tonda
  • Data di uscita: 03-June-2021