Enlightened è una serieSky disponibile su Now Tv e Sky Atlantic dal 12 maggio 2021, e racconta di Amy Jellicoe, una dirigente aziendale che, dopo una crisi di nervi causatale dal crollo della propria vita professionale e privata, ottiene il risveglio spirituale grazie ad un percorso di riabilitazione nelle Hawaii e decide così di riprendere in mano la propria vita.
Enlightened è scritta e prodotta dal 2011 al 2013 negli Stati Uniti, ma arriva solo dieci anni dopo da noi: eppure non ha perso un grammo della sua drammatica attualità, stringendo su problematiche e abissi esistenziali che oggi suonano contemporanei, anni fa erano paurosamente profetici.
Sembra incredibile dire che una storia sia attuale pur contando l’assenza, all’interno della sua linea narrativa, dei social: eppure è così, La Nuova Me conta ovviamente una prevedibilmente splendida, sovraccarica ed eccezionale Laura Dern che si confronta con la frustrazione causata dalla “rat race”, una corsa al topo (inteso come successo) forsennata e tipica della società occidentale di ultima generazione, che però porta a scontrarsi e ad infrangersi contro la difficoltà di comunicare, la gestione della rabbia, e infine la solitudine più agre.
Un solitudine che Enlightened riflette anche nella sua messa in scena, scarna ed essenziale, portando avanti una storia low concept (ovvero basata quasi esclusivamente sullo sviluppo dei personaggi e che evita le svolte di trama) che riflette di noi i lati più oscuri, tipici dell’età della idiocrazia social.
La Dern -anche ideatrice- mette lucidamente alla berlina quel ben noto attivismo posticcio, il fenomeno del greenwashing (ecologismo di facciata) e la dissociazione tra il vero da sè e la costruzione di un’immagine a prova di follower.
La deriva di Enlightened viene da oltreoceano
L’uso massivo fatto sopra di termini di ascendenza anglofona non è nè un caso nè un vezzo di scrittura: all’origine c’è Mike White, acutissima quanto misconosciuta figura della scena indie del XXI secolo, esaminatore anzi entomologo della società americana attraverso la creazione di antieroi bizzarri e spesso in preda a dissonanza cognitiva.
Nei suoi copioni, strambo non coincide quasi mai con adorabile, e il fenomeno indie non è mai preso in studio come un qualcosa di positivo ma solo ed esclusivamente attraverso le sue derive più patetiche e fintamente moraliste.
White parte dall’autobiografismo: ricoverato nel 2004 per esaurimento nervoso, ha raccontato al NYT: “In un certo senso è stata un’esperienza buddista. È stata la cosa peggiore che potesse capitare. Mi sono messo in imbarazzo di fronte a delle persone importanti, ho dato prova di non essere abbastanza forte per farcela da solo. Mi sono sentito debole e perso, rovinato, ma allo stesso tempo, mentre ne venivo fuori, mi sono sentito come se mi fosse stato fatto un enorme regalo”.
E Laura Dern, sopraffina, ce lo restituisce esattamente così: quando la vediamo impegnarsi per diventare una persona migliore è imbarazzante quanto confortante, nella sua direzione ostinata e contraria, come quando, nell’episodio 1×03, non riesce a dormire e riflette a come sarà la vita della sua ex assistente che ha perso il posto. “A volte, durante la notte, quando mi assalgono la paura e la vergogna, mi metto a pensare alla vita delle altre persone. Immagino l’amore che ricevono, il sollievo dell’essere veramente conosciuti da qualcuno, i piaceri privati che condividono. Penso agli amici che hanno, e alle pressioni che non subiscono. Al sapere di essere importanti. Alle soddisfazioni ottenute sul lavoro. Al loro sentirsi appagati. A quanto sono ricche le loro vite. E in questi momenti mi sento vuota, insoddisfatta…“.
Shock to the system
E’ in questo modo che con Enlightenedla sua sgangherata rivolta contro il sistema, ingenua e ciecamente ottimista, mostrerà i labili confini tra pensiero magico e disturbo mentale, sgretolando ogni certezza, affrontando le immagini fasulle che proiettiamo sugli altri ma che sono marce alla base per le nostre insicurezze.
Laura Dern è Amy Jellicoe, una responsabile acquisti di una grossa società, la Abaddonn Industries, che dopo una crollo nervoso in ufficio scappa alle Hawaii per due mesi in un rehab per l’anima.
Luke Wilson è Levi Callow, l’ex marito di Amy, nonché il suo primo e unico grande amore. Anche lui, come Amy, sta combattendo contro i suoi demoni personali; ha svariate dipendenze da sostanze stupefacenti.
Diane Ladd è Helen Jellicoe, la madre di Amy, silenziosa e a tratti distaccata, ma protettiva nei confronti della figlia, anche lei coi suoi fantasmi del passato.