BALTO E TOGO La leggenda: dal 3 settembre al cinema
Amicizia, fedeltà, dedizione e tenacia: sono questi i valori alla base di BALTO E TOGO LA LEGGENDA, il film di Brian Presley al cinema dal 3 settembre con Notorious Pictures.
BALTO E TOGO. LA LEGGENDA diretto da BRIAN PRESLEY e ispirato ad un’incredibile storia vera, è al cinema dal 3 settembre con Notorius Pictures.
Basato su una storia vera, Balto e Togo: La leggendaracconta la storia di Leonhard Seppala, il suo cane Togo, e di come hanno salvato la piccola città di Nome, in Alaska, da una mortale epidemia di difterite nel 1925.
BALTO E TOGO LA LEGGENDA
un film di BRIAN PRESLEY
con BRIAN PRESLEY, TREAT WILLIAMS, BRAD LELAND, HENRY THOMAS, BRUCE DAVISON, WILL WALLACE, BREA BEE, JAMES RUSSO
Dopo aver superato una tragedia personale, il padre vedovo e musher (nome con cui vengono chiamati i conducenti delle slitte trainate da cani) Leonhard ‘Sepp’ Seppala si fa avanti nel mezzo di un’epidemia di difterite a Nome, in Alaska, per consegnare l’antitossina all’ospedale. Con la vita della sua stessa figlia appesa a un filo, Sepp si lancia in questa missione impossibile, accompagnato dal suo branco di cani da slitta.
BALTO E TOGO La leggenda: la trama
Leonhard Seppala era un pescatore norvegese che si trasferì a Nome per diventare un minatore d’oro. Mentre lavorava come minatore, divenne anche un musher esperto. In questa versione della storia, si innamorò di una donna Innuit locale, Kiana, che sposò e con la quale ebbe una bambina.
Quando Kiana muore tragicamente, poco dopo il parto, Sepp si perde nel suo dolore per molti anni, rimanendo in disparte dalla comunità locale di Nome e occupandosi solo di sua figlia, Sigrid. Nell’inverno del 1925, un focolaio di difterite colpisce la città nel bel mezzo di una terribile bufera di neve e l’ospedale si ritrova senza nessuna delle medicine necessarie a disposizione. L’intera città è a rischio.
Seppala, insieme ad altri musher coraggiosi, si offre volontario per sfidare la tempesta con i loro cani per percorrere 674 miglia fino a Nenana, dove il siero antitossico era bloccato, poiché la tempesta era troppo intensa affinché i treni o gli aerei potessero attraversarla. Sepp lascia sua figlia con Constance, figlia del dottor Welch e figura materna per la sua giovane figlia, e parte con Togo e il resto della sua squadra.
BALTO E TOGO La leggenda: le curiosità sul film
“Il percorso che abbiamo attraversato per creare Balto e Togo: La leggenda è stato difficile quasi quanto il viaggio rappresentato nel film stesso.”
“Erano dieci anni che pensavo di fare questo film – spiega il regista – Non c’era nessuno a Hollywood che scommettesse sulla mia idea, ma nel mio cuore sapevo che era una storia che doveva essere raccontata. Ogni altro film o libro sulla Great Serum Run of Nome, raffigura Balto e Gunnar Kassan come gli unici eroi. Facendo delle ricerche ho scoperto invece che un cane da slitta di nome Togo e il suo proprietario Leonhard Seppala avevano in in realtà macinato più chilometri di tutti ed erano i veri salvatori della popolazione di Nome. Le loro storie meritavano di essere raccontate, quindi ho deciso di scrivere il copione usando il punto di vista di Seppala. Quando ho iniziato a fare ricerche sull’argomento, sono andato in Alaska e ho trascorso 8 giorni a meno 25 gradi, partecipando a una spedizione di slitte trainate da cani lungo il Mare di Bering. In questo modo, ho potuto comprendere appieno la forza e il coraggio necessari per vivere in condizioni così difficili. Il messaggio di questo film è che dal vero altruismo e dalla fede, specialmente nelle condizioni più avverse, può nascere la versione più potente dell’amore”.
BALTO E TOGO: le locations
Sebbene l’azione si svolga in Alaska, abbiamo deciso di girare durante l’inverno in Colorado. Abbiamo cambiato location diverse volte, poiché l’inverno del 2017 è stato insolitamente caldo e abbiamo dovuto inseguire la poca neve per ricreare la tundra ghiacciata dell’Alaska. Alla fine ci siamo stabiliti nella piccola città di montagna di Silverton, in Colorado, e la popolazione di 650 abitanti ci ha accolto con tale generosità che è stata la cosa migliore che potesse accadere per la nostra produzione. Abbiamo inserito nel cast molti abitanti locali, ne abbiamo assunti altri come membri della troupe e abbiamo usato il più possibile il loro autentico e bellissimo paesaggio urbano. Abbiamo girato per 40 giorni a una temperatura media di 15° F. La giornata è spesso iniziata a 0° F, con una massima di 30° F e -10° F durante la notte. Per combattere le condizioni meteorologiche, abbiamo creato stazioni di riscaldamento e assicurato che l’equipaggio avesse le attrezzature invernali adeguate.
BALTO E TOGO: la storia
La storia di Leonhard Seppala e del suo gruppo di cani da slitta, guidati da Togo, è motivante e commovente, abbiamo pensato che questa fosse una storia avventurosa che potesse catturare un pubblico di ogni età e ceto sociale. Le tematiche dei bambini, dei cani, della comunità, della famiglia, del superamento della perdita, del coraggio e della fede sono universali e senza tempo.
BALTO E TOGO: la città locale
“Siamo riusciti a realizzare un film di questa portata con un budget limitato, utilizzando le risorse a nostra disposizione. Molti degli abitanti di Silverton ci hanno fornito location, case, costumi e oggetti di scena, in un caso persino un lupo domestico che è diventato parte vitale della narrazione.”
Quando la storia e la sceneggiatura dovevano cambiare per adattarsi a ciò che facevamo o che non avevamo, rimanevamo flessibili e lo cambiavamo di conseguenza.
BALTO E TOGO: I cani
I cani erano la cosa più difficile da trovare. La maggior parte dei cani da slitta nelle comunità odierne hanno un aspetto più simile a quello dei segugi, noi volevamo dei cani dall’aspetto più cinematografico, che fossero una combinazione di Husky e Alaskan Malamutes.
Abbiamo trovato un canile fuori Durango, CO, che aveva i cani che stavamo cercando, ed è lì che abbiamo incontrato Ashley Thaemert. La maggior parte degli addestratori di animali fa dormire i cani all’aperto, Ashley no, i suoi cani dormono con lei in hotel. Erano cani molto coccolati. Erano già stati addestrati per essere cani da slitta, quindi non era necessario un addestramento aggiuntivo per il film.
Con i cani, Brian Presley ha dovuto imparare a guidare la slitta. I cani da slitta si sono divertiti sul set, nonostante le temperature oscillassero tra -20° F e 20° F. È stata una passeggiata nel parco per loro.
Oltre ai cani di Ashley, avevamo un lupo artico di nome Ootek. Presley vide Ootek in una caffetteria e immediatamente fu attratto da lui, in seguito alle ricerche che aveva fatto sulla cultura dei nativi. Lo spirito della morte nella cultura Inuit è la combinazione di un orso e un lupo. Quando Presley ha saputo di poter utilizzare un lupo addomesticato, ha iniziato a riscrivere la sceneggiatura inserendo Ootek nella narrazione.
BALTO E TOGO: Il cast
Il cast di questo film è stata una sfida meravigliosa. Volevamo attori a cui si adattasse un look d’epoca ma che interpretassero questi personaggi in maniera contemporanea. Henry Thomas nei panni di Thompson è diventato il nostro simpatico antagonista, scettico nei confronti della capacità dei cani di salvare la situazione.
Treat Williams ha interpretato l’adorabile e sensibile Doctor Welch, la sua natura gentile e la sua forza silenziosa riescono a mettere perfettamente in contatto il pubblico con i bambini malati. L’inimitabile James Russo veste i panni di Wild Billy, la sua sicurezza fuori dal comune rappresenta perfettamente il tipo di uomo impavido che avrebbe intrapreso un viaggio così pericoloso.
Bruce Davison è l’insicuro ma dalle buone intenzioni Governatore Bone, che cerca di crearsi una buona reputazione nel suo stato. Brad Leland, per il quale si fa il tifo in qualsiasi storia, è il sindaco di buon cuore della cittadina in pericolo. Brea Bee è una meravigliosa figura materna per la piccola Sigrid, la figlia di Sepp.
Brian Presley interpreta il coraggioso e solitario Leonhard Seppala. Emma Presley, la figlia di Brian nella vita reale, è l’adorabile e sincera Sigrid Seppala, unica in grado di addolcire il burbero padre.
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