La diciottesima edizione di MoliseCinema, è una di quelle che hanno determinato la storia dei festival italiani, infatti nonostante il periodo difficile dovuto al Lockdown, tutto si è svolto con grandi risultati e nel massimo rispetto delle misure di sicurezza.
Il festival svoltosi dal 4 al 9 agosto ha visto avvicendarsi molti artisti tra cui uno strepitoso Pierfrancesco Favino, accolto con grande affetto e al quale è stato dedicato un libro biografico “Pierfrancesco Favino. Collezionista di anime”, curato dall’ormai storico critico cinematografico Fabio Ferzetti, al quale hanno collaborato molti nomi della critica e del cinema italiano tra cui Marco Bellocchio.
La bellezza di Molise Cinema consiste sopratutto in una programmazione di film di livello molto alto, tutti scelti per poter accontentare un pubblico attento, mai banale.
Non è un caso che “Maternal” di Maura Delpero, regista ormai di adozione argentina, sia stato scelto come “Miglior film” dal pubblico.
Questo risultato colpisce perché il film “Maternal” presenta una tematica molto delicata e profonda quella della maternità, a prescindere dai legami di sangue e della potenza dell’amore.
Gli attori sono in parte italiani e in parte argentini, tutti diretti con grande professionalità e attenzione alle sfumature, che devono rappresentare dei sentimenti a volte molto difficili da esprimere, come la frustrazione o la volgarità.
I fratelli D’Innocenzo e “Favolacce” non fanno che confermare il loro cinema di livello, vincendo anche a MoliseCinema il premio della critica per “Miglior film del Concorso”.
Il loro stile tra il surreale e il pasoliniano, trasferito in una storia della piccola media borghesia trasmette una sensazione di grande turbamento e la induce alla riflessione più dura è difficile.
La parte più corrotta della società appare come un virus che contamina tutti addirittura i bambini emblema della purezza.
Durante l’intervista a Barbara Chicchiarelli, Fabio Ferzetti si domanda se poi tutto sia così reale o solo un cattivo incubo di un bambino narratore con la stupenda voce di Max Tortora.
Gli altri film in concorso erano tutti di livello stimabile, ricordiamo “Figli” ultima sceneggiatura del compianto Mattia Torre, che descrive un grottesco affresco di una famiglia moderna tra paure e responsabilità.
Presente anche Gabriele Muccino con “Gli anni più belli” in stile spiccatamente mucciniano, ma questa volta con un cast che emana una sinergia molto particolare e sicuramente diretto in modo magistrale, grazie anche alla presenza di un’efficace sceneggiatura ricca di intrecci e colpi di scena della vita di quattro amici, nel corso delle loro esistenze tormentate -come molti coetanei del regista romano, diventato emblema di una generazione-.
Si aggiungono la geniale libanese Manele Labidi e il suo “Divano a Tunisi”, “L’Immortale” di Marco D’Amore, “Martin Eden” di Pietro Marcello, film vincitore del David come miglior sceneggiatura e che ha permesso a uno dei migliori interpreti maschili italiani, Luca Marinelli di vincere la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia, infine “Bunuel nel il labirinto delle tartarughe” di Salvator Simò.
Non sono mancate le altre sezioni dai contenuti stimolanti e innovativi, grazie ad una meticolosa selezione di un nutrito gruppo di esperti del settore che hanno composto la giuria e deliberato come: Miglior Documentario ”L’apprendistato” di Davide Maldi, Miglior Corto italiano ”Inverno” di Giulio Mastromauro, Miglior Corto internazionale ”Stay Awake, Be Ready” di Pham Thien An.
MoliseCinema si conferma anche quest’anno, più che mai, una realtà molto viva e stimolante nel panorama dei più importanti festival del cinema nazionale, grazie sopratutto alla ricerca e passione di una squadra di critici, guidata dal direttore artistico Federico Pommier.
Foto di Monia Manzo
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