“Jackie Brown è il terzo film del regista Quentin Tarantino a distanza di tre anni da “Pulp Fiction” dal quale, per certi versi, sembra voler quasi prendere le distanze. Una storia piuttosto sobria, timida e decisamente poco tarantiniana, priva degli eccessi cui il regista ci aveva abituati”.
“Jackie Brown” è il terzo film del regista Quentin Tarantino a distanza di tre anni da “Pulp Fiction”dal quale, per certi versi, sembra voler quasi prendere le distanze. “Jackie Brown” è infatti una storia piuttosto sobria, timida e decisamente poco tarantiniana poiché, appunto, priva degli eccessi cui il regista ci aveva ben abituati. Pam Grier, reginetta della blaxploitation anni 70, interpreta Jackie una hostess che arrotonda il suo misero stipendio contrabbandando droga e denaro “sporco”per conto di Ordell Robbie, un trafficante d’armi, splendidamente interpretato dal fidato Samuel L. Jackson.
Tutto procede bene finchè due agenti dell’FBI, interpretati rispettivamente da Michael Keaton e Michael Bowen, l’arrestano all’aeroporto di Los Angeles con l’accusa di possesso di droga ai fini di spaccio. Sotto la minaccia di tenerla in prigione i due agenti la costringono a collaborare sotto copertura per incastrare Ordell, il loro vero obiettivo. Ordell, nel frattempo, paga la sua cauzione attraverso il responsabile legale Max Cherry, il redivivo Robert Forster, per farla uscire ed avere così il tempo di ucciderla prima che parli. Jackie però è tutto meno che stupida e con l’aiuto di Max, innamorato di lei dal primo momento, terrà il piede in due staffe compiacendo sia Ordell che gli sbirri, ed organizzerà un piano folle quanto cervellotico per farla in barba a tutti ed intascare il cospicuo bottino di mezzo milione di dollari. Nella vicenda però ci sono dentro anche due complici di Ordell, la strafatta ed affascinante Melanie, la simpatica Bridget Fonda, e lo stralunato rapinatore Louis Gara, un Robert De Niro in stato di grazia. Melanie cercherà di mettere Louis contro il suo amico Ordell ed allearsi con lei per, a loro volta, intascare il bottino.
Tratto dal romanzo “Rum Punch”, del leggendario scrittore noir Elmore Leonard, il film appare come un delicato e straordinario omaggio al noir d’altri tempi, con una visione del mondo quasi “romantica”, sempre sottolineando che si tratta di un film di Tarantino. Atteso ad una sorta di varco dopo due film controversi e meravigliosi come “Le Iene” e “Pulp Fiction”, Tarantino spiazza i suoi fans e i suoi detrattori con una storia lenta, riflessiva e soprattutto senza sconnessioni temporali, a parte il virtuosismo verso il finale con i vari punti di vista dei personaggi principali intorno al camerino di prova del centro commerciale (preso in prestito da “Rapina a mano armata” di Stanley Kubrick) tanto che molti hanno parlato di empasse creativa. Ma questo è un film decisamente intelligente, era inutile fare un secondo “Pulp Fiction”, una storia che sa far attendere lo spettatore che non ha fretta e che sa soffermarsi con gusto sulla descrizione dei personaggi principali, soprattutto su quello di Jackie Brown, donna di colore sui quaranta, intelligente e dalla forte personalità ma rinchiusa suo malgrado in una vita e in un lavoro che non l’appagano, tanto che raggiunto un bivio, nel racconto, opterà per l’avventura cercando in qualche modo di movimentare la sua esistenza e soprattutto di modificarla in meglio. Il ruolo interpretato da Pam Grier, tornata ad un ruolo di protagonista dopo tempo, è uno dei ruoli femminili più intensi, completi, coraggiosi e allo stesso tempo sensuali degli ultimi anni, almeno di tutti gli anni novanta, in cui non c’è bisogno di farla apparire come una eroina dei fumetti o come una vendicatrice, ma semplicemente come una donna comune di mezza età con i suoi problemi e le sue paure da comune mortale. Fantastici anche gli altri personaggi dal grande Samuel L. Jackson, lontano dal personaggio incline a filosofeggiare del killer di “Pulp Fiction”, in un ruolo più deciso, cinico ed autoritario, quello del trafficante d’armi che pensa solo ai sui soldi e a non farsi incastrare, a Bridget Fonda fumata per quasi tutta la durata del film e sempre buttata sul divano di casa di Ordell con il suo bikini a scrutare le situazioni che le si presentano a tiro. Mitico e immenso (ovviamente) Robert De Niro nel ruolo di Louis Gara, criminale rimbambito e fuori di testa, un personaggio esilarante e non funzionale alla storia, almeno fino al punto quando, esasperato, spara a Melanie nel parcheggio del centro commerciale. Bravissimi tutti gli altri da Forster a Michael Keaton nel ruolo di Ray Nicolette dell’FBI.
Un film singolare nella carriera di Tarantino, nel quale si prende poche libertà rimanendo fedele al libro di Leonard ed appunto evitando il déjà vu, senza humor cruento, stravolgimento di generi, esibizionismo ed esplosioni improvvise di violenza che tanto avevano entusiasmato il suo pubblico. Di certo è quello che è piaciuto di più alla critica che ha subito esclamato: “Tarantino è maturato.” Il titolo Jackie Brown è un omaggio al film Foxy Brown, personaggio interpretato da Pam Grier negli anni 70, un cult del genere blaxploitation come anche questo film che si può considerare, come detto più volte dal regista, una pellicola realizzata soprattutto per il pubblico nero. Interessante, compatto e divertente.
Manuele Berardi
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