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37 Torino Film Festival: Frida – Viva la vida di Giovanni Troilo (Festa Mobile)

Il merito che va riconosciuto a Frida - Viva la vida è di riuscire a mantenere una giusta distanza dal mito che Frida Khalo incarna, riempiendoci di quello che ci ha lasciato nella composizione di un mondo interiore esplorato nella sua arte e negli oggetti del suo vissuto

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In anteprima al 37 Torino Film Festival e al cinema soltanto il 25, 26 e 27 Novembre, Frida – Viva la vida è l’incursione documentaristica e coraggiosa di Giovanni Troilo (già avvezzo al fascino del mondo dell’arte con Le Ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce). Che va a ‘toccare’ un mito, di moda come non mai in questo momento e del quale, per stessa ammissione dell’autore, moltissimi conoscono le tappe che hanno segnato un’artista e una donna unica: Frida Kahlo e il suo mondo. Il baricentro di Frida – Viva la vida, tra uno stile volutamente pop e interviste, immagini di archivio, fotografie inedite, dipinti, sono le due donne che Frida Kahlo incarna: l’icona, il riferimento femminista accanto all’anima che esorcizza nell’arte le terribili condizioni fisiche in cui è costretta a vivere sin da giovanissima, prima con la poliomielite, poi a causa di un terribile incidente che segnerà per sempre la sua vita.

La voce narrante affidata ad Asia Argento, ferma e sicura, insieme a due eteree e giovani figure femminili ci conducono in un viaggio che mano a mano diventa sempre più spirituale, attraversato da un Messico moderno e dai luoghi simbolo della vita di Frida Kahlo: Casa Azul a Coyoacán, (casa di Frida ora museo tra i più visitati al mondo), l’Anahuacalli di Diego Rivera, Teotihuacan, la città precolombiana del mesoamerica nella valle del Messico e la città matriarcale di Tehuantepec, i cui costumi delle donne hanno affascinato e ispirato da sempre l’essere in abiti di Frida. Il ritratto che il puzzle diviso in sei capitoli compone è variegato, dispiegando una cronologia biografica che per ogni elemento evidenziato sviscera la grande sensibilità artistica e politica dell’artista, sempre più legata dopo l’esperienza americana a una visione del mondo che è in primis amore per la cultura e per l’umanesimo mistico messicano, nel rapporto stretto ed indissolubile tra vita e morte, di cui lei stessa ne porta addosso il peso e il mistero. La sua iconografia pittorica mutua la struttura proprio dagli ex voto messicani, pieni di vita vera e di sogno.

Il rapporto simbiotico con Rivera, amore assoluto, inquieto, da cui riesce anche ad ‘emanciparsi’ pur restando sempre unita a lui; i tre aborti, ad acuire un dolore già costante nel corpo; le foto inedite dei corpetti, dei busti, delle protesi, sostenitori di un corpo sempre più malato e sofferente. E soprattutto la pittura di Frida Kahlo nei quadri più celebri, legati ciascuno a quell’episodio, a quell’esperienza, a quel dolore, a quell’amore: “Autoritratti”, “Ospedale Henry Ford”, “Qualche piccolo colpo di pugnale”, “Quel che l’acqua mi ha dato”, “Le due Frida”, “Il sogno (il Letto)”, “Mosè o Nucleo solare”.

Il merito che va riconosciuto a Frida – Viva la vida è di riuscire a mantenere una giusta distanza dal mito che Frida Khalo incarna, riempiendoci di quello che ci ha lasciato nella composizione di un mondo interiore esplorato nella sua arte e negli oggetti del suo vissuto, nei luoghi che direttamente o indirettamente ha toccato: un essere irraggiungibile, misterioso, fragile, forte, sensibile, di una modernità sorprendente.

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  • Anno: 2019
  • Durata: 90'
  • Distribuzione: Nexo Digital
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giovanni Troilo
  • Data di uscita: 25-November-2019