Proprio nel periodo in cui CG Entertainment sta provvedendo a rendere disponibili nell’home video digitale i suoi tre lungometraggi Strepitosamente… flop, Bugie rosse e Cattive inclinazioni, riscopriamo dalla filmografia del cineasta romano Pierfrancesco Campanella un titolo piuttosto curioso di cui fu protagonista, produttore e sceneggiatore nel 1987: La trasgressione di Fabrizio Rampelli.
Un’operazione dal percorso produttivo decisamente curioso, in quanto, realizzata a metà anni Ottanta come Cattivi Pierrot e presentata perfino in anteprima all’interno di una sezione collaterale del Festival del cinema di Venezia, ha poi ottenuto diffusione nelle sale soltanto nel 1987, con il titolo appositamente cambiato dai distributori al fine di cavalcare il successo riscosso in quel periodo da pellicole erotiche quali La chiave e Miranda di Tinto Brass.
Una decisione che ha portato anche a stravolgere il montaggio originale nel tentativo, appunto, di accentuare il lato piccante, in questo caso rappresentato dalle nudità di Claudia Cavalcanti e della Milly D’Abbraccio che, all’anagrafe Emilia Cuciniello e divenuta nel decennio successivo una delle maggiormente popolari porno star, è l’interprete principale al fianco di Campanella.
Infatti, mentre quest’ultimo veste i panni del complessato studente universitario Angelo, lei incarna la ricca e viziata Valeria che, psicologicamente involuta, diventa la sua compagna di pericolose scorribande; in quanto, alla ricerca di una realizzazione interiore, nella violenza fine a se stessa sembrano trovare l’espediente per affermare le proprie personalità in una società in disfacimento.

E da qui, con un cast annoverante l’Angelo Cannavacciolo di Sapore di mare, il veterano della celluloide di genere Giorgio”Gli invasori”Ardisson, la partecipazione straordinaria di Didi Perego nel ruolo di una marchesa perversa e una esordiente Rosanna Banfi in quello di una sua vicina di casa, prende il via una sequela di situazioni atte a miscelare continuamente la sadica cattiveria ad una bizzarra venatura di black humour, tipico del modus operandi campanelliano.
Situazioni spazianti dal punzecchiamento di un neonato al crudele momento in cui abbiamo una coppia legata e bruciata viva; fino ad approdare ad un’evirazione, ma senza mai scadere in dettagli espliciti e tenendo a mente in qualità di dichiarati modelli di riferimento I killers della luna di miele di Leonard Kastle (e Donald Volkman non accreditato), I pugni in tasca di Marco Bellocchio e lo wharoliano Trash – I rifiuti di New York di Paul Morrisey.
Il tutto, accompagnato da un’ossessiva colonna sonora di Gianni Marchetti riciclata da quella composta per La vera storia della monaca di Monza di Bruno Mattei, all’insegna di un clima generale da produzione a basso costo che, caratterizzata da un inaspettato e allora atipico twist ending, rivista nel terzo millennio appare meno banale e priva di ambizioni rispetto a ciò che potrebbe sembrare al primo impatto; ricordando attraverso gli stilemi e un plot da trash cult, oltretutto, quello che fu il triste boom dell’eroina nel decennio in cui spopolarono musicalmente i Duran Duran.
Con note sul film, trailer delle due diverse versioni, una scena tagliata, biografie della D’Abbraccio e di Campanella e dodici minuti di intervista a quest’ultimo e a Rampelli nella sezione extra, è in dvd nel catalogo Federal Video (www.cgentertainment.it).