All’inizio e alla fine, classica struttura ad anello, poche inquadrature in esterni così da identificare subito la location newyorchese, ove ha avuto luogo l’evento. E poi spazio a lui. Al magnetismo della sua performance musicale. Al talento davvero unico di un compositore, Ryuichi Sakamoto, che ha dato tantissimo al cinema in termini di memorabili colonne sonore: da Furyo (Merry Christmas Mr. Lawrence) e Tabù – Gohatto del connazionale Nagisa Ōshima alla recente collaborazione con Alejandro González Iñárritu per Revenant – Redivivo, passando ovviamente attraverso il lavoro con Bernando Bertolucci, che nel caso de L’ultimo imperatore gli ha fruttato anche l’Oscar. Più che giusto, quindi, che il grande schermo ci abbia poi restituito un tributo diretto all’arte del musicista nipponico.
Non è la prima volta, in realtà, che il sodale Stephen Nomura Schible si presta a valorizzare con la propria esperienza di film-maker la figura del compositore giapponese. Dapprima è venuto Ryuichi Sakamoto: Coda (2017), ritratto intimo dell’uomo e dell’artista, l’anno dopo è stato il turno di Ryuichi Sakamoto: Async Live at the Park Avenue Armory, film concerto che ha avuto la sua premiere a Berlino e che più di recente è entrato nel programma del SoundScreen Film Festival.
Così anche il pubblico ravennate ha potuto beneficiare su uno schermo cinematografico di questa folgorante esperienza sinestetica. Sì, perché se anche la partitura minimale delle inquadrature orchestrata da Stephen Nomura Schible si rapporta con stile e con rigore alla performance di Sakamoto, la sensazione è che basterebbe chiudere e gli occhi e lasciarsi andare, cedendo al flusso ipnotico di sonorità sempre più avvolgenti, per vivere comunque un’esperienza di rara intensità.
Riflesso filmato della presentazione a New York di Async, album ritenuto stratosferico dalla stampa specializzata, Ryuichi Sakamoto: Async Live at the Park Avenue Armory ci introduce quasi ieraticamente in questo universo fatto di campionamenti, calibratissimi momenti al piano, libere sperimentazioni musicali. Il regista scandaglia da molteplici angolazioni l’operato dell’artista, accompagnato peraltro dallo scorrere di magnetiche immagini tendenti all’astrazione sul soffitto della sala, dove non a caso si dirigono talvolta gli sguardi del pubblico presente fisicamente all’evento. Spettatori sicuramente privilegiati. Ma anche l’audience cinematografica (e televisiva) non potrà fare a meno di immergersi totalmente, ne siamo sicuri, in questa condizione spettatoriale capace di irretire i sensi.