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La profezia dell’armadillo, l’opera prima di Emanuele Scaringi che traspone sul grande schermo la graphic novel di Zerocalcare

Di ritorno dalla 75° Mostra del Cinema di Venezia, La profezia dell’armadillo, trasposizione dell’omonimo fumetto di Zerocalcare sul grande schermo, prodotto da Domenico Procacci (Fandango) con Rai Cinema, è ora in uscita nelle sale

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Di ritorno dalla 75° Mostra del Cinema di Venezia, dove il film è stato presentato nella sezione Orizzonti, La profezia dell’armadillo, trasposizione dell’omonimo fumetto di Zerocalcare sul grande schermo, prodotto da Domenico Procacci (Fandango) con Rai Cinema, è ora in uscita nelle sale. È il lungometraggio d’esordio del regista Emanuele Scaringi, che cerca in tutti i modi di dare un senso al fumetto di Michele Rech (nome all’anagrafe di Zerocalcare), una graphic novel che ha già raggiunto la sua popolarità nel 2011, anno di uscita, e vinto il premio Gran Guinigi a Lucca Comics & Games nel 2012. Popolarità che viene confermata dalle successive pubblicazioni, trovando ampio consenso tra appassionati del genere comics e nuovi fan dell’autore.

Il rapporto tra cinema e fumetto nasce insieme alle loro origini: l’uno e l’altro vedono la luce a cavallo tra l’ottocento e il novecento. Un rapporto ben consolidato da oltre un secolo quindi, a cui risalgono già le prime traduzioni cinematografiche. Entrambi sono sorti come forme popolari di intrattenimento, arricchendosi di una funzione anche pedagogica. Elemento comune è, primo fra tutti, l’immagine: statiche e in movimento. Ed è proprio in questa traduzione da immagine a movimento che la regia di Scaringi perde un po’ di emozione e d’intimità. Il film abbassa il livello ritmico della graphic novel, che riusciva a trasmettere in maniera più franca l’emotività dei personaggi, che sono interpretati adeguatamente da Laura Morante, nei panni della madre, una donna composta e attenta a non uscire fuori dagli schemi, e Simone Liberati, in quelli di Zero, che cura il suo modo di camminare ispirandosi proprio a un tipico personaggio del fumetto; ma non abbastanza da rendere giustizia all’onesto e diretto tratto di Zerocalcare su carta.

Il film risulta, quindi, abbastanza piatto e a tratti ostico, privo di empatia per i protagonisti. Il tentativo di superamento dell’immagine fumettistica da parte del cinema non viene in questo caso realizzato, seppure, sia nelle riprese sia nel montaggio, si rispetti, a grandi linee, la sequenzialità dell’originale. È un racconto che viene schematizzato attraverso immagini in successione, al punto che alcune inquadrature paesaggistiche sembrano delle vere e proprie tavole. La morte di Camille, ex compagna di scuola di Zero, è l’espediente per far partire il film, continuamente inframezzato da flashback in cui lo stesso Zero rivive il suo amore mai dichiarato e quella adolescenza con l’amico Secco (interpretato abilmente da Pietro Castellitto) da cui non si è mai davvero emancipato. È grazie a quei flashback dal sapore leggero e poetico che lo spettatore riesce a comprendere la saturazione cromatica dell’immagine che dà un tono imperturbabile e disilluso a tutto il film. Si vuole parlare dei trentenni di oggi, cresciuti con il falso mito del lavoratore con il posto fisso, che si ritrovano ora a cercare la propria collocazione nel mondo. Questa è la disillusione di Zero, che adotta come arma di difesa uno sguardo cinico per tutta la durata del film.

La profezia dell’armadillo è una previsione ottimistica, fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per oggettivi e logici, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti.

L’armadillo, personaggio riuscito ottimamente a Valerio Aprea, è la voce della sua coscienza, quella che alberga in ciascuno di noi, e che ci dice cosa dovremmo fare, o dovremmo saper fare; ma soprattutto non smette mai di sussurrare: “ricordati sempre di ricordare”.

Vanina Visca

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  • Anno: 2018
  • Durata: 99'
  • Distribuzione: Fandango
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Emanuele Scaringi
  • Data di uscita: 13-September-2018