Al Festival di Locarno di quest’anno, Emma Thompson ha tenuto banco con il suo caratteristico mix di arguzia e sincerità, e ha raccontato una storia sbalorditiva su una telefonata inaspettata. Durante le riprese di Primary Colors nel 1998, la Thompson ha ricevuto una strana chiamata nella sua roulotte. La voce dall’altra parte? Nientemeno che Donald Trump in persona.
“Mi ha detto: ‘Pronto, sono Donald Trump’, e ho pensato: ‘È uno scherzo?'”, ha raccontato la Thompson con un sorriso malizioso. A quanto pare Trump voleva invitarla a cena in uno dei suoi “bellissimi posti”. La risposta arguta della Thompson? “Molto carina. Ti farò sapere.” Ma il vero colpo di scena è arrivato quando ha ricomposto i pezzi: le erano appena arrivate le pratiche per il divorzio e il team di Trump era probabilmente alla ricerca di “una brava divorziata” da aggiungere al suo roster. “Voglio dire, questo è stalking”, ha detto senza mezzi termini. E se avesse detto di sì? “Avrei potuto cambiare il corso della storia americana”, ha scherzato. Solo Emma Thompson poteva trasformare un incontro inquietante in un capolavoro comico.
Il mistero di Love Actually: perché il classico cult funziona (anche quando non dovrebbe)
Emma ha anche riflettuto sul suo ruolo duraturo in Love Actually di Richard Curtis, un film che continua a stupire e affascinare il pubblico.
“È sinceramente sorprendente che il film sia durato”,
ha ammesso,
“non che non mi piaccia – mi piace – ma è strano”.
Il suo momento clou – la scena silenziosa e straziante in cui il suo personaggio scopre il tradimento del partner – è diventata virale per la sua potenza emotiva. Ma Thompson afferma che la vera magia non sono le lacrime in sé.
“Ciò che ti commuove non è il suo pianto; è il modo in cui lo nasconde, riordina il letto e poi scende le scale tutta allegra. È questo il dolore che tutti riconosciamo, soprattutto le donne”.
È una rara e sottile rappresentazione del dolore mascherato da un’espressione coraggiosa, ed è ciò che rende il film così coinvolgente.
Harry Potter? Solo un lavoretto veloce e uno stipendio
Quando la conversazione si è spostata sul suo ruolo della Professoressa Cooman nella saga di Harry Potter, Thompson non avrebbe potuto essere più piacevolmente sincera. “Non è una parte importante dei miei sforzi creativi”, ha scherzato tra le risate del pubblico.
“Sono entrata, ho fatto un po’ di occhiali e un sacco di capelli, e poi me ne sono andata con una paga piuttosto buona”.
Nessuna analisi artistica approfondita qui: solo Emma dice le cose come stanno. È un raro momento di umiltà da parte di una delle attrici più premiate della sua generazione, e in qualche modo rende il mondo magico un po’ più concreto.
Onorare una leggenda a Locarno
Ieri sera, la Thompson è stata insignita del Leopard Club Award alla carriera, un tributo appropriato a una carriera che abbraccia decenni e generi, dal dramma shakespeariano al fantasy di successo, fino alla critica sociale più tagliente.
Il Festival del film di Locarno prosegue fino al 16 agosto, ma le storie e l’arguzia di Emma Thompson rimarranno sicuramente impresse a lungo.
Fonte: Deadline