Tra Natura e Quota – Giovanni Storti sopravvive alle Alpi Apuane è un documentario scritto e diretto da Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon, presentato in anteprima al 73° Trento Film Festival e proiettato al Festival CinemAmbiente 2025.
La sicurezza in montagna narrata attraverso l’intelligente ironia di Giovanni Storti
Dopo aver realizzato Marmolada 03.07.22, film drammatico sulla valanga di ghiaccio che, nel luogo e nella data del titolo, travolse e uccise undici persone, la coppia di registi torna ad affrontare il tema della sicurezza in montagna ricorrendo a dei toni più ironici e spensierati grazie alla verve di Giovanni Storti.
L’attore e comico milanese – componente del noto trio ‘Aldo, Giovanni e Giacomo’ – è infatti il protagonista e la voce narrante di un racconto che lo vede impegnato in una tre giorni escursionistica sulle Alpi Apuane, all’interno di quel mosaico naturale che, unendo in pochi chilometri mare e montagna, è in grado di offrire paesaggi unici e straordinari.
Tre giorni immersi nella natura
Accompagnato in questa esperienza da Alessio Piccioli, Andrea Ribolini, Elena Alberti, Gionata Landi, Veronica Pierotti e Alberto Grossi – a vario titolo, ambientalisti, esperti di montagna e profondi conoscitori dei luoghi -, Giovanni intraprende la sua personale avventura immergendosi dapprima nell’orto botanico ‘Pellegrini-Ansaldi’ – dove ha modo di assaporare le fragranze delle orchidee spontanee, dei ginepri e delle altre piante endemiche che lo caratterizzano -, e quindi abbandonandosi all’accogliente tepore del rifugio ‘Politi’.
Il secondo giorno è invece dedicato alla salita sul Monte Nona, dalla cui vetta il simpatico interprete ha modo di godere dello splendido panorama dove cielo e mare sembrano fondersi in una sorta di azzurro, vastissimo abbraccio.
Giungiamo così alla terza, conclusiva giornata, quella durante la quale, dopo un passaggio presso il rifugio “Forte dei Marmi”, il buon Storti si trova alle prese col Monte Procinto e la sua mitica ferrata, la più antica d’Italia. Per il nostro eroe – casco in testa e attrezzatura adeguata – si tratterà un’impresa tanto faticosa, quanto appagante.
L’importanza della biodiversità e della tutela dell’ecosistema
Se, come detto, il tema della sicurezza in montagna è uno dei punti nodali di Tra Natura e Quota, l’altro è senz’altro costituito da quello della tutela della biodiversità, ossia – riprendendo il concetto coniato nel 1988 dall’entomologo Edward Wilson – di quella prodigiosa interconnessione fra gli esseri di tutte le specie che, come ricorda lo stesso protagonista, “può essere definita come la ricchezza di vita sul nostro pianeta”.
Da qui, alcune profonde considerazioni sul delicato equilibrio uomo-natura, sui rischi dell’antropizzazione e sull’importanza della conservazione dell’intero ecosistema.
Si tratta di riflessioni che trovano un punto di connessione con la realtà grazie alle immagini – attuali e di repertorio – delle famose cave di marmo, la cui attività estrattiva, se da un lato rappresenta un’importante risorsa economica per l’intero nord-ovest toscano, dall’altro costituisce un problema di non poca rilevanza, in specie connesso all’inquinamento delle falde acquifere e alla “cementificazione” provocata dalla cosiddetta “marmettola”, la polvere residuata dalla lavorazione del marmo.
Il tema ambientale come monito al rispetto delle generazioni future
Insomma, Tra Natura e Quota è la plastica dimostrazione di come, pur attraverso un registro leggero, si possano affrontare tematiche serie e d’interesse universale. Tematiche fondamentali non soltanto per la nostra generazione, ma anche per le quelle future, poiché, ci ricorda ancora Storti, “quando un ecosistema viene alterato, servono milioni di anni affinché guarisca e ritorni in equilibrio”.
Ed è proprio per questo che il documentario di Lorenzato e Zarpellon si conclude con una citazione di M.S. Gorbacev che non può non assumere i contorni di un monito: “Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusione che questi ‘non sapevano’. Accertiamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva, ma non si è preoccupata…”.
Uniscono il tutto le bellissime immagini delle Alpi Apuane, gioiello selvaggio e incontaminato di quel tratto di Toscana a ridosso della Liguria, che in fondo è il vero protagonista di questo interessante, educativo racconto.
Un racconto della durata di un’ora e dieci minuti circa, prodotto da Cineblend s.r.l. in collaborazione con il Club Alpino Italiano.