Sui giochi compositivi morbidi e seducenti della title artist Rita Deiola si apre il “pastiche” di Jonny Costantino – DallArte, un documentario d’autore con cui ci viene proposta una narrazione inedita e inaspettata su Lucio Dalla artista, poeta, viaggiatore, giullare e mentore, provocatore ironico e uomo di rara, profonda complessità espressiva. E se Frank Zappa fece del “pastiche” una delle basi della sua produzione musicale, Costantino lo fa con energica e raffinata maestria nel genere documentario, spogliandolo dello schema previsto e affidandolo ad un occhio (il suo) curioso, che si sposta su immagini evocative che scorrono “sotto” le parole intense di due artisti: la cantautrice e attrice Angela Baraldi e l’illustratore, pittore e regista Lorenzo Mattotti.
La prima, ritrovatasi giovanissima nel “club” di Dalla come Patti Smith al Chelsea Hotel, dona ricordi e suggestioni attraverso il racconto del sodalizio artistico Lucio Dalla-Luigi Ghirri (fotografo scomparso nel 1992), sodalizio che diede vita a scatti unici e ad uno scambio umano e artistico florido e vibrante. Angela Baraldi figlia elettiva, musa, animo permeabile che si plasma ed evolve al cospetto dell’Arte e ne trasmette tutta la forza in questo viaggio alla scoperta del Dalla “intero”, non solo cantautore amato da generazioni. Angela che parla con gli occhi, con le mani, con il suo passo incalzante da Bologna verso il resto del mondo.
Lorenzo Mattotti, che Dalla non lo ha mai incontrato di persona, ma vi ha collaborato per Pinocchio di Enzo D’Alò, da Parigi dipinge un Lucio fatto di tratti inaspettati, dei colori di Bologna mischiati a quelli delle tonalità della sua voce.
Un “pastiche” che non usa, come sarebbe stato semplice, scontato e accattivante, la musica e la voce del grande Lucio, ma quella di Gionata Mirai (componente de Il Teatro degli Orrori), musicista incantatore che con le sue dodici corde omaggia Dalla senza imitarlo né tradirlo.
Un “pastiche” in cui trova spazio Dalla-Sancho Panza del film di Mimmo Paladino (Quijote, 2006) – e la biografia saltella dalla culla al set, dai musei alla barca Catarro, dal palco alla sua casa museo. In cui l’attore Fulvio Accogli (il Lady Macbettu dello spettacolo teatrale cult Macbnettu) si fa corpo e voce in un Dalla Blues generato e ispirato “Dall’Arte” e scritto con Jonny Costantino.
Jonny Costantino – regista e scrittore che si muove tra parole immagini e musica – ed unisce al suo lavoro artistico quello di docente di regia e vicedirettore della Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini di Ferrara – ha realizzato questo “pastiche” buono come un gulasch le cui spezie affiorano distinte e potenziate perché mescolate – con una troupe di allievi (Manuel Benati direttore della fotografia, Aurora Stuppia suono in presa diretta e montaggio audio – Ilaria Fabbrocino sound design).
Prodotto dall’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo e dalla Salamander Giant,con il sostegno dell’Archivio Luigi Ghirri, il documentario è stato presentato a Zurigo, al Torino Jazz Festival, per arrivare alla Cineteca di Bologna e proseguire il suo viaggio, per portare chi già conosce e ama Dalla a guardarlo con un nuovo sguardo e chi non lo conosce, chissà, ad invaghirsene definitivamente.
Anteprima del documentario “Dallarte” prodotto dall’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo e supportato dall’Archivio Luigi Ghirri al cinema Arthouse Alba di Zurigo. Dalla il cantautore. Dalla il poeta. Dalla l’istrione, l’animale da palcoscenico. L’amatissimo Dalla: tesoro nazionale e orgoglio internazionale, poliedrico inventore di forme non solo musicali e voce di chi non ha voce, cantore dei sentimenti forti e delicati, dei pensieri inconfessati. Di quel prisma unico che è Lucio Dalla Dallarte restituisce facce e riflessi da una prospettiva particolare: l’arte.