Tra Natura e Quota – Giovanni Storti sopravvive alle Alpi Apuane è un documentario scritto e diretto da Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon, presentato in anteprima al 73° Trento Film Festival, in programma dal 25 aprile al 4 maggio 2025.
La sicurezza in montagna narrata attraverso l’intelligente ironia di Giovanni Storti
Dopo aver realizzato il drammatico Marmolada 03.07.22, sulla valanga di ghiaccio che nel luogo e nella data del titolo travolse e uccise undici persone, la coppia di registi torna ad affrontare il tema della sicurezza in montagna ricorrendo a dei toni più ironici e spensierati grazie alla verve di Giovanni Storti.
L’attore e comico milanese – componente del noto trio ‘Aldo, Giovanni e Giacomo’ – è infatti il protagonista e la voce narrante di un’opera che lo vede impegnato in una tre giorni escursionistica tra le Alpi Apuane, in quel mosaico naturale che, unendo in pochi chilometri mare e montagna, è in grado di offrire paesaggi unici e straordinari.
Tre giprni immersi nella natura
Accompagnato in questa avventura da Alessio Piccioli, Andrea Ribolini, Elena Alberti, Gionata Landi, Veronica Pierotti e Alberto Grossi – a vario titolo, ambientalisti, esperti di montagna e profondi conoscitori dei luoghi -, Giovanni intraprende la sua personale impresa immergendosi dapprima nell’orto botanico ‘Pellegrini-Ansaldi’, dove ha modo di assaporare le fragranze delle orchidee spontanee, dei ginepri e delle altre piante endemiche che lo caratterizzano, e quindi concludendo la prima giornata nel tepore dell’accogliente rifugio ‘Politi’.
Dopo aver dedicato il secondo giorno alla salita sulla vetta del Monte Nona e all’osservazione del suo splendido panorama, il nostro simpatico eroe giunge così alla terza, conclusiva giornata, durante la quale, dopo un passaggio presso il rifugio “Forte dei Marmi”, si trova alle prese col Monte Procinto e con la sua mitica ferrata, la più antica d’Italia.
L’importanza della biodiversità e della tutela dell’ecosistema
Se, come detto, il tema della sicurezza in montagna è uno dei punti nodali di Tra Natura e Quota, l’altro è senz’altro costituito da quello della biodiversità, ossia – riprendendo il concetto coniato nel 1988 dall’entomologo Edward Wilson – da quella prodigiosa interconnessione fra gli esseri di tutte le specie – umani compresi – che, come ricorda lo stesso protagonista, “può essere definita come la ricchezza di vita sul nostro pianeta”.
Da qui, alcune profonde riflessioni sul delicato equilibrio uomo-natura, sui rischi dell’antropizzazione e sull’importanza della conservazione e tutela dell’ecosistema, introdotte dalla storia e dalle immagini – attuali e di repertorio – delle famose cave di marmo, la cui attività estrattiva se da un lato ha rappresentato e rappresenta ancora una rilevante risorsa economica per gli abitanti del territorio, dall’altro costituisce un problema di non poco conto, specie legato all’inquinamento delle falde acquifere e al processo di “cementificazione” causato dalla cosiddetta “marmettola”, la polvere residuata dalla lavorazione del marmo.
Il tema ambientale come monito al rispetto delle generazioni future
Insomma, Tra Natura e Quota è la plastica dimostrazione di come, pur attraverso un registro leggero, si possano affrontare tematiche serie e d’interesse universale. Tematiche fondamentali non soltanto per la nostra generazione, ma anche per le quelle future, poiché, ci ricorda ancora Storti, “quando un ecosistema viene alterato, servono milioni di anni affinché guarisca e ritorni in equilibrio”.
Ed è proprio per questo che il documentario di Lorenzato e Zarpellon si conclude con una citazione di M.S. Gorbacev: “Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusione che questi ‘non sapevano’. Accertiamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva, ma non si è preoccupata…”.
Uniscono il tutto le bellissime immagini delle Alpi Apuane, di quel tratto di Toscana a ridosso della Liguria dalla bellezza selvaggia e incontaminata che, in fondo, è il vero protagonista di questo interessante racconto.
Un racconto della durata di un’ora e dieci minuti circa, prodotto da Cineblend s.r.l. in collaborazione con il Club Alpino Italiano.