‘Beautiful Men’: trapianto a Istanbul in stop-motion

Dal 2 maggio al 4 maggio 2025 si tiene lo Stop e-Motion Days, il primo festival italiano interamente dedicato alla stop-motion. Oltre alle opere partecipanti al festival, saranno giorni pieni di creatività e importanti figure dell’ambiente. L’arte di fare i puppet e animarli fino a far prendere loro vita sarà la protagonista, e il festival vedrà workshop, proiezioni, panel e masterclass per tutti i gusti. Tra i partecipanti anche Beautiful Men, cortometraggio della durata di venti minuti circa realizzato nel 2023 da Nicolas Keppens, già vincitore di svariati premi e candidato alla novantasettesima edizione degli Academy Awards.

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‘Beautiful Men’: virilità in centimetri di chioma

Tre fratelli si trovano a Istanbul per un trapianto di capelli. Mentre si trovano lì, le loro insicurezze escono fuori più violente che mai, e sorge un terribile problema: sembra esserci posto per uno solo di loro. Chi farà l’intervento? Beautiful Men esplora il rapporto tra i tre e la spietatezza della pressione imposta agli uomini nella società moderna. Bellezza, standard, forza. Ma cos’è davvero importante?

I tre fratelli

Beautiful Men vede come protagonisti tre fratelli: Steven, Bart e Koen. I tre si recano a Istanbul per sottoporsi a un trapianto di capelli, ma a quanto pare un errore preclude l’intervento a due di loro. Mentre aspettano il giorno seguente, il fatidico giorno dell’operazione, si ritrovano a fare i conti non solo col rapporto tra loro, ma con quello con loro stessi. Insicurezze e pressioni li schiacciano da ogni parte: così Beautiful Men è la storia non solo di tre uomini, ma delle difficoltà dell’età adulta, della mascolinità nella società contemporanea e della paura di invecchiare, tutto in uno splendido cortometraggio della durata di venti minuti circa.

Steven e Koen in ‘Beautiful Men’, fonte: Nicolas Keppens

La nebbia: motore di cambiamento

Beautiful Men non si perde in particolari simbolismi o complicate metafore: è anzi molto ridotto nei dialoghi, che non ci danno particolari informazioni ma servono anzi a costruire, attraverso piccole quotidianità, solo il rapporto tra i tre fratelli. E non mette su schermo specifici simboli o significati nascosti da rincorrere: è spudorato e non pretende di raccontare più del dovuto. Tuttavia l’utilizzo di uno strumento è stato particolarmente interessante: quello della nebbia. Della nebbia si parla dall’inizio del corto, e sarà l’unico simbolo ad attraversarne l’intero sviluppo.

La nebbia che avvolge Istanbul infatti abbraccia tutti e tre i fratelli quando si ritrovano a tentare un’azzardata passeggiata fuori. Qui si perdono e non riescono a vedersi né trovarsi: è tutto confuso e sfocato, un po’ come loro, in effetti. La nebbia innesca conflitto e paradossalmente svela anche insicurezze sopite e segreti nascosti, fino a invadere completamente le vite dei tre, in un finale inaspettato che chiude l’opera alla perfezione.

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Un’immagine da ‘Beautiful Men’, fonte: Nicolas Keppens

L’animazione e la musica in ‘Beautiful Men’

Beautiful Men è spudorato nella messa a nudo dei suoi personaggi quanto nella sua animazione. I puppet usati per la stop-motion sono scolpiti nei più piccoli dettagli. Andiamo dalle minuscole rughe sul viso alle particolarità del vestiario, fino a costruire tre protagonisti che sembrano vivi. Anche le ambientazioni e gli oggetti con cui interagiscono creano uno spazio iper-realistico. I movimenti sono fluidi e imperfetti allo stesso tempo, come se si stesse muovendo un uomo, mosso da impulsi ed esitazioni.

Ad accompagnare l’ambiente dell’hotel, del bagno e della tavola calda, in cui si svolge l’azione, i piccoli suoni e i rumori circostanti rendono l’azione più umana e sembra quasi di trovarsi accanto ai tre fratelli: dai passi sul pavimento al suono del cellulare, fino a leggero ronzio delle luci o i mormorii ovattati della città. Beautiful Men non utilizza musiche o particolari colonne sonore: resta ben piantato a terra, sulle circostanze e il presente, e racconta così una storia di quotidianità, senza grandi pressioni, ma che lascia tutto lo spazio necessario alla nostra riflessione.

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