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FESTIVAL DI CINEMA

‘Rosetta’, il fiore dai petali strappati

La delicatezza di una giovane ragazza, strappata via senza nemmeno chiedere il permesso, raccontata attraverso i suoi stessi pensieri.

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Rosetta, in concorso a Tulipani di seta nera, è un cortometraggio dal sapore amaro, con il retrogusto metallico del sangue. Il regista Vincenzo Palazzo porta sullo schermo una famiglia disfunzionale, dove non è la violenza fisica a far raggelare lo spettatore, ma quella psicologica. Quell’asfissiante necessità di aiutare i genitori quando possibile, fino ad annullare se stessi.

Rosetta vive in questo modo, in un mondo dove la sua bellezza irraggiungibile la tiene su un gradino più alto degli altri. Ma quando è il suo stesso padre a buttarla giù da quel gradino, per far sì che chiunque possa avere un assaggio di quella bellezza lei non sa come reagire.

Rosetta, tra colori spenti e introspezione

Quando la violenza, è invisibile, cosa si deve fare? Quando il carnefice non fa altro se non chiedere un favore, è sempre tale? Se è tuo padre a farti prostituire, per aiutare la famiglia, sapresti dire di no?

Rosetta non ci riesce. Accetta e in un attimo si ritrova catapultata in un mondo di adulti, lei che vorrebbe solo rimanere una ragazza il più a lungo possibile. Il rifiuto non le appartiene più: ora deve vivere tra i silenzi.

Il cortometraggio fa immergere lo spettatore in uno stato di tristezza, tra colori neutri e luci soffuse. Ogni gesto è lento e calcolato. L’attenzione data ai tessuti e ai suoni mostra la realtà dove Rosetta vive. Lei, che da semplice adolescente che va a scuola si ritrova a dover crescere in un istante. Come in altri molti casi il corpo femminile diviene merce di scambio, anche la vergogna ha un prezzo però.

Pensieri nell’oscurità

La narrazione di Rosetta viene portata avanti grazie ai pensieri della protagonista, alla sua voce interiore che, come se stesse ancora scrivendo sul suo diario di ragazzina. Inizia e finisce nello stesso luogo, la prigione. Una stanza che fino al momento in cui non viene rivelato allo spettatore il suo vero fine, è solo quello: una stanza. Ma ora lei non parla a sé stessa, parla a quel bambino, o bambina, che le ha dato la forza di ribellarsi al padre e ad uscire da quella spirale di prostituzione nella quale era finita. Quell’esserino che non ha mai potuto nemmeno vedere, che non conosce e forse non conoscerà mai, è stata la scintilla che le serviva.

In un mondo dove chiunque sta in silenzio, distoglie lo sguardo, si gira dall’altra parte, Rosetta agisce.

Rosetta

  • Anno: 2024
  • Durata: 14’11’’
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Vincenzo Palazzo