Romanzo popolare, un film del 1974 diretto da Mario Monicelli, con Ugo Tognazzi, Ornella Muti e Michele Placido è al TFF
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Ironica e malinconica commedia, tende a trasformarsi in melodramma, trattando temi quali il conflitto tra nord e sud, le differenze sociali tra lavoratori e imprenditori, l’emancipazione femminile, l’irrompere nella società italiana di nuovi costumi sociali. Grazie all’impianto scenografico di Lorenzo Baraldi, il film descrive efficacemente gli ambienti e il costume degli anni settanta.
Romanzo Popolare fu uno dei maggiori successi della stagione 1974-’75, incassando più di un miliardo e mezzo di lire dell’epoca nelle prime visioni. L’idea del film sta nel linguaggio popolare dei personaggi come il “sindacal-politichese” con uno spiccato accento milanese e ricco di metafore calcistiche di Tognazzi, al quale si contrappone il linguaggio ingenuo di Vincenzina e le pesanti inflessioni meridionali di Giovanni.
La sinossi
Giulio Basletti, operaio milanese ormai piuttosto avanti nell’età, sposa la sua figlioccia, Vincenzina, da cui ha un figlio. Con mille sacrifici Giulio cerca di assicurare alla sua famiglia tutti i confort possibili. Divenuto suo amico nonostante il diverso schieramento politico-sociale, un poliziotto, Giovanni, comincia a frequentare la casa di Giovanni e ben presto ne seduce la mogliettina.
“Siamo o non siamo negli anni ’70?“, continua a ripetere l’operaio di Cologno Monzese Giulio Barletti (Ugo Tognazzi), spinto da forti convinzioni progressiste di uomo di sinistra. La sua apertura mentale viene però messa a dura prova quando Vincenzina Rotunno (Ornella Muti), moglie meridionale più giovane di vent’anni, si innamora, ricambiata, del poliziotto Giovanni (Michele Placido) e tradisce il marito. Tollerante sulle prime battute, Giulio tracolla quando arriva puntuale una lettera anonima (in realtà scritta dal rivale) che ne sconfessa la virilità. Così, quando le cose sembravano accomodate, il matrimonio va di nuovo a monte. I tre finiranno ciascuno per la propria strada. Giulio e Vincenzina si incontreranno per i pranzi del sabato, a settimane alterne e per chissà quale avvenire.
Romanzo Popolare: il film
Scritto e sceneggiato a sei mani con Age e Scarpelli e curato nella versione milanese dei dialoghi da Enzo Jannacci e Beppe Viola, Romanzo popolare è un ritratto impietoso dell’istituzione familiare, ritagliato sullo sfondo del femminismo, delle battaglie ideologiche di quegli anni e del confronto tra la cultura del settentrione e del meridione italiano (nello stesso anno Comencini porterà sullo schermo un tema assai simile con Delitto d’amore).
Girando il film nello stesso anno della legge sul divorzio, Monicelli regala al cinema una delle sue opere più belle e più efficaci nella ricostruzione del clima politico, culturale e sociale di quell’epoca, pur con qualche debito verso il Dramma della gelosia di Scola. Tognazzi, che torna a interpretare il ruolo del pigmalione di donne ben più giovani dopo La bambolona di Giraldi, è in stato di grazia. La Muti non è mai stata tanto brava e ai suoi fan esibisce un nudo in cui scopre generose grazie. Nella colonna sonora figurano Vincenzina e la fabbrica di Jannacci e Sono una donna, non sono una santa, interpretata da Rosanna Fratello.
Mario Monicelli
(Roma, 1915-2010) ha esordito alla regia nel 1934 con il cortometraggio Cuore rivelatore, per poi dirigere nel 1937 con lo pseudonimo di Michele Badiek il suo primo lungometraggio, Pioggia d’estate. Con Steno ha sceneggiato e diretto numerosi film, tra cui Totò cerca casa (1949). Nel 1958 ha vinto il Nastro d’argento per la sceneggiatura con I soliti ignoti e l’anno seguente ottenuto il Leone d’oro ex aequo alla Mostra del cinema di Venezia con La grande guerra. Ha girato più di sessanta film e ha lavorato con i più importanti attori e attrici del cinema italiano come Sordi, Totò, Mastroianni, Gassman, Tognazzi, Volonté, la Loren, la Vitti e la Magnani.