Alberto Sordi ci ha regalato due film indelebilmente impressi nel nostro immaginario: il drammatico Detenuto in attesa di giudizio (1971) di Nanni Loy e la divertentissima commedia nera Il vedovo (1959) di Dino Risi, con l’irresistibile Franca Valeri.
Detenuto in attesa di giudizio è un film del 1971 diretto da Nanni Loy e interpretato da Alberto Sordi, in una delle sue rare interpretazioni drammatiche.
Giuseppe Di Noi è un geometra da sette anni emigrato in Svezia, dove ha fatto fortuna con la sua piccola impresa edile. Torna in Italia per far conoscere il suo Paese alla moglie Ingrid, ma alla frontiera viene inspiegabilmente fermato e quindi arrestato. Tradotto in carcere, scopre di essere accusato di omicidio colposo. Giuseppe resta coinvolto in una rivolta e per questo spedito in un carcere ancora più duro.
Fu uno dei pochi ruoli drammatici per Alberto Sordi, che l’anno seguente gli valse l’Orso d’argento al Festival di Berlino. L’ispirazione per il film venne allo stesso Sordi quando lesse il libro Operazione Montecristo scritto in carcere da Lelio Luttazzi. Un’altra fonte di ispirazione per la trama del film fu l’inchiesta televisiva Verso il carcere, realizzata da Emilio Sanna. Il film-denuncia di Nanni Loy, una sorta di incubo kafkiano calato nella realtà italiana, uscì nelle sale suscitando scalpore, poiché per la prima volta un’opera cinematografica denunciava senza mezzi termini l’arretratezza e la drammatica inadeguatezza dei sistemi giudiziario e carcerario italiani.
Il vedovo è un film del 1959 diretto da Dino Risi e interpretato da Alberto Sordi e Franca Valeri.
Il commendator Alberto Nardi deve la sua buona posizione sociale ai molti soldi della consorte. Un giorno riceve la notizia della vita: la moglie è tra le vittime di un disastro ferroviario. Nardi pensa di aver risolto, grazie all’eredità, tutti i suoi problemi, ma la signora, ahilui, è più viva che mai.
Il vedovo (1958) è un piccolo capolavoro, una commedia nera che Sordi interpreta accanto alla bravissima Franca Valeri, moglie ricca da eliminare per diventare padrone assoluto, senza una presenza ingombrante. Il soggetto de Il vedovo pare ispirato al caso Fenaroli, che vide un imprenditore in dissesto economico accusato di aver organizzato la morte della moglie per riscuotere l’assicurazione sulla vita. Dino Risi fa satira di costume mettendo alla berlina gli italici vizi, leitmotiv della produzione successiva, ma in questo lavoro è aiutato da una schiera di sceneggiatori, non ultimo Rodolfo Sonego, vero e proprio alter ego letterario di Sordi.