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“Il padre d’Italia” è quell’unicum di cui il cinema italiano ha bisogno

Padre D'Italia di Fabio Mollo azzarda, attraverso la messa in scena di una storia funambolica, una scommessa sul futuro, malgrado il disfattismo imperante.

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Il Padre D’Italia di Luca Mollo è una scommessa sul futuro. Un’indagine su due personaggi, vittime della società moderna. Nella sua forza, non si arrende a vittimismi e lancia una luce sul futuro.

Il film è sbarcato su RaiPlay. Vi basterà iscrivervi gratuitamente per vederlo.

Il padre d'Italia - RaiPlay

 

I temi toccati da ‘Il padre d’Italia’

Lo sradicamento prodotto dalle politiche libertarie ha fatto implodere il corpo comunitario, gettando le masse nella fitta rete di un relativismo paralizzante: l’unica libertà concessa è quella del consumo. Questo è il tema di sottofondo, che, seppur fuori campo, caratterizza il discreto film di Fabio Mollo, Il padre d’Italia, qui al suo secondo lungometraggio. Gli interpreti, Luca Marinelli e Isabella Ragonese, sono quanto di meglio circoli nel panorama cinematografico italiano contemporaneo. Lo spettatore non può non rimanere, a tratti, incantato dallo scontro tra i due, da cui sgorga una non trascurabile poeticità. Omossessuale e orfano lui, eccessiva, trasgressiva, assolutamente non votata alla maternità e fatalmente attratta da ciò che è intenso e fa ardere l’anima lei, Paolo e Mia sono due individui esemplari. Costituiscono la perfetta incarnazione del risultato di alcune attente politiche dell’esclusione, generate da una logica che non ammette movimenti tesi a scampare l’inevitabile ‘sussunzione’ all’interno dei rapporti di potere imperanti.

La sceneggiatura

Mollo, che ha scritto la sceneggiatura del film assieme a Josella Porto, sceglie di rimanere in situazione, di tallonare i suoi personaggi. Questi, quantunque cerchino in tutti modi di dissimularlo, portano su di essi un passato doloroso e, in definitiva, non completamente elaborabile. La sofferenza che li anima li costituisce in quanto soggetti e gli fornisce uno spessore umano non comune. La gravidanza di Mia, eterosessuale, scapestrata, non adatta a diventare madre, diviene, dunque, la metafora di un futuro su cui tentare di scommettere ancora, malgrado tutto. Il modello famigliare classico è totalmente inadeguato (segnaliamo a tal proposito l’ottima interpretazione di Anna Ferruzzo, nei panni di Nunzia, madre di Mia) a raccogliere le nuove esigenze provenienti dal corpo sociale. Allora, si tratta di balbettare l’avvenire, di dire l’impossibile, di cercare un modo ‘miracoloso’ per reagire ad un passato inadeguato e ad un futuro che si annuncia più che mai minaccioso. Continuare a sperare, cercando di praticare quelle nuove forme di soggettivazione che si stagliano, incerte, all’orizzonte

Il miracolo

“Miracolo”, termine espressamente usato da Mia e Paolo, è ciò che eccede l’ordinario, che riposiziona e riformula l’ordine simbolico. L’umanità di domani evocata da Mollo è chiamata a ‘superare se stessa’, a innescare un continuo, gioioso, portentoso processo di trasfigurazione. Questo darà inizio a un movimento di deterritorializzazione capace di smarcare il monumentale muro semiotico eretto dal capitale. Sapremo danzare sulle ceneri dell’ultimo uomo? Sapremo eccedere e non cedere?

Il finale del film, che non sveliamo, rimane sì sospeso, e non poteva essere altrimenti, eppure gli sceneggiatori non si sono sottratti al dovere di prendere una posizione. E ciò senza poter valutare, in quanto al momento mancanti, tutti quegli elementi che consentono di esprimere un giudizio sicuro. Ma è proprio questo il punto: a volte si tratta di dover scommettere, di avere una fedeltà infinita nei confronti di un Evento che ci eccede e rispetto a cui si è ‘solo’ operatori locali e parziali. Lode a Molle e Porto, che non poco coraggiosamente si sono esposti, correndo il rischio di essere presi per progressisti a buon mercato, o, peggio ancora, per anime belle.

Il verdetto finale su ‘Il padre d’Italia’

Il padre d’Italia è un film che si ritaglia uno spazio tutto suo all’interno della cinematografia recente del nostro paese. E’ un’opera che, seppur talora ammiccante (alcuni inserimenti musicali forzati), si estromette, e non poco, dalla narrazione imperante. Si assume molte responsabilità, esponendosi pericolosamente al ludibrio dei disfattisti di professione, alle intemperie dei dissociati di destra e alle critiche dei nevrotici di sinistra. Non è poco.

Pubblicato da Good Films e distribuito da CG Entertainment, Il padre d’Italia è disponibile in dvd. Nei contenuti speciali: Interviste a Luca Marinelli e Isabella Ragonese; Trailer; Backstage.

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Il Padre D'Italia

  • Anno: 2017
  • Durata: 93'
  • Distribuzione: CG Entertainment
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Fabio Mollo