Billy Lynn (il discreto esordiente Joe Alwyn) è un bravo ragazzo americano, coscienzioso, legato alla famiglia, sinceramente mosso dal desiderio di servire il proprio paese, proteggerlo, anche a costo di mettere a repentaglio un’esistenza troppo breve per essere immolata all’altare della patria. Non ci si soffermerà in quest’occasione ad analizzare alcuni virtuosismi tecnici che pur abbondano nell’ultimo film di Ang Lee (La tigre e il dragone, I segreti di Brokeback Mountain, Vita di Pi), piuttosto ciò che si vuole sottolineare è la semplicità (nel senso positivo del termine) con cui il regista, rifacendosi al romanzo È il tuo giorno, Billy Lynn! di Ben Fountain (che ha anche firmato il soggetto), dà corpo alle dinamiche psicologiche di coloro che sono chiamati – o volontariamente si rendono disponibili – a intervenire nei vari teatri di guerra che l’alfiere globale del capitalismo, gli Stati Uniti, ha aperto in ogni parte del mondo. Non è presente nel film la solita retorica con cui normalmente si critica l’atteggiamento colonizzatore di un paese da sempre belligerante (in tanti, precedentemente, si sono prodigati in tal senso), ma ci si pone in una prospettiva interna, partigiana, mostrando le idiosincrasie di una nazione che ha, essa stessa, difficoltà, al di là degli slogan (il sogno americano, o la Grande America di Trump), ad elaborare una politica di morte (tanatopolitica) volta a massimizzare il benessere del proprio popolo. I Bravo, un plotone di stanza in Iraq nel 2004, divenuto improvvisamente celebre per un’azione coraggiosa svolta durante il conflitto, è inesorabilmente risucchiato in un circolo mediatico a cui nessuno crede più; anzi il progetto ardito di realizzare un film sulla sua impresa si rivela più che mai una scadente azione di propaganda in cui l’unico produttore reperito (un cinico Steve Martin) è disposto a investire il minimo indispensabile, con grande rammarico dei diretti interessati che speravano in un compenso molto più alto (anche in questo caso interviene una quantificazione economica, che monetizza perfino l’eroismo), e che, per tale ragione, rifiutano l’offerta dello spregiudicato imprenditore.
Ma poi c’è lui, Billy, un ragazzo come tanti, anzi migliore di molti altri, più riflessivo, incline all’elaborazione emotiva di quanto accade intorno a lui. Ama la sorella, che vuole aiutare economicamente, per farla sottoporre a un delicato intervento di chirurgia estetica; s’innamora di una cheerleader che tutti prendono in considerazione solo per una divagazione erotica, e di cui, invece, s’invaghisce, ricambiato, profondamente. Vuole bene ai suoi compagni, nonostante siano degli inguaribili zucconi, come spesso ripete il sergente David Dime (un ‘granitico’ e autorevole Garrett Hedlund), che crede molto in lui. Avrebbe la possibilità di sottrarsi al fatale destino della guerra, eppure non ne approfitta. Questo è il punto decisivo del racconto di Ben Fountain: la messa a fuoco di una situazione, che, seppur esecrabile e malsana, ha il potere di ‘sussumere’ chi vi si trova, laddove alcune dinamiche psicologiche, quantunque causino sofferenze e disagio, sono le uniche conosciute e dunque, in definitiva, le sole che si sappiano mettere in pratica, ripetendo un vissuto radicato nell’anima.
Certo, si potrebbe accusare Billy Lynn: un giorno da eroe di cadere in un psicologismo miope che si ferma a un livello di lettura superficiale, ma sarebbe un errore, giacché l’analisi che emerge, attraverso la lente deformante del paradosso, costituisce un utilissimo elemento in più per portare a compimento una valutazione complessiva su una circostanza (l’eterno atteggiamento guerrafondaio degli USA) che si compone di una dialettica in cui sono coinvolti un versante esterno ed uno interno. Il film di Lee non esaurisce certamente l’oggetto della sua narrazione, eppure fornisce lo spunto per approfondire, da una prospettiva diversa e pregnante, quanto normalmente è stato consegnato a una generale retorica del biasimo e della condanna.
Distribuito da Universal Pictures, Billy Lynn: un giorno da eroe è disponibile in blu ray in formato 1.85:1 con audio in italiano, inglese e francese (DTS-HD Master Audio) e sottotitoli opzionabili. Inoltre è presente una ricca sezione di contenuti speciali (133’) da non perdere.