
“Esiste”, perché, sebbene morto all’anagrafe, vive nelle coscienze e nei ricordi dei Livornesi e non solo, un artista di nome Piero Ciampi.. Un livornese doc, cantastorie, poeta, pittore, musicista. Il documentario girato da persone che in qualche modo sono legati a questa figura, rendono merito ad un artista che è stato stroncato dalla critica e dalle vendite, ma che merita di essere “documentato” per la sua totale incapacità di fare compromessi e di cedere ai dettami della società borghese.
Il film ci mostra un Piero Ciampi a volte “perso”, e a volte “ritrovato”, in una serie di alti e bassi umorali, che sono in fondo necessari per un artista, ma che nel suo caso sembrano ancora più intensi e necessari per dare senso alla sua arte. Il film ovviamente si basa molto su testimonianze rese da persone che conoscevano bene il personaggio. Amici di sbronza, di musica, di donne che ne riportano forse gli aspetti più negativi solo esclusivamente per rendergliene merito, negativi dal punto di vista sociologico, ma positivi nella misura in cui restituiscono in pieno la sua totale libertà di dire e fare quello che voleva. Basta ricordare la volta in cui grazie anche l’interessamento di Gino Paoli riuscì ad ottenere un contratto con la RCA, per cui prese un cospicuo anticipo, ma per cui poi non pubblicò mai un pezzo, dilapidando l’anticipo vagabondando per un anno intero senza avvisare nessuno!
Il documentario lo rappresenta come un Charles Bukowski nostrano, molto belli i flash back di filmati originali soprattutto degli anni ’70, dove Piero Ciampi esprime il meglio di sé, recitando poesie musicali e spesso accompagnando lo spettacolo con epiteti rivolti al pubblico, sotto effetto dell’alcol. Epiteti in realtà rivolti alla società e tutto ciò che era “altro da sé”. Amante della bottiglia e del vagabondaggio, viveva in uno scantinato senza riscaldamento, insomma aveva tutte le carte in regola, come cita una sua canzona famosa dedicata ai suoi due amori, per passare alla storia insieme a tutti i grandi del cantautorato italiano, come Luigi Tenco e Giorgio Gaber.
Michele Traversa