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‘Piccole cose come queste’, il dramma morale dell’Irlanda secondo Tim Mielants

Un dramma storico e morale che esplora il coraggio di fare la scelta giusta quando la società volta le spalle. Con Cillian Murphy e Emily Watson, il film è su Raiplay dal 6 dicembre

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Piccole cose come queste

Profondo, sobrio, toccante, Piccole cose come queste, diretto da Tim Mielants (Peaky Blinders), è un dramma storico e morale che racconta la storia di un uomo comune costretto a confrontarsi con scelte etiche difficili in una piccola comunità irlandese degli anni Ottanta. Selezionato come film d’apertura della 74ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino, il film distribuito da Teodora Film, uscito nelle sale italiane nel 2024 ed è disponibile su Raiplay a partire da sabato 6 dicembre.

Al centro della vicenda c’è Bill Furlong (Cillian Murphy), commerciante di carbone e figlio di una ragazza madre costretto a fare i conti con le ingiustizie delle Case Maddalene. Con un cast d’eccezione guidato da Murphy, recentemente premiato con l’Oscar per Oppenheimer, e Emily Watson (Le onde del destino), vincitrice dell’Orso d’Oro alla Berlinale, il film esplora il coraggio, la responsabilità individuale e il prezzo delle piccole scelte che possono fare la differenza.

Piccole cose come queste – Film con Cillian Murphy su RaiPlay

La trama: quando il silenzio diventa complicità

Bill Furlong è un commerciante di carbone, marito e padre di cinque figlie, figlio di una ragazza madre che ha vissuto solitudine e disprezzo in una piccola comunità irlandese regolata da equilibri rigidi e dal tacito rispetto dell’autorità religiosa.

Durante una consegna invernale presso il convento locale, Bill scopre una giovane donna rinchiusa nella stanza del carbone delle Case Maddalene, strutture religiose in cui le donne venivano sottoposte a lavoro coatto sotto il pretesto della correzione morale. È un incontro breve ma destabilizzante, che riapre ferite personali e costringe l’uomo a scegliere se accettare il silenzio o infrangerlo, assumendosene le conseguenze.

Contesto storico e sociale

Il film si inserisce nel solco delle opere che hanno raccontato la realtà delle Case Maddalene, ma sceglie un approccio più intimo e riflessivo: le ingiustizie emergono attraverso gesti minimi, sguardi e silenzi dei personaggi, senza mai cedere al sensazionalismo.

Così il film diventa anche una riflessione sul ruolo della donna in una società che spesso le volta le spalle, mostrando quanto sia difficile agire con coraggio quando il contesto culturale reprime la giustizia.

La regia: una morale raccontata per sottrazione

La regia di Tim Mielants è tutta giocata sulla sottrazione. I movimenti di macchina sono morbidi, le carrellate leggere come pennellate, quasi impercettibili, e restituiscono un’impressione di osservazione discreta, prossima al linguaggio documentaristico.

L’Irlanda che emerge è grigia, umida, soffocata da convenzioni e non detti. Ogni scelta formale sembra rispondere a un principio etico: non forzare l’emozione, non guidare il giudizio, lasciare che siano i gesti minimi a parlare.

Cillian Murphy, l’eroe che sceglie la propria coscienza

Al centro del film c’è la prova straordinariamente introversa di Cillian Murphy, che costruisce il suo Bill Furlong su silenzi, sguardi bassi e esitazioni. La sua interpretazione, tutta in sottrazione, mostra il peso di un’origine segnata dalla vergogna e la difficoltà di fare la cosa giusta in un contesto ostile. Bill lotta con se stesso, ma alla fine sceglie di agire secondo coscienza, e in questa decisione risiede la forza morale del film.

Murphy, recentemente premiato con l’Oscar come miglior attore per Oppenheimer, è anche produttore del film insieme a Artist Equity, società che ha contribuito a dare corpo e sostanza al progetto. La collaborazione con Tim Mielants, già avviata in Peaky Blinders, consolida un sodalizio creativo in grado di conferire profondità e umanità a Furlong, che porta sulle spalle il peso delle ingiustizie silenziose della comunità.

Emily Watson, il volto quieto del potere

A fargli da contrappunto è Emily Watson, glaciale e impenetrabile madre superiora, incarnazione di un potere che non ha bisogno di alzare la voce per imporsi. La sua interpretazione, premiata con l’Orso d’Oro alla Berlinale, ha contribuito a rendere Piccole cose come queste il film d’apertura della kermesse, confermando la sua centralità nello scenario internazionale.

Watson domina la scena con un controllo assoluto, uno sguardo che sa intimorire e una gestualità misurata, facendo percepire il peso del potere senza mai urlarlo. Ogni sorriso può diventare minaccia, ogni parola gentile un atto di dominio: il suo personaggio incarna un male ordinario, istituzionale, tanto più inquietante perché perfettamente integrato nel tessuto sociale.

L’immagine e il suono: poesia visiva dell’Irlanda invernale

La fotografia e la colonna sonora contribuiscono in modo decisivo all’atmosfera meditativa del film. Toni grigi e luci naturali avvolgono la città, il lavoro e le case in un velo quasi sospeso, mentre il silenzio e il minimo uso della musica sottolineano la tensione morale che attraversa ogni scena.

Il risultato è un cinema che si avvicina alla poesia visiva, dove anche un gesto minimo diventa carico di significato.

Temi e simboli

Il carbone che Bill trasporta e il freddo pungente diventano simboli potenti: ricordano la fatica quotidiana, il peso delle convenzioni e l’oppressione silenziosa della comunità.

Piccole cose come queste mostra come la vera grandezza morale risieda nelle piccole azioni, spesso invisibili, che tuttavia determinano la vera umanità di un individuo. Ogni gesto di decenza, ogni scelta coraggiosa compiuta in un contesto ostile diventa così un atto di resistenza, una testimonianza del potere della coscienza e della responsabilità personale.

Il coraggio di agire quando la società volta le spalle

Il film esplora in profondità il tema del coraggio morale: fare la cosa giusta può significare andare contro l’opinione pubblica e rischiare isolamento o disapprovazione. Come sintetizza Eileen Furlong, moglie di Bill, in una delle battute più incisive: «Se vuoi andare avanti in questa vita ci sono cose che devi ignorare».

Una frase che racchiude la tensione tra sopravvivenza quotidiana e responsabilità etica, e che sottolinea quanto il coraggio individuale sia spesso l’unica risposta possibile alle ingiustizie silenziose.

Un film che chiede responsabilità allo spettatore

Piccole cose come queste non cerca conforto né soluzioni semplici. Chiede attenzione, lentezza e disponibilità all’ascolto. È un’opera rigorosa e coerente, che lascia una domanda aperta: quanto siamo disposti a sacrificare per restare fedeli a noi stessi?

Non è un film facile, ma è uno di quelli che resta addosso, spingendo a riflettere sul valore dei gesti minimi e sulla responsabilità morale di ciascuno.

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Piccole cose come queste

  • Anno: 2024
  • Durata: 98 minuti
  • Distribuzione: Teodora Film
  • Genere: Dramma storico
  • Nazionalita: Irlanda, Belgio e Stati Uniti
  • Regia: Tim Mielants
  • Data di uscita: 08-November-2024