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Short Film italiani

‘La regola del dado’. Il destino come alibi morale

Affidarsi al caso per sfuggire a sé stessi

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La regola del dado (presentato fuori concorso ad AIFF2025),del registra Vincenzo Giannone, propone una riflessione intensa sul rapporto tra caso e responsabilità individuale.

Il caso come miccia narrativa

Il cortometraggio ha come protagonista un ragazzo che affida le proprie decisioni al lancio di un dado. In base al risultato, viene determinata la sua sorte. Questo meccanismo diventa una metafora di un mondo in cui la responsabilità individuale è spesso delegata, mostrando come il potere e il controllo del destino possano finire per corrodere l’essere umano.

La regola del dado costruisce la propria trama intorno all’idea del caso come forza motrice delle azioni umane. Il dado diventa così simbolo concreto e al tempo stesso metaforico. Ogni lancio rappresenta una scelta delegata al destino, una rinuncia al controllo razionale. La narrazione procede in modo essenziale, ma teso, lasciando che siano piccoli eventi e decisioni apparentemente banali a innescare conseguenze più grandi. Giannone lavora per sottrazione, evitando spiegazioni didascaliche e affidandosi a situazioni che suggeriscono più di quanto mostrino, spingendo lo spettatore a interrogarsi sul confine tra libero arbitrio e fatalismo.

Volti comuni e dilemmi universali

I personaggi del cortometraggio (Adriano D’Amico e Claudio Panzironi), sono figure ordinarie;  proprio per questo facilmente riconoscibili. Non vengono costruiti come eroi o antieroi, ma come individui sospesi, attraversati da dubbi e fragilità. Le loro scelte, affidate al lancio del dado, rivelano una profonda paura di assumersi la responsabilità delle conseguenze. Il regista tratteggia i personaggi più attraverso i silenzi e gli sguardi che tramite i dialoghi, lasciando emergere una tensione interiore che rende credibile il loro smarrimento. In questo modo, il cortometraggio trasforma un gesto semplice in uno specchio delle inquietudini contemporanee.

Il destino come alibi

La regia non giudica, ma osserva con distanza critica e invita lo spettatore a fare altrettanto. Attraverso una messa in scena sobria e controllata, il cortometraggio suggerisce che il caso non è altro che un alibi per evitare scelte difficili. Il dado, più che strumento del destino, diventa così una scusa narrativa e morale: affidarsi al caso non libera l’uomo dalla responsabilità, ma ne rivela la paura profonda.

La regola del dado

  • Anno: 2025
  • Durata: 9'
  • Genere: thriller psicologico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Vincenzo Giannone